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Introduzione ai Mudra secondo Swami Satyananda Saraswati

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Mudra

Generalità

Per migliaia di anni la conoscenza delle pratiche yogiche come asana e pranayama è stata facilmente accessibile a molte persone in India, specialmente se ricercatori sinceri della verità.

Comunque la conoscenza delle pratiche più elevate e più potenti è stato un tesoro posseduto da pochi eletti ed evoluti, custodito nei testi sanskriti scritti da antichi rishi o tramandati da guru a discepolo.

Ma oggigiorno un gran numero di persone in tutto il mondo sono pronte ed interessate ad accelerare la loro evoluzione spirituale.

Il ricercatore di oggi ha una mente piena di domande e cerca la strada verso la realizzazione.

Questa nuova era è caratterizzata dalla divulgazione di pratiche che anticamente erano segrete e rigidamente custodite.

Alcune fra le più importanti di queste pratiche sono i Mudra dello Yoga.

Si dice che essi sono più importanti e più potenti delle asana e del pranayama perché aiutano a risvegliare nell’uomo il dormiente potere del serpente – kundalini shakti.

Definizione

La parola sanskrita mudra è tradotta come “gesto” o “atteggiamento”.

Essi possono essere descritti come gesti o atteggiamenti psichici, emotivi, devozionali ed estetici.

Gli yogi li hanno sperimentati come configurazioni del flusso di energia, intesi a collegare la forza pranica individuale con la forza universale o cosmica.

Il Kularnava Tantra traccia la parola dalla radice mud, che significa “delizia” o “piacere”, e dravay, forma causale di dru, che significa “attirare”.

Può essere definito anche come “sigillo”, “scorciatoia” o “aggiramento / by-pass del circuito”.

Nella danza classica indiana, è un gesto simbolico delle mani che evoca un certo stato d’animo o emozione nell’essere interiore.

Funzione

I Mudra sono una combinazione di sottili movimenti fisici che alterano l’umore, l’atteggiamento e la percezione e che approfondiscono la consapevolezza e la concentrazione.

Possono coinvolgere tutto il corpo in una combinazione di asana, pranayama, bandha e tecniche di visualizzazione, oppure possono essere semplici posizioni delle mani.

Vengono introdotti dopo che è stata raggiunta una certa padronanza in asana, pranayama e bandha e sono stati rimossi i blocchi grossolani.

Essi sono pratiche superiori che portano al risveglio dei prana, dei chakra e della kundalini e che possono conferire ai praticanti avanzati poteri psichici o siddhi.

I Mudra nei testi tantrici

I Mudra sono stati descritti in vari testi dall’antichità ai giorni nostri al fine di preservarli per i posteri.

Tuttavia, tali riferimenti non sono mai stati dettagliati o chiaramente delineati poiché queste tecniche non erano intese per essere apprese da un libro.

L’istruzione pratica da parte di un guru era sempre considerata un requisito necessario prima di eseguirli.

Lo Hatha Yoga Pradipika li considera come uno yoganga, cioé uno stadio indipendente dello yoga, che richiede una consapevolezza molto sottile.

Il principale testo antico che tratta il soggetto (e altre pratiche di yoga) è Gherand Samhita, un trattato sull’hatha yoga del Rishi Gherand.

In questo testo il Signore Shiva, signore degli yogi, spiegando alla sua consorte discepola Parvati le pratiche dello yoga dice: “Oh Devi, ho parlato a proposito dei mudra, la conoscenza dei quali da sola conferisce tutti i siddhi (poteri occulti)”.

Nel Gherand Samhita sono spiegati venticinque mudra, molti dei quali possono essere praticati sotto la guida di un guru competente.

Mudra e prana

Gli atteggiamenti e le posture adottati durante queste pratiche stabiliscono un legame diretto tra annamaya kosha, il corpo fisico, manomaya kosha, il corpo mentale e pranamaya kosha, il corpo energetico.

Inizialmente, ciò consente al praticante di sviluppare la consapevolezza del flusso di prana nel corpo.

In definitiva, stabilisce l’equilibrio pranico all’interno dei kosha e consente il reindirizzamento di energia sottile verso i chakra superiori, inducendo stati di coscienza più elevati.

I mudra manipolano il prana nello stesso modo in cui l’energia sotto forma di luce o onde sonore viene deviata da uno specchio o da una parete rocciosa.

Questo mette in grado il praticante di dirigere a volontà le energie in ogni parte del corpo (per lo scopo di autoguarigione) o fuori dal suo corpo verso un altro (per la guarigione pranica o psichica di un’altra persona).

Le nadi e i chakra irradiano costantemente prana che normalmente fuoriesce dal corpo e si dissipa nel mondo esterno.

Creando barriere all’interno del corpo attraverso la pratica del mudra, l’energia viene reindirizzata all’interno.

Ad esempio, chiudendo gli occhi con le dita in shanmukhi mudra, il prana che si irradia attraverso gli occhi viene riflesso indietro.

Allo stesso modo, l’energia sessuale emessa attraverso il vajra nadi viene reindirizzata al cervello attraverso la pratica del vajroli mudra.

La letteratura tantrica afferma che una volta che la dissipazione del prana viene arrestata attraverso la pratica del mudra, la mente diventa introversa, inducendo stati di pratyahara, ritiro dei sensi e dharana, concentrazione.

Per questo motivo sono ampiamente incorporati nelle pratiche di kriya yoga e kundalini yoga.

Uno sguardo scientifico

In termini scientifici, i mudra forniscono un mezzo per accedere e influenzare i riflessi inconsci e i modelli di abitudini primitivi e istintivi che hanno origine nelle aree primitive del cervello attorno al tronco encefalico.

Stabiliscono una connessione sottile, non intellettuale con queste aree.

Lo scopo è quello di creare posture e gesti fissi e ripetitivi che possano far uscire il praticante da schemi di abitudine istintivi e stabilire una coscienza più raffinata.

Cinque gruppi

I mudra dello Yoga possono essere classificati in cinque gruppi descritti come segue.

  1. Hasta (Delle mani)

    I mudra delle mani reindirizzano il prana emesso dalle mani nel corpo.

    Quelli che uniscono il pollice e l’indice impegnano la corteccia motoria a un livello molto sottile. Generano un ciclo di energia che si sposta dal cervello alla mano e poi di nuovo indietro.

    La consapevolezza cosciente di questo processo porta rapidamente all’internalizzazione.

    Le tecniche incluse in questa categoria sono:

  2. Mana (Della testa)

    Queste pratiche formano parte integrante del kundalini yoga e molte sono tecniche di meditazione a pieno titolo. Utilizzano occhi, orecchie, naso, lingua e labbra.

    Le tecniche incluse in questa categoria sono:

  3. Kaya (Posturali)

    I mudra posturali utilizzano posture fisiche combinate con la respirazione e la concentrazione.

    Le tecniche incluse in questa categoria sono:

  4. Bandha (Di blocco)

    Queste pratiche combinano mudra e bandha. Caricano il sistema con prana e lo preparano per il risveglio della kundalini.

    Le tecniche incluse in questa categoria sono:

  5. Adhara (Perineali)

    Queste tecniche reindirizzano il prana dai centri inferiori al cervello. I Mudra interessati all’energia sessuale sublimante fanno parte di questo gruppo.

    Le tecniche incluse in questa categoria sono:

Questi cinque gruppi coinvolgono aree sostanziali della corteccia cerebrale.

Il numero relativamente elevato di mudra della testa e delle mani riflette il fatto che l’operazione e l’interpretazione delle informazioni provenienti da queste due aree occupa circa il cinquanta percento della corteccia.

I Mudra vengono eseguiti in combinazione con o dopo asana e pranayama.

Quelli qui presentati rappresentano una piccola selezione di mudra discussi nei testi yogici.

Fonte

Swami Satyananda Saraswati, “Asana Pranayama Mudra Bandha”, Yoga Publications Trust 2008
Asana Pranayama Mudra Bandha