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Buglossa azzurra

Anchusa italica Retz.

Famiglia

Boraginaceae

Ordine

Lamiales

Sottoclasse

Asteridae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

Anchusa italica Retz.Anchusa azurea Mill.

Descrizione

Pianta perenne, robusta, alta fino a 150 cm, con dense setole rigide patenti, generalmente di 1,5 - 3,5 mm. Foglie basali e cauline inferiori lanceolate o oblanceolate (1,5-4 X 6-15 cm), acute, più o meno intere e piane sul bordo, con picciolo quasi indistinto. Foglie superiori simili, ma sessili e di dimensioni ridotte. Inflorescenza panicolata con numerose cime dense, alla fruttificazione allungate e con calici distanziati di 1-2 cm. Brattee strettamente triangolari, acute, più corte del calice. Calice di 7-11 mm, fino a 20 mm alla fruttificazione, diviso fin quasi alla base in 5 lobi acuti e lineari, appressati e conniventi alla fruttificazione. Corolla rotata, azzurro-violetta (inizialmente rosa) con tubo dritto lungo quanto il calice e lembo con diametro di 9-15 mm, lobi arrotondati, chiusa alla fauce da 5 squame bianche con peli cilindrici allungati. Antere inserite nel tubo corollino, al di sotto delle squame e parzialmente sovrapposte a queste. Stimma bilobo. Mericarpi eretti, più lunghi che larghi.

Forma Biologica

H scap - Emicriptofite scapose. Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.

Tipo corologico

Euri-Medit. - Entità con areale centrato sulle coste mediterranee, ma con prolungamenti verso nord e verso est (area della Vite).

Antesi

da Aprile a Luglio.

Distribuzione in Italia

Presente su tutto il territorio nazionale con la sola eccezione del Trentino Alto Adige, dove in passato è stata segnalata solo per errore.

Habitat

incolti, bordi di campi e strade, pascoli aridi, dal piano fino ai 1200 m.

Note di Sistematica

specie simile è Anchusa officinalis L. che è facilmente distinguibile in fase di fruttificazione, quando i calici restano ravvicinati e i mericarpi sono più larghi che lunghi. Pianta presente in tutte le regioni del nord fino all'Emilia-Romagna.Sono presenti sul terrritorio nazionale anche le seguenti specie:
Anchusa undulata L. subsp. hybrida (Ten.) Bég., pianta eretta o sub-eretta, che presenta foglie con margine più o meno ondulato, brattee più corte del calice, non cordate, calice diviso fino alla metà o meno, lembo della corolla campanulato di 6-12 mm con lobi deltoidi e subacuti. Stami inseriti sotto la base delle squame, antere non o parzialmente sovrapposte. Presente nelle regioni centro-meridionali.
Anchusa capellii Moris, pianta prostrata-ascendente con brattee lunghe quanto il calice o più lunghe, oscuramente cordate alla base, calice diviso per più della metà e campanulato alla fruttificazione, corolla con lobi arrotondati. Specie endemica sarda.
Anchusa crispa Viv. subsp. crispa, specie endemica sarda.
Anchusa crispa Viv. subsp. maritima (Vals.) Selvi & Bigazzi, specie endemica sarda.
Anchusa formosa Selvi, Bigazzi & Bacch., specie endemica sarda.
Anchusa littorea Moris, specie endemica sarda.
Anchusa sardoa (Illario) Selvi & Bigazzi, specie endemica sarda.

Tassonomia filogenetica

Magnoliophyta
Eudicotiledoni
Asteridi
Ordine       Asteridi di collocazione incerta
Famiglia     Boraginaceae Juss.
Tribù        Anchuseae
Genere       Anchusa L.

Etimologia

Il termine generico deriva da greco ankousa = “belletto”. Nei tempi antichi infatti, si estraeva dalla radice di Anchusa officinalis L., una tintura rossa che veniva usata nella preparazione dei belletti coi quali le donne greche e romane si truccavano il viso. Il termine specifico per il colore della corolla.

Fonte: www.actaplantarum.org

È conosciuta con i nomi popolari: ancusa, lingua di bue, lingua di manzo. Il nome buglossa deriva dal greco e significa “lingua di bue”, per la forma delle sue foglie, abbastanza carnose e rugose. A questo stesso genere appartengono una dozzina di piante, che hanno però, scarsa importanza dal punto di vista gastronomico, poiché quasi tutte presentano foglie molto setolose e dure. Quella che ci interessa è la Buglossa azzurra (Anchusa italica L) presente su tutto il territorio dell’Italia, così chiamata per il colore azzurro-violaceo dei suoi fiori. Si tratta di una pianta perenne o bienne, alta da 15 a 30 cm, che presenta foglie lineari-spatolate alla base, mentre le cauline sono lineari-lanceolate, sessili ed acutissime, leggermente increspate ai bordi, leggermente setolose; queste setole sono anche presenti su tutte le parti delle pianta con foglie più grandi, molto simili a quelle della borragine, per cui può essere usata fritta al posto di quella. Ha caule eretto, ramificato e fiori a stella di colore azzurro cielo. Un tempo veniva usata a scopo medicinale per la presunta azione diuretica. .  Si può reperire nei pascoli aridi e nei prati incolti, specie ai bordi dei campi e delle stradine di campagna, ma anche vicino all’abitato e sulla riva dei ruscelli.

Fonte: tusciaintavola.tusciamedia.com

Usi alimentari

Le foglie giovani e tenere di questa pianta, insieme ai giovani getti fiorali, vengono consumati cotti alla stregua di qualsiasi altra verdura. I fiori crudi invece vengono aggiunti all'insalata.

Fonte: www.actaplantarum.org

Il profumo dei fiori e il sapore delle foglie sono molto simili a quelli della borragine, anche se più delicato, della quale segue gli usi, sia come erba che come condimento, specie quando si usa crude nelle insalate miste, per cui è giustificato il nome dialettale che le viene attribuito in alcune località di borrana selvatica. In cucina Le foglie della buglossa azzurra, quelle più tenere e giovani, possono essere utilizzate anche crude. In passato le classi più povere le inserivano nelle insalate miste, come condimento, poiché il loro sapore è abbastanza gradevole dal momento che si avvicina molto a quello della borragine. Molto più spesso, considerato anche il fatto della facile reperibilità, veniva usata cotta, per farne minestre di verdure miste e nelle zuppe contadine, sempre insieme con altre erbe selvatiche. Ma il suo interesse gastronomico, che può ritenersi ancora attuale, è dovuto al fatto che può essere utilizzata opportunamente nelle frittate, al posto degli strigoli. I fiori in passato venivano usati per preparare bevande rinfrescanti, mentre in alcune località venivano anche canditi, sempre al posto di quelli della borragine. I fiori a stella di colore azzurro cielo vengono usati per preparare una bevanda rinfrescante.

Fonte: tusciaintavola.tusciamedia.com

Proprietà

Nella medicina popolare l'Anchusa azurea viene impiegata come depurativo, diuretico, ma soprattutto contro la tosse e ridotta in poltiglia per uso esterno contro le infiammazioni. Dalla radice si ottiene un colorante rosso che veniva utilizzato in cosmetica.La pianta contiene un particolare alcaloide che agisce sul sistema nervoso e può avere effetti paralizzanti.

Fonte: www.actaplantarum.org

L’uso di questa pianta risale al tempo dei Romani per cui la troviamo citata in alcuni scritti dell’epoca. Dalle sue radici si estraeva in passato una sostanza colorante innocua (il nome greco della pianta significa infatti belletto), che veniva usata in pasticceria per dare una bella tinta rossa ai confetti e ad altri dolciumi.

Fonte: tusciaintavola.tusciamedia.com

IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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