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Reseda comune

Reseda lutea L.

Famiglia

Resedaceae

Ordine

Capparales

Sottoclasse

Dilleniidae

Classe

Magnoliopsida

Descrizione

Morfologia

Pianta annua o perenne, erbacea, polimorfa, con fusti eretti, angolosi, per lo più ramosi, altezza 20-90 cm.

Foglie pennate, picciolate e profondamente frastagliate in 3-7 segmenti oblunghi. I fiori su brevi peduncoli, sono riuniti in racemi eretti, hanno calice a 6 sepali, corolle giallo-verdastre formate da 6 petali 3-fidi: i 2 segmenti laterali più larghi di quello centrale. I frutti sono capsule oblunghe; i semi sono lisci neri e lucenti muniti di caruncola sviluppata.

Antesi

Maggio – Settembre

Distribuzione in Italia

Presente in tutta la penisola e nelle isole.

Habitat

Massicciate ferroviarie, bordi delle strade, incolti, zone ruderali, macerie, su terreni gessosi e calcarei da 0 a 1500 m.

Note di Sistematica

Congeneri presenti nel nostro territorio: Reseda alba L. - Reseda bianca, che si distingue per foglie della rosetta con 5-15 lacinie, fiori a 5 petali bianchi. Reseda luteola L. - Reseda biondella, che si distingue per foglie maggiori della rosetta con lamina intera dentata e ondulata. Reseda odorata L. - Reseda odorosa, che si distingue per foglie oblanceolato-spatolate e fiori bianco-verdastri, profumati con petali divisi in lacinie spatolate. Reseda phyteuma L. - Reseda selvatica, che si distingue per foglie basali generalmente intere, lineari spatolate fiori inodori con petali bianco-verdastri divisi in lacinie lineari.

Etimologia

Il nome del genere, che dà il nome anche alla famiglia, deriva dal latino “resedare” = “calmare” con riferimento alle proprietà medicinali della pianta; il nome specifico da "lúteus" giallo: giallognolo, indica il colore dei fiori.

Nomi comuni

Reseda comune, Reseda gialla, Amorino giallo, Guaderella, Erba gialla.

Forma biologica

H scap - Emicriptofita scaposa (Piante perennanti per mezzo di gemme poste a livello del terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie)

T scap - Terofita scaposa (Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie).

Tipo corologico

Areale europeo.

Usi alimentari

Le foglie crude ed i fiori, moderatamente aggiunte alle insalate, sono ordinariamente commestibili.

Ricercata da ruminanti, api e farfalle.

Proprietà

Buona mellifera, un tempo era utilizzata come pianta vulneraria e diuretica e nei secoli scorsi, veniva impiegata per colorare i tessuti; con l’infusione in acqua bollente delle foglie essiccate all’aria, si otteneva un colore giallo oro.

La dispersione dei semi è aiutata da uccelli e formiche.

La Reseda Lutea era nota come Rimedio Naturale antitumorale già nell'antichità. Citata da Plinio il Vecchio in uno dei suoi trattati, successivamente anche altri medici hanno riportato nei loro testi questa erba medica tra i possibili alleati contro i tumori. Tra questi François Geoffroy e Samuel Frederick Gray. Nonostante ciò, prima del 2014 nessuno aveva speso il suo tempo nel verificare queste informazioni secondo criteri moderni, neppure in test in vitro. Nel 2014 uno studio ha interrotto per un attimo la coltre di nebbia caduta su questo Rimedio Naturale dimostrandone l'efficacia contro cellule tumorali del Melanoma e fibroblasti, rilevando le sue potenzialità strettamente legate all'alto contenuto di Benzil Isotiocianato (BITC) e Benzil Glocosinolato, componenti che in tempi recenti molti si affannano ad isolare, capire, e cercare di incapsulare in farmaci, poiché l'attività antitumorale ne è più che confermata. Verrebbe da chiedersi se non fosse il caso di dare retta già da ben più tempo ai tanti suggerimenti che identificavano queste semplici piante erbacee come potenti farmaci, senza perdersi nel tentativo (dispendioso in termini di tempo e di denaro) di manipolarli al solo scopo di poterli incapsulare in prodotti coperti da copyright. Come si evince infatti anche dalla storia della Reseda Lutea, nessun ulteriore studio è nato in seguito all'unico che ne ha confermato il potere in vitro di eliminare le cellule tumorali, sotto la semplice forma di estratto. Nessuno pare abbia ancora pensato di studiarne gli effetti direttamente in vivo, magari senza passare dall'inutile tortura sugli animali, visto che la pianta è nota per essere commestibile ed utilizzata da millenni come alimento senza particolari effetti tossici. Sebbene sia "più che teorizzato" come spesso siano più efficaci i composti integri nella loro complessità, rispetto al singolo componente considerato "principio attivo", persiste questa tendenza a ricercare (quasi) solo al fine di controllare, concentrare e poter rivendere il singolo principio attivo, meglio se passibile di diritti esclusivi. Le informazioni sull'usabilità di questa erba riguardano la ricetta nei rimedi tradizionali (per altre patologie) che parla di infusione di 60 grammi di cime fiorite per 20 minuti bevendone fino a 3 tazze al giorno, decisamente troppo poco per poterne sviluppare l'utilizzo. Resta una auspicabile speranza per il futuro.

Il Giallo della Reseda

Il giallo è classicamente un colore che rappresenta il Divino, l'assoluta comunione con il Divino stesso e il Divino che si manifesta, almeno per quanto riguarda la Storia dell’Arte e la pittura tradizionale. Basti pensare all’iconografia di Gesù nei secoli, avvolto da luce gialla (probabilmente dipinta con pigmento di Reseda). Senza contare che spesso il Giallo viene trasformato in Oro, simbolo di assoluta perfezione, con l'aggiunta di polveri di lavorazione del metallo più prezioso. Per questo in altri tempi il Giallo di Reseda fu davvero un elemento importante nei commerci di pigmenti e di tessuti. Ma la Reseda si prestò nei tempi anche a misture differenti: con la Robbia (Rubia Tinctorum) per tingere d'arancione acceso, con l'Anthemis (la Camomilla dei Tintori) per il giallo dolce e dorato delle vesti festive. Con l'Indaco indiano produce invece un verde-giallo molto brillante, simile al lime.

Il Verde di Sherwood

Un Verde particolare, caldo, armonioso e vibrante come la foresta di Sherwood, si otteneva mescolando la Reseda lutea, dal pigmento giallo, al Guado blu (Isatis Tinctoria), entrambe erbe spontanee diffuse nel territorio britannico. Secondo la leggenda, nell'Isola Britannica, visse un eroe conosciuto con il nome di Robin Hood, famoso paladino del popolo inglese, che si diceva “rubasse ai ricchi per aiutare i deboli”; egli vestiva abiti tinti di un Verde pieno e vivace, color dei boschi delle Isole del Nord, che permetteva a lui e ai suoi ribelli di mimetizzarsi ed agire nel cupo del bosco senza essere scoperti. Quel Verde divenne, per il popolo che essi proteggevano, il simbolo della giustizia, della pace e della salvezza, e prese il nome di Saxon Green, Verde Sassone.

Storia

L'utilizzo del pigmento della Reseda è tra i più antichi e diffusi metodi di tintura in Europa, e senza dubbio essa è la più antica pianta da Giallo usata nel continente. La Reseda, nata pare nel Mediterraneo, cominciò la sua “collaborazione” con gli umani già dal Neolitico, ma le testimonianze più corpose sono riportate nella Bibbia ebraica e dai Romani (Plinio, in particolare, la nominò e la descrisse per le sue proprietà). Si diceva appunto che la Reseda fosse il colore con cui le Vergini Vestali romane tingevano i loro abiti e quelli delle giovani spose nella florida Roma degli Imperatori, ma venne utilizzata anche dagli stessi “Barbari”, ai confini dell’Impero. In particolare dai Galli, nelle aree francesi, insieme alle altre due piante fondamentali della tintura europea: la Robbia ed il Guado. Si diffuse rapidamente presso tutte le colture-culture Europee, partendo dai Celti fino ad arrivare al Sud Italia e all’Asia Centrale. In Inghilterra fu considerata la miglior pianta indigena per la tinta da giallo e fu largamente utilizzata nelle colorazioni degli abiti semplici del popolo per secoli interi. La sua attitudine economica e “popolare” non fece disdegnare il suo uso perfino in Francia, dove veniva utilizzata per la tintura delle stoffe preziose, destinate a diventare i magnificenti abiti di Versailles nel periodo di massimo splendore. Fu usata anche dai creativi tintori dei Dogi Veneziani, per i sacri abiti della Chiesa. Fu coltivata intensivamente praticamente da sempre, persino dai Vichinghi, e permise a molti mercanti italiani e europei di stoffe e pigmenti di arricchirsi esageratamente. In Scozia veniva utilizzata per la tintura del famoso tessuto Tweed. Trovò spazio nei monasteri inglesi, che facevano largo uso del pigmento sotto forma di inchiostro, per le miniature, così come la Robbia e altri pigmenti usati per il tessile. Fu senz'altro ampiamente coltivata e curata con tutti gli onori: la sua coltivazione infatti si estese fino a tempi relativamente recenti, ed essa si rivelò, al contrario della maggior parte delle tintorie, una valida concorrente delle nuove tinture chimiche, che sostituirono quasi interamente quasi tutti i pigmenti naturali usati fino al secolo scorso.

Tintura

La sostanza colorante della Reseda si chiama Luteolina, parola che deriva etimologicamente dal nome latino del colore 'Giallo', poiché cristallizza in questa tonalità in maniera pura e brillante, e decisamente solida. Il pigmento si estrae dalla pianta intera (radici escluse): quindi dai fiori maggiormente, ma anche da foglie, rami e semi, soprattutto nel periodo di fine fioritura (estate). Si utilizza sia essiccata che fresca, per colorare la lana, il cotone, la seta e lino. Il Giallo vivo della Luteolina, che si presenta fisso sulla lana tinta è davvero meravigliosamente brillante, ma il pigmento è anche un ottima base per le misture di colori, abbinata ad altre Erbe Tintorie e mordenti differenti. Prima di tingere di solito si usa infatti mettere l'allume di rocca (soprattutto per la lana), per fissare il colore sulle fibre dei tessuti e per dare il giallo limone. In alternativa va bene anche il ferro, ma la sfumatura che ne deriva è olivastra. Poi il filato viene immerso nel bagnocolore caldo (che viene da almeno trenta minuti di infusione), che deve essere preparato con una quantità di pianta uguale al peso del tessuto. Altre piante da Giallo: Carthamus tinctorius (Cartamo); Genista Tinctoria (Ginestra); Crocus Sativus (Zafferano); Curcuma longa (Curcuma), Pyrus malus silvestris (la corteccia del Melo selvatico); Punica granatum (la corteccia del Melograno), Fraxinus excelsior (corteccia di Frassino).

Inchiostro

Macerando la Reseda luteola in alcool, si ottiene un ottimo inchiostro per scrivere e disegnare, utilizzato anche nell’antichità dai frati amanuensi. Il pigmento di Reseda, fatto precipitare nel gesso, dà un inchiostro giallo dorato, che una volta veniva usato in luogo della vera polvere d'oro, per dare magnificenza ai dipinti Sacri.

Fonti

  • http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=17959
  • https://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?f=95&t=4153
  • http://www.inatural.it/it/reseda-gialla-reseda-lutea.html
  • http://www.inatural.it/it/reseda-gialla-reseda-lutea/155-reseda-lutea-rimedio-naturale-melanoma.html
  • http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=147&MDPROSID=.
IMPORTANTE: si raccomanda di raccogliere le piante solo se si è sicuri della specie a cui appartengono, lontano da fonti di inquinamento e contaminazione come industrie, strade, rifiuti, torrenti inquinati, stalle ecc.

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