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Costruire la capacità di sognare

suryanamaskara 0

Costruire la capacità di sognare
Costruire la capacità di sognare
Da “Viaggio a Ixtlàn” – Carlos Castaneda

Verso mezzogiorno c’incamminammo verso il canyon dell’acqua. Cercammo di renderci visibili allo spirito grazie a “conversazioni rumorose” e a un silenzio forzato che durò ore.

Quando lasciamo quel posto, invece di incamminarsi verso casa, Don Juan prese la direzione delle montagne.
Prima raggiungemmo alcuni dolci pendii soavi, poi salimmo in cima ad alcune alte colline.
Là Don Juan scelse un posto per riposare in una zona aperta e assolata.

Mi disse che avremmo dovuto aspettare fino a che avesse fatto buio e che avrei dovuto comportarmi nel modo più naturale, il che comprendeva anche porre tutte le domande che volevo.

– So che lo spirito è nascosto laggiù – disse a voce molto bassa.
– Dove?
– Laggiù, fra i cespugli.
– Di che tipo di spirito si tratta?
Mi guardò con espressione perplessa e ribatté:
– Quanti tipi ci sono?

Scoppiammo a ridere tutti e due. Gli stavo facendo delle domande per tenere a bada il nervosismo.

– Verrà fuori al crepuscolo – disse. Dobbiamo solo aspettare.

Rimasi in silenzio. Non avevo altre domande da porre.

– In questo momento dobbiamo continuare a parlare – spiegò.
– La voce umana attira gli spiriti. Ce n’è uno che si nasconde laggiù. Dobbiamo renderci disponibili: continua a parlare.

Stavo provando uno stupido senso di vuoto. Non trovavo niente da dire. Rise e mi diede una pacca sulla schiena.

– Sei proprio un rompiballe – commentò.
– Quando devi parlare, non ci riesci. Su, dai fiato alla lingua.

Fece un gesto ridicolo, aprendo e chiudendo la bocca a gran velocità.

– Vi sono alcune cose di cui noi d’ora in poi parleremo solo nei luoghi di potere – proseguì.
– Ti ho portato qui perché questa è la tua prima prova. Questo è un luogo di potere, e qui possiamo parlare solo di potere.
– In realtà io non so cosa sia il potere – ammisi.
– Il potere è qualcosa di cui si occupa un guerriero – disse.
– Dapprima è una questione incredibile, inverosimile; è difficile persino pensarci. Questo è quello che ti sta succedendo.

Poi il potere diventa una cosa seria; si può non averlo, oppure si può persino non rendersi pienamente conto della sua esistenza, eppure si sa che c’è qualcosa che prima non si notava.

In seguito il potere si manifesta come qualcosa di incontrollabile che ci arriva addosso.
Non posso dire come arriva o che cos’è veramente. Non è niente, eppure fa apparire meraviglie davanti ai tuoi occhi.

Infine il potere è qualcosa in se stesso, qualcosa che controlla le nostre azioni eppure obbedisce ai nostri comandi.

Vi fu una breve pausa. Don Juan mi chiese se avessi capito. Mi sentivo ridicolo a dire di sì.
Sembrò accorgersi del mio sgomento e ridacchiò.

– Sto per insegnarti, proprio qui, il primo passo verso il potere – disse, come se stesse dettandomi una lettera.
– Ti sto insegnando a costruire la capacità di sognare.
Mi guardò e mi chiese di nuovo se sapessi che cosa voleva dire. Non lo sapevo. Lo seguivo a fatica.

Mi spiegò che costruire la capacità di sognare significava avere un controllo conciso e pragmatico sulla situazione generale di un sogno, paragonabile al controllo che si ha su qualsiasi scelta compiuta nel deserto, come salire su una collina o rimanere all’ombra di un canyon.

– Devi cominciare con qualcosa di molto semplice – disse.
Stanotte nei tuoi sogni devi guardarti le mani.
Scoppiai in una risata fragorosa. Il suo tono era così concreto che sembrava mi avesse detto di fare una cosa comunissima.
– Perché ridi? – mi chiese sorpreso.
– Come posso guardarmi le mani in sogno?
– Molto semplice, focalizza lo sguardo su di esse, così.

Piegò la testa in avanti e si guardò le mani con la bocca aperta. Il suo gesto era talmente comico che dovetti ridere.

– Seriamente, come puoi aspettarti che lo faccia? – chiesi.
– Il modo tel’ho spiegato – scattò.
Naturalmente puoi guardare quel diavolo che vuoi, le dita, l’ombelico, o perfino il tuo uccello, per quello scopo. Ti ho detto le mani perché per me era la cosa più facile da guardare. Non credere che sia uno scherzo. Sognare è una cosa seria, proprio come vedere o morire o qualsiasi altra azione in questo mondo tanto maestoso e misterioso.

– Pensalo come se fosse un divertimento. Immagina tutte le cose inconcepibili che potresti compiere. Un uomo a caccia di potere praticamente non ha limiti nel sognare.

Gli chiesi di darmi altre indicazioni.

– Non ci sono indicazioni – ribatté.
– Devi solo guardare le tue mani.
– Ci deve essere qualcosa di più che puoi dirmi – insistetti.

Scosse la testa e mi guardò furtivamente, lanciandomi brevi occhiate.

– Ognuno di noi è diverso – disse infine.
– Quello che tu chiami “indicazioni” potrebbe essere solo ciò che ho fatto io quando imparavo. Noi non siamo uguali; non siamo neanche vagamente simili.
– Forse qualcosa mi potrebbe aiutare.
– Sarebbe più semplice per te se cominciassi solo a guardarti le mani.

Sembrò che organizzasse i pensieri dondolando la testa su e giù.

– Ogni volta che guardi qualcosa nei tuoi sogni questa cosa cambia forma – riprese dopo un lungo silenzio.
– Il trucco per imparare a costruire la capacità di sognare naturalmente non è solo guardare le cose, ma mantenerne la vista.

Sognare diventa reale quando si riesce a mettere tutto a fuoco. Allora non c’è differenza fra quello che fai quando dormi e quello che fai quando sei sveglio. Capisci cosa intendo?

Confessai che sebbene avessi capito le sue parole non riuscivo ad accettarne la premessa. Portai ad esempio il fatto che in un mondo civilizzato moltissime persone avevano delle fissazioni e non riuscivano a distinguere ciò che si verificava nel mondo reale da ciò che si verificava nelle loro fantasie.
Quelle persone erano indubbiamente malate di mente, e il mio disagio aumentava ogni volta che lui mi consigliava di agire come un pazzo.
Dopo la mia spiegazione Don Juan fece un comico gesto di disperazione portandosi le mani alle guance e sospirando rumorosamente.

– Lascia stare il tuo mondo civilizzato – disse.
– Lascialo stare! Nessuno ti sta chiedendo di comportarti come un matto.
Te l’ho già detto: un guerriero dev’essere perfetto per trattare con il potere a cui sta dando la caccia; come puoi pensare che un guerriero non sia capace di distinguere le cose?

Fonte:
Carlos Castaneda, “Viaggio a Ixtlàn”