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Elicriso

Helichrysum italicum (Roth) G. – Don.

Famiglia

Asteraxeae

Ordine

Asterales

Sottoclasse

Asteridae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

(Da Gualtiero Simonetti - Marta Watschinger : Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati - Illustrati Mondadori) semprevivo d'Italia Il nome del genere fa riferimento al greco e significa "sole dorato", per il colore giallo brillante dei capolini. pianta perenne, densamente pelosa, legnosa alla base, con odore penetrante. I fusti fogliosi portano foglie lineari biancastre; i capolini, cilindrici, con numerose squame involucranti, sono formati da fiori tubulosi e sono raccolti in densi corimbi. Gli acheni con pappo sono tubercolati. Fioritura: Giugno-Settembre. Si incontra negli ambienti costieri aridi, nelle macchie e tra le rocce. Comune nell'Europa mediterranea. (Da Roberto M. Suozzi : Dizionario delle erbe medicinali - Grandi Tascabili Economici Newton) Inglese:Italian immortelle. Francese:Immortelle d'italie. Tedesco:Italienische strohblume. Spagnolo:Siempreviva Itàlica. Pianta dell'Europa Meridionale, in Italia è comune presso il mare e nei luoghi aridi (regioni centro-meridionali e isole). E' un suffrutice perenne, aromatico, dalle foglie sessili, strette e lineari. Ha capolini riuniti in fitti corimbi e di colore giallo. Può variare dai 20 ai 60 centimetri di altezza. Note storiche - Racconta il Mattioli: "Lo elicrisio il qual chiamano alcuni crisantemo, e altri amaranto (...). Giova la sua chioma bevuta con vino al morso dei serpi, alle sciatiche, alle distillazioni dell'orina, e ai rotti, provoca i mestrui. Bevuto con vino mielato resolve il sangue appreso alla vescica; e parimenti nel ventre. Bevuto medesimamente da digiuno in vino bianco innacquato al peso di tre oboli proibisce il catarro che scende dal capo". Anche Castore Durante confermava che l'elicriso "ha facoltà incisive, è caldo e secco.". E, dopo aver confermato quanto sopra affermato dal Mattioli, aggiunge: "I fiori cotti in vino cacciano fuori i lumbrici. Il seme pesto, et preso co'l vino moltiplica il latte". Da http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=16303 Elicriso o Perpetuini d'Italia Etimologia: Il nome del genere deriva dal greco helios = sole e chrysos = oro con riferimento al colore dei suoi capolini gialli e brillanti come il sole e come l'oro. Morfologia: Pianta perenne suffruticosa, che con le sue numerose ramificazioni, contorte ed ascendenti, forma un piccolo cespuglio alto 30-40 cm, di colore biancastro per il tomento di peli lisci grigio-biancastri che la ricoprono almeno nello stadio giovanile. Foglie alterne, sessili, strette e lineari, lunghe 20-40 mm e larghe 1 mm, con margine ripiegato verso il basso, e ricoperte da fine peluria sulle due facce. Infiorescenza a corimbo è composta da numerosi capolini conici (10-15) posti all'apice del fusto. I capolini hanno un involucro oblungo-cilindrico o campanulato, sensibilmente più lungo che largo, con brattee ghiandolose, subtriangolari e apice acuto,poste in più file e densamente imbricate. I fiori tutti tubolosi, profumati, ermafroditi, di colore giallo-oro hanno una lunga corolla tubolare che termina con 5 lobi triangolari. Il frutto è un achenio ovale-oblungo, più o meno ghiandoloso, con un pappo di peli semplici inserito nella parte sueperiore. Distribuzione – Habitat – Fioritura: Pianta dell'Europa meridionale (regione nordmediterranea), in Italia è comune al centro, al sud e nelle isole, mentre al nord è saltuaria nella fascia prealpina. Vegeta nelle garighe, cespuglietti e prati aridi nelle zone aride prospicienti il mare e all'interno in luoghi rocciosi e suoli poco evoluti fino a 800 m. di altitudine. Fiorisce da Maggio a Settembre. Nota: Delle 300 specie che appartengono al genere Helichrysum ben 25 sono presenti nel bacino mediterraneo Curiosità: Il suo nome che deriva dal sole e dall'oro, il suo colore e il suo intenso profumo non sfuggirono ai popoli antichi che la dedicarono al Sole e intrecciavano i suoi fiori per farne collane da adornare le statue di Apollo e di Minerva. Le sue qualità furono a lungo studiate anche da Plinio, Geber, Dioscoride, ed altri che lo consideravano una vera panacea per la maggior parte dei malanni. Il suo intenso profumo permetteva a Napoleone di riconoscere, l'odore del suolo natio, quando si trovava ancora in mare e fuori dalla vista della Corsica, dove questi fiori sono particolarmente abbondanti e odorosi.

Usi alimentari

Anche se non frequentemente e in aree ristrette la pianta è usata in cucina come aromatica in aree costiere del Centro-sud, per via del suo gradevole sapore amarognolo, vagamente di curry, meno intenso del rosmarino, di cui nei nomi dialettali prende il posto come specie selvatica. Polverizzato o tritato finemente viene usato per aromatizzare non solo carni, specie se arrostite, pesce e patate, stesso uso è segnalato in Spagna e Sardegna, dove vengono usate per intero le parti aeree fiorite.

Proprietà

(Da Gualtiero Simonetti - Marta Watschinger : Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati - Illustrati Mondadori) Coltivata come ornamentale per i fiori persistenti, ha anche proprietà aromatiche e officinali (diuretica ed astringente). (Da Roberto M. Suozzi : Dizionario delle erbe medicinali-Grandi Tascabili Economici Newton) Parti usate - Sommità fiorite. Componenti principali - Olio essenziale contenente: nerolo, acetato di nerile, dichetoni, alfa- e beta-pinene; flavonoidi, fitosteroli, acido ursolico, lattone dell'acido ursolico, acido oleanolico, acido caffeico. Indicazioni terapeutiche - Per via interna l'elicriso è indicato nelle affezioni dell'apparato respiratorio, anche nelle malattie da raffreddamento. Nella patologia respiratoria ha un'azione bechica ed è un fluidificante delle secrezioni mucose. L'elicriso è altresì utilizzato nelle manifestazioni allergiche (orticaria, ecc.) e nelle emicranie. Si può adoperare in tintura, estratto fluido. Nell'uso esterno sotto forma di oleolito, pomata, è impiegato come antinfiammatorio e antiedemigeno, nelle ustioni, negli eritemi solari. In dermatologia lo si utilizza negli eczemi e nelle psoriasi, mentre in collirio entra nel trattamento di numerose forme congiuntivali. (Da Il libro completo dei rimedi naturali-Giunti Demetra) Dell'elicriso, o semprevivo o sempiterno, si usano le sommità fiorite raccolte all'inizio della fioritura, legate in mazzi lenti e poste ad essiccare in luogo ombroso e ventilato. Contiene olio essenziale, tannino, acido caffeico; è un bechico e un sedativo bronchiale, stimolante della circolazione, vulnerario. Impiego: infuso e decotto utilizzato in caso di bronchite, tosse e catarro in genere, varici, dolori reumatici; per uso esterno impacchi e bagni con l'infuso per curare emorroidi, dermatosi, geloni, piedi e mani freddi dovuti a una cattiva circolazione del sangue. L'olio essenziale di elicriso è molto stimato in profumeria. L'assunzione regolare del decotto è particolarmente benefica, rinforza la pelle contro i raggi solari e gli agenti atmosferici, mentre, se aggiunto all'acqua del bagno, tonifica e decongestiona la pelle. Da http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=16303 Proprietà ed usi: I suoi principi attivi costituiti da olio essenziale (pinene, eugenolo, linalolo), fitosteroli, flavonoidi (naringenina, apigenina, luteolina, quercitrina), acido caffeico, colorante (elicrisina), le conferiscono proprietà tossifughe, espettoranti, antinfiammatorie, analgesiche e antireumatiche, antiartritiche, ipocolesterolizzanti, stimolanti epatocellulari, depurative e drenanti epatiche, cicatrizzante, desclerosante, antipsoriasiche, antieczematose, spasmolitiche, coleretiche, colagoghi, antibatteriche, antiallergiche, stimolanti gastriche Viene infatti utilizzato per uso interno come decotto, per sedare gli eccessi di tosse (pertosse), favorire l'eliminazione del catarro bronchiale, sedare gli spasmi d'asma e lenire le irritazioni allergiche delle mucose nasali. Per uso esterno come decotto o tintura oleosa, per curare eczemi, dermatiti, psoriasi, couperose e per prevenire e curare le scottature solari, flebiti, edemi, ferite, cicatrici, piaghe, emorroidi. Viene considerato un valido aiuto per combattere nevralgie e nevriti, artrite, poliartrite e osteoartosi ed anche insufficienze e congestioni epatiche, colecistiti, disturbi pancreatici. Tuttavia il suo impiego è ancora sottovalutato limitandolo per la maggior parte alle industrie cosmetiche, saponificatrici e per adornare la casa, i perpetuini infatti grazie alle brattee membranose e cartacee dei suoi capolini, riescono a conservarsi inalterati anche dopo la disidratazione, sono quindi adatti a formare decorazioni di fiori secchi.

IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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