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Albero di Giuda

Cercis siliquastrum L.

Famiglia

Fabaceae

Ordine

Fabales

Sottoclasse

Rosidae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

Da Oleg Polunin - guida agli alberi e arbusti d'Europa - Zanichelli 1992 Piccolo albero caducifoglio, alto sino a 10 m, diverso da tutti gli altri membri della famiglia, con foglie intere tondeggianti, bei fiori rosa e baccelli bruno-rossicci. Originario del Mediterraneo orientale, si estende a ovest sino alla Francia, mentre è spesso coltivato per ornamento altrove nel Meridione. In natura cresce sui pendii rocciosi, nei boschi aridi e lungo i torrenti. Foglie di 7-12 cm, rotondeggianti o smarginate all'apice, con base cuoriforme. Fiorisce generalmente prima di mettere le foglie; i fiori sono in gruppi sui rami vecchi; petalli irregolari, i superiori più piccoli; stami 10, non saldati per i filamenti. Baccelo rosso-porpora da giovane. Corteccia bruna, finemente fessurata.

Da http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=10495

Albero di Giuda, Siliquastro, Albero della Madonna, Unghia di cavallo.Forma Biologica: P scap - Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.Descrizione: Alberetto caducifoglio (raramente arbusto), alto 3-8(10) m, con fusto per lo più irregolare e contorto; corteccia bruno-rossastra scura, da giovane liscia, poi con fini screpolature; rami irregolari grigi-rossastri (specialmente i più giovani), presenti a breve altezza; gemme piccole, allungate con molte squame; apparato radicale ramificato e profondo.Foglie alterne cuoriformi-orbicolari o reniformi (diam. 5-10 cm), semplici, glabre ed intere, glauche di sotto, verdi più scure superiormente, con picciolo di 2-6 cm; nervature palmate che non raggiungono il bordo fogliare.Fiori ermafroditi schiudentisi appena prima della fogliazione, peduncolati, raccolti in fascetti densi inseriti direttamente sul fusto e sui rami vecchi (caulifloria); calice a coppa asimmetrica, a 5 denti corti ed ottusi; corolla zigomorfa (10-20 mm) a struttura papilionacea, color rosa- porporino o violacea (raramente bianca in piante coltivate), con vessillo più piccolo delle ali; 10 stami liberi.Frutti a legumi glabri, lineari, compressi, bruno-rossastri, lunghi fino a 10 cm, contenenti (1)10-14 semi ovali, duri, bruno-nerastri.Tipo corologico: S-Europ. - Europa meridionale.W-Asiatica - Asia occidentale.Antesi: Marzo-Aprile.Distribuzione in Italia: Presente in tutte le regioni, eccetto VDA e LIG; segnalata erroneamente in PIE.Habitat: In boschi termofili di latifoglie (in particolare con la roverella), boscaglie e macchie; predilige suoli calcarei e rocciosi; da 0 a 800 m.Note di Sistematica: In Asia ed in Europa vi sono altre specie indigene del medesimo genere, ma questa è l'unica specie, con la subspecie nominale, spontanea nel nostro paese. La subsp. hebecarpa (Bornm.) Yalt., a distribuzione più orientale, non si trova in Italia.Note, possibili confusioni: Specie esotiche affini coltivate sono. C. canadensis L., con foglie acute, e C. racemosa Oliv., a foglie arrotondate.Etimologia: Il nome generico, dal greco "kerkis", significa "navetta (o spola) da tessitore", perché a tale strumento rassomiglierebbe il legume delle piante; l'epiteto specifico, dal latino, con riferimento (in negativo: "siliquastrum" = "falso carrubo") al carrubo (Ceratonia siliqua). Il nome comune "albero di Giuda" si rifà alla leggenda secondo la quale l'apostolo Giuda, dopo la vergogna ed il pentimento per il tradimento di Cristo, si sarebbe impiccato a quest'albero; pare invece che ciò sia frutto di un equivoco, poiché, secondo altri, il riferimento sarebbe alla Giudea, regione del Medio Oriente dove la pianta era - ed è - molto comune.

Usi alimentari

I fiori del Cercis sono indicati per ottenere come prodotto d’alveare: il miele di melata. Dai frutti che persistono sulla pianta tutto l’inverno si possono trarre i semi di colore bruno nerastro che sottoposti a macinatura danno uno sfarinato molto energetico, ma di nessun interesse pratico nelle nostre regioni dato l’uso ornamentale del Cercis, la limitata diffusione, la concorrenza di fonti alimentari di ben altra entità.

I suoi fiori sono una vera bontà

Se avete in giardino un albero di Giuda e non siete troppo vicini ad una strada trafficata, meglio ancora se siete proprio in aperta campagna dove non giungono direttamente fumi e scarichi del traffico, non potete non provare ad usare un po’ di fiori anche in cucina. Impiegare i fiori in cucina è una pratica poco diffusa che ai più può risultare come vezzosa o artificiale, molto simile alle ricercatezze estreme della moderna cucina internazionale d’avanguardia. La tradizione invece suggerisce piatti a base di fiori o con l’aggiunta di questi che non hanno solo ambizioni cromatiche, coreografiche od esornative, ma sono “sanamente” contadine. Sarebbe troppo facile ricordarvi l’impiego dei fiori di zucca, così vi suggerisco i fiori di pratolina nelle insalate, quelli di viola nel dolce con panna montata, le frittate di gialli tarassachi, le croccanti frittelle di fiori di acacia. La prima e più semplice ricetta prescrive la raccolta dei fiori quando sono ancora in boccio, completamente chiusi. Metteteli in aceto di vino bianco e lasciateli riposare in dispensa al buio per alcuni giorni. In alternativa scegliete quelli più carnosi e metteteli in salamoia come fossero capperi e provvedete a cambiare il liquido con regolarità. Vanno consumati nel giro di un mese.

Una fiorita insalata

I fiori dell’Albero di Giuda possono essere impiegati con successo in una ricercata insalata di fiori. La quota principale di quest’insalata sarà costituita dalla verdura da taglio che consumate preferibilmente o che avete disponibile nell’orto scegliendo fra le diverse varietà di radicchio o di lattuga. Tagliate finemente e unite dopo averle lavate e asciugate foglie di malva, pratolina, primula, tarassaco, borragine, acetosa. I fiori del tarassaco, impiegate solo la parte gialla scartando il calice squamoso, i capolini interi delle pratoline, qualche fiore di primula, i petali di rosa del vostro giardino e i fiori di Cercis andranno uniti dopo aver già condito l’insalata così da doverli solo mescolare leggermente senza rovinarli troppo. Per condirli impiegate succo di limone, sale e olio battuti insieme, o anche aceto balsamico se disponete di un aceto di qualità elevata, non troppo forte, ma molto aromatico.

Un miele falso per i bambini golosi

La ricetta dello sciroppo di zucchero a base di fiori, spesso citata come “falso miele di fiori”, è una preparazione universale che si adatta a tutti i fiori commestibili profumati. Potete quindi prepararla sia con soli fiori di Cercis sia con fiori di Cercis uniti a fiori di altre piante che si presentino contemporaneamente in fioritura. Raccogliete al mattino prima che il sole sia troppo caldo i fiori migliori dal vostro Albero di Giuda scegliendo quelli aperti e in piena fioritura. Ponete in una pentola di acciaio inossidabile un litro d’acqua di sorgente, un limone biologico tagliato a spicchi che prima avrete lavato con cura dopo un congruo ammollo, e tutti i fiori che potete. Mettete la pentola con coperchio sul fuoco vivo e portate ad ebollizione. Vedrete che la massa di fiori a questo punto si sarà fortemente ridotta e sarà tutta nel liquido. Lasciate bollire per non più di dieci minuti e filtrate il tutto con l’aiuto di un canovaccio che strizzerete energicamente per ricavare dalla massa tutto il liquido presente. Mettete nuovamente la pentola sul fuoco ed aggiungete 750 grammi di zucchero facendolo sciogliere mescolando con un cucchiaio di legno. Lasciate sobbollire fino a quando il composto non si sarà sufficientemente addensato. Spegnete, lasciate riposare due-tre minuti, invasate ancora caldo. Coprite i vasi con una coperta e lasciate che si raffreddino lentamente. Potrete impiegarlo come raffinato dolcificante, come tocco finale sulle coppe di gelato, come addizione allo yogurt magro o prodotto in casa, su pane e burro.

Da http://blog.libero.it/castellodiarrone/5788017.html

Minestra colorata:Ingredienti: una pentola di brodo di carne leggero, due uova, un pugno di parmigiano grattugiato, boccioli fiorali di Albero di Giuda.Preparazione: dividere i tuorli dall'albume e batterli energicamente con il parmigiano. A parte montare a neve gli albumi e unire i fiori sgranati precedentemente. Si uniscono quindi i due preparati e si cuociono velocemente nel brodo bollente muovendo con una forchetta. Ne deriverà una minestra con un colore inconsueto e un gusto che non finirà mai di stupire, dovuto in particolare al sapore piccante di questi fiori che nel brodo caldo, sprigionano tutta la loro essenza.

Proprietà

http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=10495

Anticamente veniva ricavata dai rami una tinta gialla. Si riporta che i fiori, melliferi, si possano friggere o mescolare alle insalate e conservare sott'aceto o in salamoia come i capperi e che i semi siano farinosi e nutrienti.Un derivato dalle gemme (macerato) manifesta proprietà antitrombotiche.Merita un cenno l'uso del legno, rosso-bruno a fine tessitura, duro, ma poco pesante, utilizzato per lavori d'intarsio, pezzi torniti e piccoli contenitori.Più noto è certamente l'impiego della pianta come elemento ornamentale in parchi e giardini, ma anche in alberature urbane, per la particolare attrattiva delle abbondanti fioriture.Curiosità: Riguardo all'indigenato della specie (e subspecie nominale) in Italia, secondo Montelucci (1972 e 1976-77) Cercis sarebbe sicuramente autoctono nel Lazio, sopravvissuto alla glaciazione würmiana su pendici calcaree rivolte a SW; un centro di irradiazione spontanea secondario si avrebbe nel Vicentino e sui Colli Euganei, dove è presente in boschi termofili, ma in questo caso (Pignatti, 1982) è molto probabile si tratti di naturalizzazione recente da piante coltivate.

Da http://www.giardini.biz/piante/alberi/uso-del-cercis/Il legno dell’Albero di Giuda è un legno di colore rosso caratterizzato da abbondante venatura che lo rende idoneo a lavori di ebanisteria, di intaglio, o, per la sua elevata resistenza, per piccoli oggetti al tornio. Dalla pianta, e in particole dai giovani rami, si ricava un principio tintorio di colore giallo. Non viene menzionato nei più diffusi testi di erboristeria e nessun medico dell’antichità se ne è occupato.

IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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