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Acetosella gialla

Oxalis pes-caprae L.

Famiglia

Oxalidaceae

Ordine

Geraniales

Sottoclasse

Rosidae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

Da http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=7895:

Oxalis pes-caprae L. Sp. Pl. : 434. (1753) Oxalis cernua Thunb.

Acetosella gialla, trifoglio giallo

Forma Biologica: G bulb - Geofite bulbose.

Piante il cui organo perennante è un bulbo da cui, ogni anno, nascono fiori e foglie. Descrizione: Pianta erbacea acaule perenne con rada peluria glandulosa, rizoma sotterraneo, carnoso e con bulbilli di 5 - 8 mm. Foglie poste su piccioli lunghi circa 15 cm con 3 segmenti articolati e bilobi, carnosette con peli sul margine e punteggiate nella pagina superiore. Infiorescenza lievemente pubescente, senza foglie, posta su un lungo scapo afillo, ombrelliforme, pendulo e portante 5 -12 fiori ermafroditi. Corolla di colore giallo citrino, imbutiforme con 5 sepali liberi e con 5 petali di forma obovata distinti o parzialmente connati alla base 2,5 mm di diametro ; 10 stami di cui 5 più corti, ovario con 5 stili terminanti a bottone. Fruttifica producendo una capsula che raramente arriva a maturità. Si diffonde essenzialmene per via vegetativa.

Fioritura: Novembre - Maggio

Distribuzione in Italia: Avventizia in: Lombardia, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Habitat: Terreni coltivati e incolti, campi da 0 a 600 m s.l.m.

Etimologia: Il termine del genere deriva dal greco "òxys" = "acido" e "sal" = "sale" in riferimento al gusto acidulo della pianta; l'epiteto della specie fa riferimento alla radice che assomiglia allo zoccolo della capra. Curiosità: Introdotta nel 1806 nell'isola di Malta da una signora inglese proveniente da Città del Capo e donata al frate Giacinto, botanico locale che la segnala come O. cernua Thunb., ma dal 1796 risulta già coltivata in Sicilia da dove, in 50 anni circa, si propagò in tutto il bacino del Mediterraneo.E' molto resistente agli erbicidi. Al contadino indica la possibilità di piogge imminenti per la capacità della pianta di ripiegare le foglie prima dell'arrivo di una pioggia.

Usi alimentari

Da http://tusciaintavola.tusciamedia.com/a/216-acetosella.html:

Se ne possono impiegare le giovani foglie fresche, che vanno raccolte in primavera e possono essere aggiunte nelle insalate selvatiche, alle quali conferiscono uno spunto di sapore acidulo, a molti gradito. In alcuni casi può sostituisce il succo di limone, al punto da poterne fare una bevanda che ricorda la limonata, bollendo le foglie in acqua per circa 5 minuti e lasciandola poi raffreddare e addolcendola con zucchero o miele. L’acetosella è facilmente riducibile in purea, da cui si ricava la base ideale per una eccellente salsa che accompagna le uova in camicia e il pesce bollito. Un altro tipo di salsa all’acetosella si può fare usando i seguenti ingredienti: una manciata di acetosella, 3 spicchi di aglio, 1 cucchiaio di capperi, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 75 g di burro, sale. Si procede tritando le erbe e miscelandole al pomodoro, al sale e infine al burro. Quindi si pone tutto in una casseruola a fuoco basso, rimestando continuamente per ottenere una pasta omogenea. La salsa risulterà ottima su fettine di pane fatte tostare in un tegame unto con olio o con un po’ di burro, ma può essere usata anche per donare sapore a minestre e arrosti. Queste foglioline si possono anche masticare crude, per calmare il senso di arsura; ed è per questo motivo che prende anche il nome dialettale di passasete. Una specie di crema all’acetosella viene preparata per spalmarla sui crostini di pane.

Note storiche Tutte le acetoselle, sono erbe aromatiche molto antiche. Erano usate nell’Egitto dei faraoni e sono ancora impiegate nella moderna cucina egiziana. I Greci antichi e i Romani le usavano per favorire la digestione e mitigare gli effetti di un cibo troppo nutriente. Nel Medioevo, specie in Inghilterra, insieme con l’erba pazienza si coltivava in tutti gli orti e si coglieva tenera per farne minestre e salse piccanti e per aggiungerla alle insalate.  Ancora oggi, in Inghilterra è un elemento essenziale delle salse agre a base di verdure, da servirsi con maiale od oca. In Francia gode ancora di una notevole popolarità soprattutto per il saumon à l’oseille (salmone con salsa di acetosa). Probabilmente quella che cita ripetutamente il Corrado nelle sue ricette, sotto il nome di “sapor di acetosa” o “salsa d’acetosa”, non è altro che questa acetosella. Per prepararla così la descrive: “Si passano con butirro quantità d’acetosa e spinaci triti e poi si pestano con una mollica di pane, e corteccia di limone verde; condito tutto di spezie, sugo di limone, e brodo chiaro, si passerà per setaccio, e si servirà la salsa calda sopra manzo lesso”.

Proprietà

Specie commestibile officinale Contiene principi attivi come l'acido ossalico legato in forma salina e antrachinoni. Si utilizza nelle insalate ma per l'elevato contenuto di ossalati se ne sconsiglia l'uso per le persone con presenza di calcoli renali, reumatismi articolari, artrite e gotta.Quando viene lessata perde quasi del tutto la carica di ossalati. Nella medicina popolare si utilizzava come diuretico e depurativo e per uso esterno come impacchi sulla pelle arrossata.

Da http://tusciaintavola.tusciamedia.com/a/216-acetosella.html:

Usi erboristici Normalmente, però, gli usi dell’acetosella sono più medicinali che gastronomici, a causa dell’elevatissimo contenuto di vitamina C e di potassio (ossalato di potassio). Questa sostanza, dalla quale si ricava un prodotto chimico per togliere le macchie di inchiostro, è però considerata tossica e nociva, particolarmente ai reni di chi soffre di calcolosi ossalica, ma la quantità contenuta in una insalata si può mangiare con assoluta tranquillità. L’eccessiva ingestione della sua decozione può, invece, provocare anche gravi avvelenamenti, che si manifestano con contrazioni muscolari tetaniche, disturbi cardiocircolatori e paralisi; a volte determina disturbi gravi negli animali, specie nelle pecore, che possono anche morire per l’ingestione eccessiva di questa erba.

IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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