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Cardogna comune

Scolymus hispanicus L.

Famiglia

Asteraceae

Ordine

Asterales

Sottoclasse

Asteridae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

Da Gualtiero Simonetti - Marta Watschinger : Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati - Illustrati Mondadori:

Scolimo, cardogna. Il nome del genere deriva dal greco e indicava un tipo di cardo edule. Pianta bienne, con fusto alato e ramoso che porta foglie pennatifide a margine aculeato; i capolini, avvolti da poche brattee e da squame dentate, sono raccolti in racemi e formati da fiori ligulati gialli. Gli acheni ovali presentano una corona di setole non persistenti. Fioritura: Giugno - Agosto. Questa specie si incontra su terreni sabbiosi, ruderali, al margine di sentieri fino al piano collinare. Questa pianta è comune in tutta l'Europa mediterranea. Le radici e i giovani getti si possono consumare cotti o in insalata.

Da http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=24895:

Scolymus hispanicus L. - Cardogna comune, Cardo giallo o Scardiccione - Asteraceae.Da skolumos, nome greco di un cardo mangereccio. Forma biologica: H bienn Tipo corologico: Euri - Medit. Pianta robusta, vistosa, molto spinosa, Fusti alati alti 20 - 120 cm. Foglie pennato-partite o pennato-sette, spinose, le superiori amplessicauli. Capolini avvolti da brattee spinose, corolla gialla Fiorisce da Giugno ad Agosto Comune in terreni incolti, aridi e sabbiosi fino a 800 m.

Da http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=1521:

Scolymus hispanicus L. - Cardogna comune Scolimo, Cardaburdue, Cardo scolimo, Cardogna comune, Cardo scolino, Cardo giallo.Forma Biologica: H bienn - Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello del terreno.

Descrizione

Pianta erbacea biennale da 30 a 120 cm. di altezza, portamento ramoso-corimboso e fusti con le ali brevi ed interrotte, a bordo spinoso.Foglie scabre e glabre,le radicali pennatofide a lobi dentato-spinose, le cauline amplessicauli più o meno coriacee, lunghe fino a 10-15 cm.Fiori, capolini, tutti ligulati di un colore giallo vivo di ca,16-17 mm., sessili, distribuiti a livello delle ascelle fogliari e terminali, avvolti in genere da 3 brattee munite di spine larghe ed involucro con brattee lesiniformi, acute, cuspidate. Fiori ermafroditi. Impollinazione tramite insetti.Frutti: Acheni ovoidali-compressi grigiastri senza pappo.Tipo corologico: Euri-Medit. - Specie con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite). Steno-Medit. - Specie con areale limitato alle coste mediterranee, (area dell'Olivo).Antesi: giugno-settembre. Distribuzione in Italia: questa specie è molto comune dalla Liguria a tutto il sud, isole comprese, lungo la costa adriatica da Trieste fino le coste calabresi. In Piemonte presenza incerta.Habitat: litorali sabbiosi, suoli aridi, terreni incolti e lungo gli argini di grandi fiumi. A seguito dei continui sfalci in certe zone questa specie non ha in seguito la possibilità di riprodursi e sta regredendo. (Da 0 a 800 m.).Note di Sistematica: Sottospecie presenti in Italia: Scolymus hispanicus L. subsp. hispanicusScolymus hispanicus L. subsp. occidentalis F.M. VàsquezNote, possibili confusioni: Scolymus grandiflorus Desf. con fusto con ali continue,(eccetto la base) capolini maggiori(23- 25 mm.) con 3 bratte (6 nel capolino terminale). Presente :Toscana,Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (Da 0 a 1400 m.)Scolymus maculatus L. , simile allo S. hispanicus, ma fusto con 2-4 ali continue spinose e con grosso margine cartilagineo bianco, ma foglie spatolate, le superiori coriacee, e di aspetto incartapecorito, capolini ( 15-17 mm.) in corimbo tutti terminali, avvolti da 3-5 brattee, con squame acuminate ed antere nerastre. Presente: Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata,Calabria, Sicilia e Sardegna. In Campania non più ritrovato. (Da 0 a 600)Tassonomia filogenetica Magnoliophyta Eudicotiledoni Asteridi Ordine Asterales Famiglia APW Asteraceae Tribù ScolymeaeEtimologia: Scolymus dal greco= pungiglione, era il nome col quale gli antichi greci chiamavano un tipo di cardo con spine, la cui radice era commestibile. Mentre hispanicus allude alla sua origine spagnola.

Usi alimentari

L’uso è noto soprattutto ai buongustai. Nelle aree delle regioni meridionali in cui il consumo è tradizionale la pianta è molto apprezzata come alimento, nonostante l’apparenza scoraggiante delle spine e la laboriosa opera di mondatura necessaria prima della preparazione gastronomica.Dai cespi basali più teneri che spuntano a fine inverno o all’inizio della primavera (si consuma non oltre la Pasqua), estirpati con l’aiuto di una zappetta per via della robusta radice, dopo una prima mondatura e un “riposo” per alleggerire il rischio spine, si ricavano per il consumo sostanzialmente le nervature centrali, dal colletto in su, prive di spine.In alcune aree si utilizzano anche i fusti più teneri, più o meno come i gambi dei carciofi, anch’essi ovviamente debitamente mondati dalle spine e delle parti esterne più dure.Della cardogna comune si utilizzano a volte anche le radici carnose. Queste parti vengono lessate e poi condite con olio e limone, aggiunte in frittate strapazzate, fritte in pastella o ripassate al burro o aggiunte ad insalate.In alcune aree dove il consumo è tradizionale, come nelle Murge pugliesi o lucane, vengono utilizzati per preparazioni più elaborate e saporite e anche perpietanze rituali per i giorni della Passione o quello di Pasqua. Spesso si accompagnano alla carne o al brodo di agnello e alle uova. Le parti commestibili della pianta vengono anche aggiunte nelle zuppe e ad altre verdure per ripieni e torte salate.Nell’Anconitano è segnalato l’utilizzo delle radici per accompagnare piatti natalizi a base di stoccafisso.La pianta è consumata in altre aree del Mediterraneo, dalla Spagna, dove il consumo è tradizionale e più frequente, alla Turchia. È segnalato anche il consumo delle foglie più tenere, lessate dopo essere state private delle spine. Oltre che dopo lessatura le parti giovani vengono consumate fresche in Egitto e in altre nazioni arabe. È segnalato l’uso in Tunisia come alimento-medicina per stimolare il fegato, ma diventa anche un’ottima verdura per accompagnare il couscous.

Proprietà

Da http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=1521:

Proprietà ed utilizzi: Specie commestibile anche se non in tutte le nostre regioni sono conosciute le sue qualità commestibili, esse non sono affatto trascurabili, forse la presenza di spine ispide ed insidiose non invita a raccoglierla. La radice carnosa si usa bollita o stufata ed è eccellente, quale contorno per carni e pesci, mentre tostata viene usata quale succedanea del caffè. Le coste private doverosamente dalle spine e dalle foglie , si mangiano sia lesse che fritte ed hanno un sapore più intenso dei carciofi. I fiori essiccati sono usati per la colorazioni di alimenti ed in certi casi sostituisce lo zafferano, benché dia solo un bel colore, ma non altrettanto sapore.

IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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