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Il Mantra

suryanamaskara 0

alfabeto sanskrito
Si dice che le lettere (Varna) dell’alfabeto siano distribuite lungo i centri corporei sui petali dei fiori di loto. In ciascuno dei fiori di loto vi è anche un Mantra-seme (Bija) del Tattva (relativo al chakra).
Kundalini è sia Luce (Jyotirmayi) sia Mantra (Mantramayi), e del Mantra ci si serve per svegliarla.
Nello Shastra indiano non vi è probabilmente argomento che sia stato meno capito del Mantra.
Esso rappresenta una parte così importante del Tantra-Shastra che il suo secondo nome è Mantra-Shastra.
Gli orientalisti ed altri studiosi di solito definiscono il Mantra come “preghiera”, “formula di culto”, “sillabe mistiche” e così via. La scienza del Mantra può avere o no un fondamento di verità, ma anche in caso negativo non è quell’assurdità che molti suppongono. Questi ultimi fanno un’eccezione per i Mantra che sono preghiere, dei quali comprendono il significato, perché la preghiera è per loro qualcosa di familiare.
Ma questo stesso apprezzamento mostra mancanza di comprensione.
Il Mantra non è nulla di necessariamente santo o pio.
Il Mantra è una potenza (Mantrashakti) che si presta imparzialmente a qualsiasi uso.
Un uomo può essere ferito o ucciso dal Mantra; alcuni dicono che per mezzo del Mantra si verifica una specie di unione con la Shakti fisica; mediante il Mantra, nel rito di iniziazione chiamato Vedhadiksha, avviene una tale trasmissione di potere dal Guru al discepolo, che quest’ultimo sviene sotto il suo impulso; mediante il Mantra il fuoco Homa può, ed in condizioni ideali dovrebbe, essere acceso.; l’uomo si salva attraverso il Mantra, e così via.
In breve, il Mantra è potenza (Shakti), potenza in forma di Suono. La radice Man significa “pensare”.
In Occidente, si tende sempre più a riconoscere il potere creativo del pensiero.
La lettura del pensiero, la telepatia, la suggestione ipnotica, le proiezioni magiche (Mokshana) e le difese magiche (Grahana) cominciano ad essere conosciute ed anche praticate, con risultati non sempre buoni.
Questa dottrina in India è antica, e su di essa si basano le pratiche dei Tantra, alcune delle quali sono in genere tenute nascoste per impedire che si esercitino a sproposito.
Ciò che, tuttavia, in Occidente non si capisce, è la forma particolare di scienza del pensiero detta Mantravidya.
Coloro che hanno familiarità con il metodo occidentale di presentare argomenti del genere, mi comprenderanno più facilmente se dirò che, secondo la dottrina indiana qui descritta, il pensiero (come il Mentale di cui è l’azione) è Potenza o Shakti.
Dunque non solo è reale, ma in un certo senso è più reale di oggetti materiali esterni, che sono soltanto le proiezioni del pensiero creativo di Colui che pensa il Mondo.
La radice Man, che vuol dire “pensare”, è anche la radice della parola sanscrita che designa l’uomo, il quale, solo di tutta la creazione, è propriamente un essere che pensa.
Il Mantra è Shabdabrahman manifestato.

Da “Il potere del serpente”, Arthur Avalon, Edizioni Mediterranee 1987