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Jai Madhav Madan Murari

suryanamaskara 0

Video del bhajan Jai Madhav Madan Murari cantato da Jagjit Singh e Chitra Singh.

Jagjit Singh e Chitra Singh

Jai Madhav Madan Murari

Testo del bhajan

Rit.: Jai madhav madan murari
Strofa: Jai keshav kalimalhari
Rit.: Jai madhav madan murari

Strofa: Sundar kundal nayan vishala
Gale sohe vaijantimala
Ya chav ki balihari
Rit.: Jai madhav madan murari

Strofa: Kabhun loot loot bagi khayo
Kabhun madhuvan ras rachayo
Nachat vipin bihari
Rit.: Jai madhav madan murari

Strofa: karuna kar dropadi pukari
pat me lipat gaye banwari
nirakh rahe narnari
Rit.: Jai madhav madan murari

Glossario

Jai: Un modo per rendere omaggio a una persona molto onorevole, di solito un devoto fa un ‘jai’ al suo signore.

Madhav: Nome usato per un mandriano che nutre i suoi bovini.

Madan Murari, Bipin Bihaari: nomi diversi usati per rivolgersi a Sri Krishna.

Keshav kali malhaari: appellativi di Krishna, per la sua carnagione nera e i suoi capelli lunghi.

Kundal: un ornamento che viene messo sulle orecchie.

Dadhi: versione in sanscrito di “dahi” (la cagliata).

Madhuvan: un nome di un giardino in cui era solito giocare.

Traduzione

Bel Kundal, gli occhi sono grandi,
Vyjyanthimaala sembra carino sul collo,
Moriresti guardandolo
Jai …

A volte hai mangiato cagliata rubandola,
A volte hai fatto merende a Madhuvan,
Bipin bihari danza
Jai …

Draupadi ti ha chiamato, hai riversato le tue benedizioni!
Banvaari la avvolse nel sari
Uomini e donne osservano in soggezione
Jai …

Generalità sui bhajan

Per bhajan (भजन) si intende un particolare tipo di canto devozionale della tradizione Induista, caratterizzato da una notevole semplicità di esecuzione, ed eseguito abitualmente nei templi e nelle case dei fedeli induisti. Utilizzato sia da fedeli induisti che da cristiani e musulmani e diffuso particolarmente nel Nord dell’India e nel Nepal, e costituisce per gli induisti una parte importante del rituale del puja, l’adorazione delle murti (rappresentazioni fisiche come immagini, statue, ecc. di forme o aspetti di Dio).

Il termine sanscrito bhajan, dalla radice “bhaj” (prendere parte, condividere) è strettamente legato al termine bhakti “devozione”, e a “bhagavan”, “Dio”.

Il canto devozionale rappresenta presso tutte le religioni uno strumento della disciplina spirituale, in grado di connettere mente e cuore; questo spiega la ragione per cui i bhajan sono profondamente radicati nella tradizione dell’India.

La grande diffusione della pratica dei bhajan si basa sul fatto che essi sono considerati una perfetta combinazione di tre elementi:

  • Sentimento (Bhava);
  • Melodia (Raga);
  • Ritmo (Tala).

Questi tre aspetti rappresentano il coinvolgimento e l’armonizzazione, attraverso il canto dei bhajan, delle tre qualità, o Guna: Sattva, Rajas e Tamas.

Basi del bhajan

Le basi dei bhajan si fondano sugli inni del Sama Veda, la terza delle Scritture Vediche. Vengono eseguiti da gruppi di devoti, con un cantante principale e secondo uno schema responsoriale: Il solista intona una riga del bhajan, gli altri partecipanti la ripetono subito dopo; questo in termini simbolici rappresenta Dio che guida l’umanità, ed essa che risponde immediatamente al suo richiamo.

La semplice melodia, la ripetizione delle parole (i nomi dei vari aspetti di Dio a cui il canto è indirizzato) inducono ad uno spontaneo senso di coinvolgimento e familiarità.

Un’altra forma di canto devozionale indiano è il kirtan o canzone della tradizione Heridas, in cui il testo (di norma molto breve) viene ripetuto all’unisono da tutto il coro, per un numero indeterminato di volte, ad intensità sempre crescente.

Nota

Jagjit Singh (8 febbraio 1941 – 10 ottobre 2011) è stato un noto cantante indiano. Ha ottenuto consensi critici e popolari insieme a sua moglie, Chitra Singh.