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La descrizione dei sei centri (Shat-Chakra-Nirupana)

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la descrizione dei sei centri

Nell’opera Il Potere del Serpente l’autore, Arthur Avalon, traduce dal sanscrito due testi tantrici: il primo è il Shat-Chakra-Nirupana che costituisce il sesto capitolo in 55 versetti dello Shri-Tattva Chintamani, opera del XVI secolo sul rituale tantrico dovuta allo Swami bengalese Purananda.

Shat-Chakra-Nirupana

Shat-Chakra-Nirupana

La descrizione dei sei centri

Shatchakranirupana - versetto introduttivo

Atha tantrānusāreṇa ṣaṭ chakradi kramodvatah
Ucyate paramānanda-nirvāha-prathamāṅkurah

Versetto introduttivo – Parlerò ora del primo sbocciante germoglio della completa realizzazione del Brahman, che, secondo i Tantra, si ottiene per mezzo dei sei Chakra e del resto, nel loro proprio ordine.


Shatchakranirupana - versetto 1

Merorbāhyapradeśe śaśi mihirasire savyadakṣe niṣaṇṇe
Madhye nādi suṣuṁnātritaya-guṇamayi candrasūryagnirūpā
Dhattūra-smera-puṣpagrathita-tamavapuḥ kandamadyacchirahstā
Vajrākhyā meḍhradeśā cchirasi parigatā madyameऽsyā jvalanti

1 – Nello spazio esterno al Meru, poste a sinistra e a destra, si trovano le due Shira, Shashi e Mihira. La Nadi Sushumna, che si sostanzia dell’intreccio dei tre Guna, è nel mezzo. Essa è la forma della Luna, del Sole e del Fuoco. Il suo corpo, una fila di fiori Dhustura in boccio, si stende dal centro del Kanda alla testa, e all’interno di essa la Vajra si stende risplendendo dal Medhra alla testa.


Shatchakranirupana - versetto 2  - prima parte
Shatchakranirupana - versetto 2  - seconda parte

Tanmadhye citriņī sā praṇavavilāsitā yoginām yogagamyā
Lūtātantūpameyā sakalasarasijān merumadhyāntarasthān
Bhittva dedipyate tad-grathana-racanayā śuddha-bodha-svarūpā
Tanamadhye brahmanāḍī harakukha-kuharadādi-devāntarātmā.

2 – All’interno di essa vi è Chitrini, la quale è lucente dello splendore di Pranava e raggiungibile nello Yoga dagli yogi. Essa (Chitrini) è bella a cagione di questi (Fiori di Loto) che sono legati su di lei. All’interno di essa (Chitrini) v’è la Brahmanadi, che si stende dall’apertura della bocca di Hara al luogo sommo ove è Adideva.


Shatchakranirupana - versetto 3

Vidyanmālā-vilāsā manimanasilasat-tantu-rūpa susūkṣmā
śuddhajṅanaprabhodhā sakala-sukha-mayī śuddha-bodha-svabhāvā
Brahma-dvāraṁ tadāsye pravilasati sudhādhāragamya-pradeśaṁ
Granthi-sthānaṁ tadetat vadanamiti suṣuṁnākhya-nadyā lapanti.

3 – Essa è bella come una catena di lampi e fine come una fibra (di loto), e risplende nella mente dei savi. È estremamente sottile, ridesta alla conoscenza pura, è la personificazione di ogni Beatitudine, e la sua vera natura è pura Coscienza. Il Brahma-dvara splende nella sua bocca. Tale luogo è l’ingresso alla regione cosparsa di ambrosia, ed è chiamato Nodo, ovvero Bocca di Sushumna.


Shatchakranirupana - versetto 4

Athadharapadma suunakhya-lagna
Dhvajadho gudordhva catuh-soa-patra.
Adhovaktramudyat-suvarabhavraih
Vakaradisantair yuta veda-varaih.

4 – Ora veniamo al Fiore di Loto Adhara. Esso è attaccato alla bocca della Sushumna ed è situato al di sotto dei genitali e al di sopra dell’ano. Ha quattro petali di color cremisi. La sua corolla (bocca) pende verso il basso. Sui suoi petali vi sono le quattro lettere da Va a Sa, dello splendente colore dell’oro.


Shatchakranirupana - versetto 5

Amuṣmin dharāyaś-catuṣkoṇa-cakraṁ
Samudbhāsi śūlāṣṭakairāvṛtaṁ tat.
Lasat pītā-varṇaṁ tadit-komalāngaṁ
Tadante samāste dharāyāḥ svabījaṁ

5 – In questo (Fiore di Loto) v’è la regione quadrata (Chakra) di Prithivi, circondata da otto lance lucenti. È di colore giallo splendente, e bella come il lampo, al pari del Bija di Dhara che è dentro.


Shatchakranirupana - versetto 6

Cuturbāhu-bhūṣaṁ gajendrādhi-rūḍhaṁ
tadaṅke navīnārka-tulya-prakāśaḥ.
śiśuḥ sṛṣṭkārī lasadveda-bāhuḥ
mukhāṁbhojalakṣmiś-caturbhāgabhedaḥ

6 – Adorno di quattro braccia e in groppa al Re degli Elefanti, Egli porta nel Suo grembo il Creatore fanciullo, risplendente come il giovane Sole, che ha quattro braccia splendenti, e la ricchezza del cui Viso-di-Loto è quadruplice.


Shatchakranirupana - versetto 7

Vasedatra devī ca ḍākinyabhikhyā
lasadeva bā-hūjjvalā rakta-netrā
Samānoditāneka-sūrya-prakāśā
prakāśaṁ vahantī sadā śuddha-buddheḥ

7 – Qui abita la Devi di nome Dakini, le Sue quattro braccia splendono di bellezza e i Suoi occhi sono di un rosso brillante. Ella è risplendente a guisa di molti Soli che sorgano in uno stesso tempo. Ella è l’apportatrice della rivelazione della Purissima Intelligenza.


Shatchakranirupana - versetto 8

Vajrākhyā viaktradeśe vlasati satataṁ karṇikā-madhyasaṁsṭhaṁ
koṇaṁ tat traipurākhyaṁ taḍidiva vilasat-komalaṁ kāmarūpam
kandarpo nāma vayur nivasati satataṁ tasya madhye samantāt
jīveśo bandhu-jīva-prakaramabhί-hasan koṭisūrya-prakāśaḥ

8 – Vicino alla bocca della Nadi detta Vajra e nel pericarpo (del Fiore di Loto Adhara) costantemente splende, magnificamente lucente e morbido, lo sfolgorante triangolo che è Kamarupa, ed è noto come Traipura. Ivi, sempre ed ovunque, è il Vayu detto Kandarpa, che è di un rosso più cupo del fiore Bandhujiva, ed è il Signore degli Esseri che risplende come dieci milioni di Soli.


Shatchakranirupana - versetto 9

Tanmadhye lingarūpī druta-kanaka-kalā-komalaḥ paścimāsyah
Jñāna dhyānaprakāsaḥ prathamakisalayākārarūpaḥ svayṃbhuḥ
Vidyupūrṇēṇdubimba-prakara-karacaya-snigdha-saṁtānahāsī
Kāsīvāsī vilāsī vilasati saridāvartarūpaprakāraḥ

9 – All’interno di esso (il triangolo) vi è lo Svayambhu nella Sua forma di Linga, bello come oro colato, con la testa volta all’in giù. Egli si rivela attraverso la Conoscenza e la Meditazione, ed ha la forma ed il colore di una foglia novella. La sua bellezza affascina come i freddi raggi del lampo e della luna piena. Il Deva che risiede felicemente qui, come in Kashi, ha forma simile ad un vortice.


Shatchakranirupana - versetto 10
Shatchakranirupana - versetto 11

Tasyordhve bisatantu sodara-lasat sūkṣmā jaganmohini
brahmavāramukhaṁ mukhena madhuraṁ saṁchadayanti svayaṁ
śakāvarta nibhā navīna capalāmālā vilāsāspadā
suptā-sarpasaṁā śvopari lasāt sārdha-trivṛttākṛtiḥ

Kūjantī kulakuņdalī ca madhuraṁ mattalimālā-sphuṭaṁ
vācāṁ komalakāvya-bandaracanā bhdātibheda-kramaiḥ
śvāsocchvāsa-vibhañjanena jagatāṁ jīvo yayā dhāryate
sā mūlāmbuja gahvare vilasati proddāma-dīptāvaliḥ

10-11 – Sopra di esso splende Kundalini dormiente, fine come la fibra dello stelo del loto. Ella è Colei che confonde il mondo, dolcemente posando la Sua bocca su quella di Brahma-dvara. Simile alla spirale di una conchiglia, Ella si avvolge tre volte e mezzo intorno a Shiva a guisa di lucido serpente, ed il Suo splendore è come l’intenso bagliore d’una giovane e possente folgore. Il Suo dolce sussurro somiglia al confuso ronzìo di sciami di api in amore. Ella produce melodiosa poesia, e Bandha, ed ogni altro genere di componimenti in prosa o in versi, in sequenza o non, in Sanscrito, in Pracrito ed in altri linguaggi. Ed è Lei che conserva tutti gli esseri del mondo per mezzo dell’inspirazione e dell’espirazione, e splende nel calice del Fior di Loto Mula come una catena di luci brillanti.


Shatchakranirupana - versetto 12

Tanmadhye paramā kalātikuśalā sūkṣmātisūkṣmā parā
Nityānada paraṁparātivigalat pīyūṣa-dhārādharā
Brahmāņḍādī katāhameva sakalaṁ yadbhāsayā bhāsate
seyaṁ śrī parameśvarī vijayate nityaprabhodhodayā

12 – Dentro di esso regna sovrana Para, la Shri Parameshvari, Colei che ridesta alla conoscenza eterna. Ella è l’onnipotente Kala che è meravigliosamente abile nel creare, ed è più sottile di quel che è sottilissimo. Ella è il ricettacolo del rivolo di ambrosia che fluisce continuamente dalla Beatitudine Eterna. Il suo fulgore fa sì che quest’intero Universo e la sua Caldaia siano illuminati.


Shatchakranirupana - versetto 13

Dhyātvaitan-mūlacakrāntaravivaralasatkoṭisūryaprakāśāṁ
Vācāmēśo narendrah sa bhavati sahasā sarvavidyāvinodī
Ārogyaṁ tasya nityaṁ niravadhi ca mahānandaittāntarātmā
Vākyaiḥ kāvyaprabandhaiḥ sakalasuragurūn sevate śuddhaśilaḥ.

13 – Così meditando su di Lei, che splende entro il Mula Chakra con il fulgore di dieci milioni di Soli, l’uomo diviene Signore della parola, Re degli uomini e Dotto in tutti i rami del sapere. Egli diviene per sempre libero da ogni malanno ed il suo spirito interno diviene colmo di grande felicità. Puro nel suo talento, egli serve i principali tra i Deva con le sue parole profonde e musicali.


Shatchakranirupana - versetto 14

Sindūra-pūrarucirāruņapadmamanyat
sauṣuṁņamadhyaghaṭitaṁ dhvajamūladeśe
Aṅgacchadaiḥ parivṛtaṁ taḍidābhavarņaiḥ
bādyaiḥ sabindu-lasitaiśca Puraṁdarāntaiḥ

14 – Un altro Fiore di Loto è posto dentro la Sushumna alla radice dei genitali, ed è di un bellissimo colore vermiglio.Sui suoi sei petali vi sono le lettere da Ba a Purandara con sovrapposto Bindu, del lucente color del lampo.


Shatchakranirupana - versetto 15

Tasyāntre pravilasadviśadaprakāśa-
mambhojamaņdalamatho varuņasya tasya
Ardhendurūpalasitaṁ saradinduśubhraṁ
vaṁkārabijamamalaṁ makarādhirūḍhaṁ.

15 – Dentro di esso vi è la bianca, splendente, acquea regione di Varuna, a forma di mezzaluna, e là, seduto su una Makara, vi è il Bija “Vam”, immacolato e bianco come la luna d’autunno.


Shatchakranirupana - versetto 16

Tasyānkadeśakalito harireva pāyāt
nīlaprākasaruciraśriyādadhānaḥ
Pītāmbaraḥ prathamayauvanagarvadhārī
śrīvatsakaustubhadharo dhṛtavedabāhuḥ.

16 – Ci protegga Hari, che è dentro di esso, il quale è nella gloria della prima giovinezza, il cui corpo è di un blu luminoso e bello a guardarsi, che è ammantato di una veste gialla, ha quattro braccia e indossa lo Shri-vatsa e il Kaustubha.


Shatchakranirupana - versetto 17

Atraiva bhāti satataṁ khalu rākiņī sā
nīlāṁbujodarsahodarakāntiśobhā
Nānāyudhodyatakarairlasitāṅgalakṣmīṛ-
divyāṁbarābharaņabhūṣitaattacittā

17 – È qui che abita sempre Rakini. Ella ha il colore del loto blu. La bellezza del suo corpo è accresciuta dalle Sue braccia levate ad impugnare varie armi. Ella indossa vesti e ornamenti celestiali, e la Sua mente è esaltata dalle libagioni d’ambrosia.


Shatchakranirupana - versetto 18

Svādhiṣṭhānākhyametatsarasijamamalaṁ cintayedyomanusya-
stasyāhaṁkāradoṣādiksakalarepuḥ kṣīyate tatkṣaņena
yogīśaḥsoऽpiṃohādbhutatimiracayebhānutulyaprakāśo
gadyaih padyaiḥ parabhandhairviracayati sudhāvākyasandoha lakṣmiḥ

18 – Colui che medita su questo Fiore di Loto immacolato, che ha nome Swadhisthana, è immediatamente liberato di tutti i suoi nemici, quali la colpa di Ahamkara e il resto. Egli diventa un Signore tra gli yogi ed è simile al Sole che illumina il buio fitto dell’ignoranza. La ricchezza delle sue nettaree parole fluisce in prosa e in versi in un discorso ben ragionato.


Shatchakranirupana - versetto 19

Tasyordhve nābhimūle daśadalalasite pūrṇameghaprakāśe
nīlāmbhojaprakāśairrupahitajaṭhare dādipāntaiḥ sacandraiḥ
Dhāyedvaisvānarauṇamihirasamaṁ maṇḍalam tat trikoṇaṁ
tadbāhye svastikāvyaistribhirabhilasitaṁ tatra vahneḥ svabījam.

19 – Sopra di esso, ed alla base dell’ombelico, v’è lo splendente Fiore di Loto a dieci petali, color di nube grave di pioggia. Dentro di esso sono le lettere da Da a Pha, del colore del loto blu, col Nada e il Bindu sopra. Si mediti sulla regione del fuoco, di forma triangolare e splendente come il Sole nascente. Al di fuori di essa vi sono i tre segni Svastika, e internamente il Bija di Vahni.


Shatchakranirupana - versetto 20

Dyāyenmeşādhirūdham navatapanaibhaṁ vedabāhūjvalāṇgaṁ
tatkroḍe rudramūrtiirnivasatī satataṁ suddhasindūrarāgaḥ
Bhasmāliptāṅgabhūşābharaṇasitavapurvṛddhārūpī triṇetro
lokānāmişṭadātābhayalsitakaraḥ sṛşṭstisaṁhārakarī.

20 – Si mediti su du Lui (il Fuoco) seduto su un ariete, fornito di quattro braccia, radioso come il Sole nascente. Nel suo grembo abita sempre Rudra, che è di un puro color cinabro. Egli (Rudra) biancheggia della cenere di cui è cosparso; è anziano d’aspetto ed ha tre occhi. Le Sue mani fanno il gesto di esaudire le preghiere e di scacciare la paura. Egli è il distruttore del creato.


Shatchakranirupana - versetto 21

Atrāste lākinī sā sakalaśubhakarī vedabāhūjjvalāṅgī
śyāmā pītāmbarādyairvividhaviracanālaṁkṛta mattacittā
Dhyātvaitannābhipadmaṁ parabhavati nitarāṁ saṁhṛtau pālane vā
vāṇī tasyānanābje nivasati satataṁ jñānasaṁdohalakşmiḥ.

21 – Quivi è la dimora di Lakini, la benefattrice di tutti. Ella ha quattro braccia, corpo raggiante, è scura (di carnagione), vestita d’un abito giallo e adorna di vari ornamenti, ed è ebbra per le libagioni d’ambrosia. Attraverso la meditazione su questo Fiore di Loto dell’Ombelico si acquista il potere di distruggere e creare (il mondo). Vani con ogni dovizia di conoscenza abita sempre nel loto del Suo volto.


Shatchakranirupana - versetto 21 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 21 seconda parte

Tasyordhve hṛdi paṅkajaṁ sulalitaṁ bandhūkakantyujjvalaṁ
kādyairdvādaśavarṇakairupahitaṁ sīndūrarāganvitaiḥ
Nāṁnāṇāhatasamjñakaṁ surataruṁ vācchātiriktapradaṁ
vāyormaṇdalamatra dhūmasadṛśaṁ şatkoṇaśobhānvitaṁ

22 – Sopra, nel cuore, v’è il delizioso Fiore di Loto che ha lo splendido colore del fiore Bandhuka, con tutt’intorno le dodici lettere, a cominciare da Ka, del colore del cinabro. È noto col nome di Anahata, ed è simile al celeste albero del desiderio, poiché concede sempre più di quello che (il supplice) desidera. Quivi è la regione di Vayu, bellissima e con sei angoli, che è di colore simile a quello del fumo.


Shatchakranirupana - versetto 23

Tanmadhye pavanākşaraṁ ca madhuraṁ dhūmāvalīdhūsaraṁ
dhyayetpāṇicatuştayena lasitaṁ kṛşnādhirūḍhaṁ paraṁ
Tanmadhye karuṇānidnamamalaṁ haṁsābhamiśabhidhaṁ
pāṇibhyāmabhayaṁ varaṁ ca vidadhallokatrayāṇāmapi

23 – Si mediti, all’interno di esso, sul dolce ed eccellente Pavana Bija, grigio come una nuvola di fumo, con quattro braccia, seduto su di un’antilope nera. E, all’interno di esso, (si mediti) anche sulla Dimora della Misericordia, sul Signore Immacolato che splende come il Sole, le cui due mani fanno il gesto che esaudisce le preghiere e discaccia la paura dei tre mondi.


Shatchakranirupana - versetto 24

Atrāste khalu kākinī navataḍitpītā triṇetrā śubhā
sarvālaṁkaraṇānvitā hītakari saṁyagjnānāṁ mudā
hastaiḥ pāśakapālaśobhanavarān saṁbibhrati cābhyaṁ
mattā pūrṇasudhārasārdrahṛdayā kaṅkālamālādharā

24 – Quivi dimora Kakini, che è di colore giallo, a guisa d’un lampo nuovo, ilare e fausta; ha tre occhi ed è la benefattrice di tutti. Ella ha indosso ogni specie di ornamenti, e con le quattro mani reca il nodo scorsoio e il teschio, fa il gesto della benedizione e il gesto che discaccia la paura. Il suo Cuore è reso mite dalle libagioni di nèttare.


Shatchakranirupana - versetto 25

Etannīrajakarṇikāntaralasacchaktistrikoṇābhidha
vidyutkotisamānakomalavapuḥ sāste tadantargataḥ
Baṇākhyaḥ śivalinṅgakoऽpi kanakākārāṅgarāgojjvalo
maulau sūkşma-vibheda-yuṅ maṇiriva prollāsalakşmyālayaḥ

25 – La Shakti il cui tenero corpo è simile a dieci millioni di lampeggianti folgori è nel pericarpo di questo Fiore di Loto, nella forma di un triangolo (Trikona). All’interno del Triangolo v’è lo Shivalinga noto col nome di Vana. Questo Linga è come splendente oro, e sulla testa ha un foro minuscolo, da gemma. Esso è la risplendente dimora di Lakshmi.


Shatchakranirupana - versetto 26

Dhyayedyo hṛdi paṅkajaṁ surataruṁ śarvasya pīthālayaṁ
devasyānila-hīna-dīpa-kalikā-haṁsena saṁ-śobhitaṁ
bhānormaṇdala-maṇditāntara-lasat kiñjalka-śobhādharaṁ
vācāmīśvara īśavaroऽpi jagatāṁ rakşavināśe kşamaḥ

26 – Chi medita sul Fiore di Loto del cuore diviene (simile al) Signore del Linguaggio e, (come) Ishvara, è in grado di proteggere e distruggere i mondi. Questo Fiore di Loto è come l’albero celeste dei desideri, dimora e sede di Sharva. È abbellito dallo Hamsa, che è come la fiamma immobile di una lampada in un luogo senza vento. Belli sono i filamenti che ne circondano il pericarpo, illuminati dalla regione solare.


Shatchakranirupana - versetto 27

Yogīśo bhavati priyātpriyatamaḥ kāntākulasyāniśaṁ
jñānīśoऽpi kṛti jitendriyagaṇo dhyānāvadhānakşamaḥ
Gadyaiḥ padyapadādibhiśca satataṁ kavyāmbhudhārāvaho
lakşmiraṅgaṇadaivataḥ parapure śaktaḥ praveştuṁ kşaṇāt.

27 – Primo tra gli yogi, egli viene anteposto al prediletto dalle donne. È supremamente saggio e solito a compiere nobili azioni. I suoi sensi sono completamente sotto controllo. La sua mente, nella sua intensa concentrazione, è assorbita nei pensieri del Brahman. La sua parola ispirata fluisce come un ruscello di acqua (limpida). Egli è simile al Deva che è il benemerito di Lakshmi ed è in grado, a volontà, di entrare nel corpo di un altro.


Shatchakranirupana - versetto 28

28. Viśuddhākhyaṁ kaṇṭhe sarasijamamalaṁ dhūmadhūmrāvabhāsaṁ
svaraiḥ sarvaiḥ śoṇairdalaparilasitairdīpitaṁ dīptabuddheḥ
Samāste pūrneneduprathitatamanabhomaṇḍalaṁ vṛttarūpaṁ
himacchayanāgopari lasitatanoh suklavarnambarasya

Shatchakranirupana - versetto 29

29. Bhujaiḥ pāśābhītyaṅkuśavaralasitaiḥ śobhitāṅgasya tasya
manoraṅke nityaṁ nivasati girijābhinnadeho himābhaḥ
Triṇetraḥ pañcāsyo lalitadaśabhujo vyāghracaramāmbaraḍhyaḥ
sadāpūrvo devaḥ siva iti ca samākhyānasiddhaḥ prasiddhaḥ

28-29 – Nella gola v’è il Fiore di Loto chiamato Vishuddha, che è puro e di un color porpora scuro. Tutte le (sedici) vocali che splendono sui suoi (sedici) petali, di color cremisi, sono chiaramente visibili a colui la cui mente (Buddhu) è illuminata. Nel pericarpo di questo Fiore di Loto v’è la regione eterea, di forma circolare, bianca come la luna piena. Su di un elefante bianco come la neve siede il Bija di Ambara, che è di color bianco. Delle sue quattro braccia, due tengono il nodo scorsoio ed il pungolo, le altre due fanno il gesto di accordare favori e scacciare la paura. Ciò si aggiunge alla sua bellezza. Nel suo grembo dimora sempre il Deva bianco come la neve, dotato di tre occhi e cinque visi, con dieci belle braccia e vestito di una pelle di tigre. Il suo corpo è unito a quello di Girija e lo si riconosce dal significato del Suo nome, Sada-Shiva.


Shatchakranirupana - versetto 30 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 30 seconda parte

Sudhāsindhoḥ suddha nivasati kamale sākinī pītavastrā
śaram cāpaṁ pāśam sṛṇimapi dadhatí hastapadmaīścaturbhíḥ
sudh|mśoḥ saṁpūrṇaṁ śaśaparirahitaṁ maṇdalaṁ karṇikāyāṁ
mahāmokşadvāraṁ śriyambhimataśīlasya śuddhendriyasya.

30 – Più pura dell’Oceano di Nettare è la Shakti Shakini che dimora in questo Fiore di Loto. La sua veste è gialla, e nelle sue quattro mani di loto porta l’arco, la freccia, il nodo scorsoio e il pungolo. L’intera regione della luna senza l’orma della lepre è nel pericarpo di questo Fiore di Loto. Questa (regione) è la soglia della grande Liberazione per colui che aspira alla ricchezza dello Yoga e i cui sensi sono puri e controllati.


Shatchakranirupana - versetto 31 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 31 seconda parte

Iha sthāne cittam niravadhi vinidhāyātmasampūrṇayogaḥ
kavirvāgamī jñānī sa bhavati nitarāṁ sādakaḥ śāntacetāḥ
Tríkālānāṁ darśī sakalahitakaro rogaśokapramuktaś-
ciramjīvī jīvī niravadhivipadāṁ dhvaṁsahaṁsaprakāśaḥ.

31 – Colui che ha raggiunto la piena conoscenza dell’Atma (Brahman), concentrando costantemente la sua mente (Chitta) su questo Fiore di Loto, diventa un grande savio, eloquente e prudente, e gode di un’ininterrotta pace della mente. Egli vede i tre tempi, e diventa benefattore di tutti, libero da malanni e dolori, longevo e, come Hamsa, distruttore di innumerevoli pericoli.


31 A – Lo yogi, con la mente costantemente fissa su questo Fiore di Loto, col respiro controllato da Kumbhaka, è capace nella sua ira di muovere tutti e tre i mondi. Né Brahma, né Vishnu, né Hari-Hara, né Surya, né Ganapa, sono in grado di controllare la sua potenza (resistergli).


Shatchakranirupana - versetto 32
Shatchakranirupana - versetto 32 - seconda parte

Ājñanāmāmbujaṁ taddhimakarasadṛśam dhyānadhāmaprakāśaṁ
hakşābhyāṁ vai kalābhyāṁ parilasitavapurnetrapatraṁ suśubhraṁ
Tanmadhye hākinī sā śaśisamadhavalā vaktraşaṭkaṁ dadhānā
vidyāṁ mudrāṁ kapālaṁ ḍamarujapavaṭīṁ bibhrtī śuddhacittā.

32 – Il Fiore di Loto denominato Ajna è simile alla Luna (meravigliosamente bianco). Sui suoi due petali vi sono le lettere Ha e Ksha, che sono pure bianche e ne accrescono la bellezza. Esso risplende con la gloria di Dhyana. All’interno di esso v’è la Shakti Hakini, le cui sei facce son come molte lune. Ella ha sei braccia con una delle quali regge un libro, altre due sono alzate nel gesto di scacciare la paura e di accordare favori, e nelle altre ha un teschio, un tamburello ed un rosario. La sua mente è pura (Shudda-Chitta).


Shatchakranirupana - versetto 33

Etatpadmāntarāle nivasati ca manaḥ sūkşmarūpaṁ prasiddhaṁ
yonau tatkaṇikāyāmitaraśivapadaṁ liṅgacihṇaprakāśaṁ
Vidyunmālāvilāsaṁ paramakulapadaṁ brahmasūtraprabhodaṁ
vedānāmādibījaṁ sthiratarahṛdayaścintayettatkrameṇa.

33 – Dentro questo Fiore di Loto dimora il mentale sottile (Manas), che è ben noto. Dentro la Yoni nel pericarpo v’è lo Shiva chiamato Itara, nella sua forma fallica. Ivi Egli risplende come una catena di fulgidi lampi. Vi è anche il primo Bija dei Veda, che è la dimora della più eccellente Shakti, e che col suo splendore rende visibile il Brahmasutra. Il Sadhaka, con mente ferma, deve meditare su questi secondo l’ordine (prescritto).


Shatchakranirupana - versetto 34

Dhyānātmā sādhakendro bhavati prapure śighragāmī munindraḥ
sarvajñah sarvadarśī sakalahitakarah sarvaśāstrarthavettā
Advaitācāravādī vilasati paramāpūrvasiddhipraśiddho
dīrghāyuḥ soऽpi kartā tribhuvanabhavane saṁhṛtau pālane ca.

34 – L’eccellente Sadhaka, l’Atma del quale altro non è che una meditazione su questo Fiore di Loto, ha la facoltà di entrare lestamente nel corpo di un altro sol che lo voglia, e diventa il più eccellente tra i Muni, onnisciente ed onniveggente. Egli diventa il benefattore di tutti ed è versato in tutti gli Shastra. Egli realizza l’unità col Brahman ed acquisisce poteri eccellenti e sconosciuti. Famosissimo e longevo, egli diventa il Creatore, il Distruttore ed il Conservatore dei tre mondi.


Shatchakranirupana - versetto 35 - prima parte
Shatchakranirupana - versetto 35 - seconda parte

Tadantaścakreऽsminnivasati satataṁ śuddhabuddhyantarātmā
Pradīpābhajyotiḥ praṇavaviracanārūpavarnaprākaśah
Tadūrdve candrārdhastadupari vilasadbindurūpī makāra
stadūrdhve nādoऽsau baladhavalasudhādhārasaṁtanahāsī.

35 – Dentro il triangolo in questo Chakra sempre risiede la combinazione di lettere che forma il Pranava. Esso è l’Atma interiore quale puro mentale (Buddhi), e per il suo fulgore è simile ad una fiamma. Sopra di esso v’è la mezzaluna (crescente), e sopra ancora v’è il Ma-kara che splende nella sua forma di Bindu. Sopra questo c’è Nada, il cui candore eguaglia quello di Bala-rama e riverbera i raggi della Luna.


Shatchakranirupana - versetto 36 - prima parte
Shatchakranirupana - versetto 36 - seconda parte

Iha sthāne līne susukhasādhane cetasi puraṁ
nirālambām badhvā paramagurusevāsuviditāṁ
Tadabhyāsād yōgī pavanasuhṛdāṁ paśyati kaṇāṅ
tatastanmadhyāntaḥ pravilasítarūpānapi sadā.

36 – Quando lo yogi chiude la casa che pende senza sostegno e che egli ha imparato a conoscere mettendosi al servizio del suo Parama-Guru; e quando il Chetas per la continua pratica viene dissolto in questo luogo che è la dimora della beatitudine ininterrotta, allora egli vede al centro e al di sopra (del triangolo) scintille di fuoco che rifulgono distintamente.


Shatchakranirupana - versetto 37

JvaladdIpākāraṁ tadanu ca navīnārkabahula-
prakāśaṁ jyotirvā gaganadharaṇīmadhyamilitaṁ
Iha sthāne sākşad bhavati bhagavāṅ pūrṇavibhavo-
svyayaḥ sākşi vaḥneḥ śaśimihirayormaṇdala iva.

37 – Poi egli vede la Luce che ha la forma d’una lampada fiammante. Brilla come il risplendente, chiaro sole del mattino, ed arde tra il Cielo e la Terra. È qui che si manifesta il Bhagavan nella pienezza della Sua potenza. Egli non conosce corruzione, è onnipresente, ed è qui come è nella regione del Fuoco, della Luna e del Sole.


Shatchakranirupana - versetto 38

Iha sthāne vişṇoratulaparamāmodamadhure
samāropya prāṇaṁ pramuditamanāḥ prāṇanidhane
Paraṁ nityaṁ devaṁ puruşamajamādyaṁ trijagatāṁ
purāṇaṁ yogīndraḥ praviśati ca vedāntaviditaṁ.

38 – Questa è l’incomparabile e deliziosa dimora di Vishnu. L’eccellente yogi, al momento della morte, pone qui gioiosamente il suo respiro vitale (Prana) ed entra (dopo la morte) in quel Supremo, Eterno, Senza-nascita, Primordiale Deva, nel Purusha, che esisteva prima dei tre mondi e che è conosciuto dal Vedanta.


Shatchakranirupana - versetto 39

Layasthānaṁ vāyostadupari ca mahānādarūpam śivārdhaṁ
sirākāraṁ śāntaṁ varadamabhayaṁ śuddhabuddhiprakāśaṁ
Yadā yogī paśyed gurucaraṇayugāmbhōjasevāsuśīlas-
tadā vācāṁ siddhiḥ karakamalatale tasya bhūyāt sadaiva.

39 – Quando le azioni dello yogi sono, mercè il servizio dei Piedi di Loto del suo Guru, buone sotto tutti i riguardi, allora egli vedrà al di sopra di esso (cioè, dell’Ajna-chakra) la forma del Mahanada e terrà perfino i Siddhi della Parola nel fiore di loto della sua mano. Il Mahanada, che è il luogo della dissoluzione di Vayu, è la meta di Shiva e di forma simile all’aratro, è tranquillo, accorda favori e scaccia la paura, e rende manifesta l’Intelligenza pura (Buddhi).


Shatchakranirupana - versetto 40 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 40 seconda parte

Tadūrdhve śaṅkhinyā nivasati śikhare sūnyadeśe prakāśaṁ
visargādhaḥ padmaṁ daśaśatadalaṁ pūrņacandrātiśubhraṁ
Adhōvaktraṁ kāntam taruņaravikalākāntikiñjalkapuñjaṁ
ḷakārādyairvarņaiḥ pravilasitavapuḥ kevalānandarūpaṁ.

40 – Al di sopra di tutti questi, nel vuoto spazio in cui è Shamkhini Nadi e sotto Visarga, v’è il Fior di Loto dai mille petali. Questo Fior di Loto, lucente e più bianco della luna piena, ha la testa china. Esso affascina. I ciuffi dei suoi filamenti si tingono del colore del giovane Sole. Il suo corpo risplende di lettere, a cominciare da A, ed è la beatitudine assoluta.


Shatchakranirupana - versetto 41

Samāste tasyāntaḥ śaśaparirahitaḥ śuddhasaṁpūrncandraḥ sphurajjyotsnājalaḥ paramarasacayasnigdhasaṁtānahāsī.
Trikoņaṁ tasyāntah sphurati ca satataṁ vidyudākārarūpam
tadantahūanyaṁ tatsakala-suragaņaih sevitaṃ cātiguptaṁ.

41 – Dentro di esso (il Sahasrara) v’è la Luna piena, senza l’orma della lepre, risplendente come in un cielo sereno. Diffonde a profusione i suoi raggi, ed è umida e fredda come il nèttare. Nel suo interno (del Chandra-mandala) v’è il Triangolo che costantemente rifulge come la folgore, e nel cui interno splende il Grande Vuoto che è servito in segreto da tutti i Sura.


Shatchakranirupana - versetto 42

Suguptaṁ tadyatnādatiśayaparammoda-saṁtānarāśeḥ
paraṁ kandaṁ sūkṣmaṁ sakalāśaśikalasuddharūpaprakāśaṁ
lha sthāne devaḥ paramaśivasamākhyānasiddhaḥ prasiddhaḥ
svarūpī sarvātmā rasavirasanutoऽiñānamohāndhahaṁsaḥ.

42 – Ben nascosto, e raggiungibile solo con grande sforzo, è quel Bindu sottile (Shunya) che è la prima radice della Liberazione, e che manifesta la pura Nirvana Kala con Ama Kala. Qui c’è il Deva che tutti conoscono come Parama Shiva. Egli è il Brahman e l’Atma di tutti gli esseri. In Lui sono uniti Rasa e Virasa, ed Egli è il Sole che distrugge l’oscurità dell’ignoranza e dell’illusione.


Shatchakranirupana - versetto 43

Sudhādhārāsāraṁ niravadhi vimuñcannatitarām
yateḥ svātmajñānaṁ diśati bhagavān nirmalamateḥ
Samaste sarveśaḥ sakalasukhasaṁtānalaharī
parivāko haṁsaḥ parama iti niāmnā paricitaḥ.

43 – Versando un continuo ed abbondante rivolo di nettàrea essenza, il Bhagavan istruisce lo Yati dalla mente pura in quella scienza mediante la quale egli realizza l’identificazione del Jivatma e del Paramatma. Egli pervade tutte le cose come il loto Signore, che è quella corrente di multiforme beatitudine, sempre fluente e propagantesi, la quale è conosciuta col nome di Hamsah Parama (Parama-hamsah).


Shatchakranirupana - versetto 44

Śivasthānam śaivāḥ paramapuruṣaṁ vaiṣņavagaņā
lapantīti prāyo hariharapadam kecidapare.
Pabaṁ devyā devicaraņayugalāṁbhojarasikā
munīndrā apyanye prakṛtipuruṣasthānamamalaṁ.

44 – Gli Shaiva lo chiamano la dimora di Shiva, i Vaishnava lo chiamano Parama Purusha, altri ancora lo chiamano Hari-Hara. Coloro che sono colmi di entusiasmo per i Piedi di Loto della Devi lo chiamano eccellente dimora della Devi; ed altri gran saggi (Muni) lo chiamano luogo puro di Prakriti-Purusha.


Shatchakranirupana - versetto 45 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 45 seconda parte

Idam sthānam jñātva niyatanijacitto naravaro
na bhūyāt saṁsāre punarapi na baddhastribhuvane.
Samagrā saktiḥ syānniya mamanasastasya krtinaḥ
sadā kartuṁ hartuṁ khagatirapi vāņi suvimalā.

45 – Quell’uomo tra tutti eccellentissimo che ha dominato il suo mentale ed ha conosciuto questo luogo non è più generato nella Peregrinazione, poiché non v’è più cosa nei tre mondi che lo trattenga. Dominato il suo mentale e raggiunto il suo scopo, egli ha pieno potere di fare tutto ciò che vuole, e di impedire ciò che è contrario alla sua volontà. Egli si avvicina sempre al Brahman. Le sue parole, in prosa e in versi, sono sempre pure e dolci.


Shatchakranirupana - versetto 46 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 46 seconda parte

Atrāste śiśūsuryasodarakalā candrasya sā sodaśī
śuddhā nirajasūkşmatantuśatadhābhāgaikararūpā parā.
Vidyyutkotisamānakomalatanūrvidyotitādhomukhī
nityānandapararṁparātivigalat-pīyūşadhārādharā.

46 – Quivi è l’eccellente (suprema) sedicesima Kala della Luna. Ella è pura e somiglia (nel colore) al giovane Sole. È sottile come la centesima parte di una fibra dello stelo di un fior di loto. É lucente e evanescente come dieci milioni di lampeggianti folgori, ed è volta all’in giù. Da Lei, la cui sorgente è il Brahman, fluisce un copioso e continuo rivolo di nèttare (oppure, Ella è ricettacolo di quel rivolo di eccellente nèttare che proviene dalla beata unione di Para e Parā).


Shatchakranirupana - versetto 47 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 47 seconda parte

Nirvāṇākhyakalā parā paratparā sāste tadantargatā
Keśāgrasya sahasradhā vibhajitasyaikāmśarūpā satī.
Bhutānāmadhidaivataṁ bhagavati nityaprabodhodayā
Candrārdhāngasamānabhaṇguravatī sarvārkatulyaprabhā.

47 – All’interno (di Ama-kala) v’è Nirvana-kala, più eccellente dell’eccellente. Ella è sottile come la millesima parte della punta di un capello ed ha la forma della luna crescente. È la sempre-esistente Bhagavati, la Devata che pervade tutti gli esseri. Concede la sapienza divina ed è luminosa come la luce di tutti i soli risplendenti insieme.


Shatchakranirupana - versetto 48

Etasyā madhyadeśe vilasati paramāpūrvanirvāṇaśaktiḥ
Kotyādityaprakāśā tribhuvanajananī koṭibhāgaikarūpā.
Keśāgrasyātisūkşmā niravadhi vigalapremadhārādharā sā
Sarveşam jīvabhūtā munimanasi mudā tattvabhodhaṁ vahanti.

48 – Nel suo centro (cioè, nel centro della Nirvana-kala) splende la Suprema e Primordiale Nirvana Shakti; Ella rifulge come dieci milioni di soli, ed è la Madre dei tre mondi. È sottilissima, simile alla diecimilionesima parte della punta di un capello. Contiene in Sé il rivolo di felicità sempre fluente, ed è la vita di tutti gli esseri. Ella, clemente, arreca alla mente dei saggi la conoscenza della Verità (Tattva).


Shatchakranirupana - versetto 49 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 49 seconda parte

Tasyā madhyātarāle śivapadamamalaṁ śāśvataṁ yogigamyaṁ
Nityānandābhidhānam sakalasukhamayaṁ śuddhabhodhasvarūpaṁ.
Kecidbrahmābhidhānaṁ padmiti sudhiyo vaişṇavaṁ tallapanti
Keciddhaṁsakhyametatkimapi sukṛitno mokşamātma-prabodhaṁ.

49 – In Lei è il luogo imperituro chiamato dimora di Shiva, che è libero da Maya, raggiungibile solo dagli yogi e noto col nome di Nityananda. È ricolmo di ogni forma di beatitudine ed è la Pura Conoscenza stessa. Alcuni lo chiamano il Brahman, altri lo chiamano lo Hamsa. I savi lo descrivono come la dimora di Vishnu, e i giusti ne parlano come dell’ineffabile luogo della conoscenza dell’Atma, o luogo della Liberazione.


Shatchakranirupana - versetto 50 prima parte
Shatchakranirupana - versetto 50 seconda parte

Hūṁkāreṇaiva devīm yamaniyamasamabhyāsaśīlaḥ suśīlo
Jñātva śrīṇāthavaktrāt-kramamiti ca mahāmokşavartmaprakāśaṁ
Brahmadvārasya madye viracavati sa tāṁ śuddhabuddhisvabhāvo
Bhitvā talliṅgarūpam pavanadahanayorākrameṇaiva guptaṁ.

50 – Colui la cui natura s’è purificata attraverso la pratica di Yama, Niyama e simili, apprende dalla bocca del suo Guru il procedimento che apre la via alla scoperta della grande Liberazione. Colui il cui intero essere s’è immerso nel Brahman, risveglia la Devi mediante Hum-kara, penetra nel centro del Linga, la cui bocca è chiusa ed è perciò invisibile, e per mezzo dell’Aria e del Fuoco (che sono in lui) La depone dentro il Brahmadvara.


Shatchakranirupana - versetto 51

Bhitvā lingatrayaṁ tatparamarasaśive sūkşmadhāmṇi pradīpe
Sā devī śuddhasattvā taḍidiva vilasattanturūpasvarūpā.
Brahmākhyāyāḥ sirāyāḥ sakalasarasijaṁ prāpya dedīpyate
Tanmokşākhyānandarūpam ghaṭayati sahasā sūkşmatālakşaṇena.

51 – La Devi che è Shuddha-sattva penetra nei tre Linga, e, dopo aver raggiunto tutti i Fiori di Loto che sono noti come i Fiori di Loto della Brahma-nadi, vi splende nella pienezza del Suo fulgore. Quindi, nel Suo stato sottile, lucente come la folgore e fine come la fibra del loto, Ella va verso il fiammante Shiva, Suprema Beatitudine, e all’improvviso produce la beatitudine della Liberazione.


Shatchakranirupana - versetto 52

Nītvā tāṁ kulakuṇḍalīṁ layavaśājjīvena sārdhaṁ sudhīr
mokṣe dhāmani śuddhapadmasadane śaive pare svāmini.
Dhyāyediṣṭaphalapradāṁ bhagavatīṁ caitanyarūpāṁ parāṁ
Yogīndro gurupādapadmayugalālambī samādhau yataḥ.

52 – Lo yogi saggio ed eccellente rapito in estasi, e devoto dei Piedi di Loto del suo Guru, conduca Kula-Kundali insieme con Jiva al Suo Signore, il Para Shiva, nella dimora della Liberazione entro il Fior di Loto puro, e mediti su di Lei che esaudisce tutti i desideri come Chaitanyarupa Bhagavati. Quando egli così guida Kula-Kundalini, deve far sì che ogni cosa sia assorbita in Lei.


Shatchakranirupana - versetto 53

Lākṣābhaṁ paramāmṛtaṁ paraśivātpītvā Punaḥ kuṇḍalī
Nityānandamahodayāt kulapathānmūle viśetsundarī.
Taddivyāmṛtadhārayā sthiramatiḥ saṁtarpayeddaivataṁ
Yogī yogaparaṁparāviditayā brahmāṇḍabhāṇḍasthitaṁ.

53 – La bella Kundali beve lo squisito, rosso nèttare che sgorga da Para Shiva, e, seguendo la via di Kula, ritorna dal luogo dove risplende l’Eterna e Trascendente Beatitudine in tutta la sua gloria, rientrando nel Muladhara. Lo yogi, che ha conseguito la stabilità del mentale, fa offerta (Tarpana) all’Ishta-devata ed alle Devata dei sei centri (Chakra), Dakini e le altre, di quel rivolo di nèttare celestiale che sta nel vaso di Brahmanda, la conoscenza del quale egli ha acquisito attraverso la tradizione dei Guru.


Shatchakranirupana - versetti 54 e 55

Jñātvaitatkramamuttamaṁ yatamanā yogi yamādyair-yutaḥ
śrīdīkṣāgurupādapadmayuglāmodaprvāhodayāt.
Samśare na hi janyate na hi kadā saṁkṣīyate saṁkṣaye
nityānandaparaṁparāpramuditaḥ śāntaḥ satāmagraṇīḥ.

Yosdhīte niśi saṁdhyayorathe divā yogī svabhāvasthito
mokṣajñānanidānametadamalaṁ śuddhaṁ ca guptaṁ paraṁ.
Śrīmacchrīgurupādapadmayugalālambī yatāntarmanā-
stasyavaśyamabhīṣṭadaivatapade ceto narīnṛtyate.

54 – Lo yogi che, dopo le pratiche di Yama, Niyama e simili, ha imparato questo ottimo metodo dai Piedi di Loto del favorevole Diksha-guru, i quali sono sorgente di gioia continua, e che ha posto la sua mente (Manas) sotto controllo, non rinasce più in questo mondo (Samsara). Per lui non vi sarà dissoluzione nemmeno al tempo della Dissoluzione Finale. Reso felice dalla costante attuazione di quella che è la sorgente dell’Eterna Beatitudine, egli ottiene la pace completa e diventa il primo tra tutti gli yogi.
55 – Se lo yogi devoto dei Piedi di Loto del suo Guru, con cuore tranquillo e mente concentrata, legge quest’opera che è la fonte suprema della conoscenza della Liberazione; se è senza difetti, puro e segretissimo, allora con tutta certezza il suo mentale danza ai piedi della sua Ishta-devata.


Fonti

Arthur Avalon, il cui nome originario è John Woodrofe, oltre a quest’opera, ha curato una serie di testi tantrici (Inni alla Dea Madre ed. Mediterranee 1984; Shakti e Shakta ed. Mediterranee 1984; Il mondo come potenza ed. Mediterranee 1988; ecc.) oltre ad altri lavori su temi analoghi.
Egli si è avvalso dell’aiuto e dell’insegnamento di maestri ed eruditi indù con cui venne a contatto nei trent’anni trascorsi nel luogo ricoprendo un’alta carica dell’aministrazione anglo-indiana.
Il Potere del Serpente ed. Mediterranee è stato stampato nel 1968 ed ha avuto numerose ristampe.