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Multidimensionalità di tempo e spazio nei Veda: la via vedica alla conoscenza delle realtà dimensionali superiori

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Notazione simbolica degli ipercubi 3, 4, 5 e 6 e loro confini secondo la scienza vedica

Parte I: La via vedica alla conoscenza

Conoscenza vedica

La conoscenza vedica è viva e operativa nella consapevolezza delle persone realizzate in vita. È inoltre ben conservata nella letteratura vedica. È possibile ipotizzare che in origine l’intera gamma della conoscenza vedica vibrasse in un unico Veda. Successivamente questo sapere è stato organizzata da Maharishi Ved Vyasa in quattro Veda: Rigveda, Yajurveda, Samaveda e Atharvaveda.
La conoscenza contenuta nel Rigveda ha 21 suddivisioni o branche, mentre la conoscenza di Yajurveda, Samaveda e Atharvaveda ha rispettivamente 101, 1000 e 9 branche, per un totale di 21+101+1000+9=1131 divisioni. Il formato organizzativo di ciascuna branca del sapere vedico è costituita da quattro classi designate come Samhita, Brahmana, Aranyaka e Upanishad, per cui si hanno 1131 Samhita, 1131 Brahmana, 1131 Aranyaka e 1131 Upanishad. Queste 1131×4 = 4524 scritture insieme costituiscono la saggezza vedica, a cui vanno aggiunti i quattro Upaveda (Veda ausiliari): Ayurveda, Dhanurveda, Gandharvaveda e Sthapatyaveda, la cui funzione è l’applicazione della conoscenza pura di ciascun Veda principale. La moderna matematica e tecnologia rientrano nel campo dello Sthapatyaveda. Il testo denominato Manasara è una delle scritture dello Sthapatyaveda.

Organizzazione del Manasara

Seguendo il lavoro di ricostruzione del testo del Manasara compiuto da Sri Prasana Kumar Acharya, la scrittura ha inizio con una invocazione a Brahma, il Creatore supremo, e si conclude con la rifinitura del terzo occhio della rappresentazione iconica di Shiva. La Scrittura comprende 70 capitoli. La parte iniziale del testo è divisa in due parti, con i primi otto capitoli che costituiscono un primo gruppo, i seguenti dieci capitoli, vale a dire dal 9° al 18°, che formano un secondo gruppo. Poi viene la parte centrale del Manasara, coi capitoli dal 19° al 30° e quelli dal 31° al 50° che si occupano di architettura. Segue poi il tema della scultura, sviluppato nei capitoli dal 51° al 65° e dal 66° a 70°.

Struttura dello spazio-tempo

Il modo in cui è stato suddiviso il testo ha un significato organizzativo di grande importanza perché grazie a esso si può comprendere il formato geometrico della scrittura.
Dato che il testo si apre con l’invocazione a Brahma, signore dello Spazio Reale di ordine 4, e si conclude con la cesellatura del terzo occhio di Shiva, signore dello Spazio Reale Pentadimensionale, il formato geometrico a livello dimensionale è destinato ad essere spaziale, con un flusso del tempo solido, cioè tridimensionale.
In breve, la struttura dimensionale del continuum spazio-temporale sarà:

E2 (spazio bidimensionale) × E3 (tempo tridimensionale)

In termini di questo ordine dimensionale si sta manifestando un dominio geometrico operante all’interno della struttura dello spazio-tempo:

(E2)4 (spazio multidimensionale) x E3 (tempo tridimensionale)

È importante notare che il pensiero moderno (matematica, scienza e tecnologia) opera nello spazio-tempo:

E3 (spazio tridimensionale) × E1 (tempo lineare)

Il moderno pensiero, della matematica, della scienza e della tecnologia si incentra su una realtà dimensionale lineare ma i sistemi vedici si avvalgono di realtà multidimensionali. Gli studi dei formati organizzativi delle varie scritture vediche rivelano che formati geometrici di dimensione superiore sono disponibili per gestire la conoscenza pura. A titolo illustrativo, si può prendere il caso del più antico libro del genere umano, il Rigveda Samhita.

Il Rigveda Samhita

Delle 21 samhita (“raccolte”) originarie del Rig Veda, la Sakhala Samhita è arrivata intatta fino ai nostri tempi dalla prima all’ultima sillaba e, come vuole la tradizione, tutta la conoscenza vedica è contenuta in questa scrittura di 432000 sillabe, di cui 397265 sillabe sono testo manifesto, le rimanenti 34735 sillabe fanno parte del formato organizzativo del testo e come tali rimangono non-manifeste (la conoscenza e l’organizzazione della conoscenza sono due discipline distinte).

Come un veicolo che, carico di merci, trasporta insieme sé stesso e le merci, allo stesso modo il testo scritturale del Rigveda Samhita veicola insieme il formato organizzativo del sapere e il contenuto di questo formato, cioè il sapere stesso.

Organizzazione del Rigveda Samhita

Contenuto totale di conoscenza 432000 sillabe
Testo manifesto 397265 sillabe
Mandala 10
Ashtaka 08
Capitoli 64
Anuvakas 85
Sukta 1028
Varga 2024
Richa 10552

Il formato organizzativo del Rigveda Samhita rivela che la conoscenza vedica è organizzata secondo il formato geometrico dello Spazio Reale di ordine 6, che ammette uno Spazio di ordine 4 nel ruolo di dimensione. Per il pensiero moderno, incentrato sul normale spazio tridimensionale che ammette uno spazio unidimensionale nel ruolo di dimensione, il Rigveda Samhita è incomprensibile. Per imparare a capire la saggezza vedica dobbiamo riesaminare la logica alla base degli assiomi e postulati che costruiscono la realtà che percepiamo come spazio dalle dimensioni lineari.

Parte II: Realtà dimensionali superiori

Base matematica della letteratura vedica

Studi sulla struttura matematica della letteratura vedica rivelano che spazi reali superiori al nostro spazio tridimensionale (di ordine 3) non solo erano noti ai veggenti vedici ma essi ne fecero grande uso per organizzare la conoscenza vedica pura.
Concentriamoci sulla natura dello spazio che ci circonda. Possiamo facilmente immaginare la linea retta come la traccia di un punto in movimento, mentre un piano è la traccia generata dal movimento di una linea retta. Allo stesso modo, un piano in movimento creerà uno spazio solido.
Di conseguenza, dal movimento di un cubo (cioè un solido tridimensionale) viene generato un Ipercubo, precisamente un ipercubo di ordine 4 o ipercubo quadridimensionale o Ipercubo-4.

Notazione simbolica in geometria vedica
Figura 1. Rappresentazione simbolica dei corpi regolari rappresentativi degli spazi di ordine 1, 2, 3, 4, 5 e 6.

Se consideriamo il punto come un corpo regolare rappresentativo dello spazio di ordine 0, e l’intervallo, il quadrato e il cubo, rispettivamente, come corpi regolari rappresentativi degli spazi di ordine 1, 2 e 3, possiamo concludere che lo spostamento di uno spazio-0 (punto) accetta il formato monodimensionale spazio-1, che uno spazio-1 genera muovendosi uno spazio-2 bidimensionale, e che un corpo bidimensionale di spazio-2 accetta uno spazio-3 tridimensionale; di conseguenza un corpo di spazio-3 in movimento richiederà un formato spaziale quadridimensionale.

Generalizzando, lo spostamento di un corpo di spazio n richiederà un formato spaziale n+1.

Possiamo definire e designare almeno tre successivi corpi dimensionali in continuazione del segmento, del quadrato e del cubo come ipercubi. L’ipercubo-4 è un corpo regolare rappresentativo di uno spazio-5 e così via. In Figura 1 la rappresentazione simbolica dei corpi regolari rappresentativi degli spazi di ordine 1, 2, 3, 4, 5 e 6 aiuta a chiarire il concetto di struttura spazio-temporale multi-dimensionale alla base dell’organizzazione della conoscenza nella Scrittura dello Sthapatya Upaveda denominata Manasara.
Per comprendere gli ipercubi 4, 5 e 6 in continuità con la configurazione geometrica del segmento, del quadrato e del cubo, dobbiamo capire prima queste prime tre configurazioni geometriche.
Il segmento ha lunghezza A1 e 2 punti di confine 2A0
Il quadrato ha un’area A2 e 4 linee di confine 4A1
Il cubo ha un volume A3 e 6 superfici di confine 6A2
Le espressioni:

A1:2A0

A2:4A1

A3:6A2

suggeriscono una formulazione generalizzata:

An:2nAn-1, con n = 1, 2, 3.

Questa formulazione è valida per tutti i valori di n. In particolare, per n = 4, 5 e 6 si ottiene, rispettivamente:

A4:8A3

A5:10A4

A6:12A5

Il messaggio geometrico è che il confine o margine del corpo di spazio-4 è costituito da 8 cubi mentre il confine del corpo di spazio-5 è costituito da 10 ipercubi-4 e il margine di un corpo di spazio-6 è costituito da 12 ipercubi-5 e così via.
I componenti di confine di segmento, quadrato, cubo e ipercubi 4, 5 e 6 sono in rapporto 2:4:6:8:10:12. La Figura 2 mostra la notazione simbolica degli ipercubi 3, 4, 5 e 6 e i loro confini.

Figura 2. Notazione simbolica degli ipercubi 3, 4, 5 e 6 e loro confini secondo la scienza vedica
Figura 2. Notazione simbolica degli ipercubi 3, 4, 5 e 6 e loro confini secondo la scienza vedica

Il sistema della sestuplice ruota del corpo umano

La conoscenza riguardo il formato sestuplice (ossia affine all’percubo-6) del sistema umano è contenuta nelle Upanishad:

बहिर्लक्ष्यलक्षणम्‌
अथ बहिर्लक्ष्यलक्षणं। नासिकाग्रे चतुर्भिः
षड्भिरष्टभिः
दशभिः द्वादशभिः क्रमात्‌ अङ्गुलालन्ते
नीलद्युतिश्यामत्वसदृग्रक्तभङ्गीस्फुरत्पीतवर्णद्वयोपेतं
व्योम
यदि पश्यति स तु योगी भवति।

bahirlakṣyalakṣaṇam
atha bahirlakṣyalakṣaṇaṁ | nāsikāgre caturbhiḥ
ṣaḍbhiraṣṭabhiḥ
daśabhiḥ dvādaśabhiḥ kramāt aṅgulālante
nīladyutiśyāmatvasadṛgraktabhaṅgīsphuratpītavarṇadvayopetaṁ
vyoma
yadi paśyati sa tu yogī bhavati |

Ora la percezione del Segno Esterno. Se si percepisce davanti al naso, ad una distanza di quattro, sei, otto, dieci e dodici pollici in successione uno spazio (vyoman) che è doppiamente dotato di lucente colore giallo e di nuovo nella sembianza di colore rosso sangue, che a volte è come radianza blu o azzurro scuro, egli è uno yogin.

(Advaya Taraka Upanishad, 6)

Qui sono considerate le caratteristiche strutturali esterne del formato sestuplice del sistema umano.
Il messaggio di grande importanza è che la comprensione vedica del sistema umano è parallela ai formati geometrici dei sei corpi regolari rappresentativi degli spazi di ordine da 1 a 6.
Questo aiuta a comprendere e apprezzare la tradizione vedica che concepisce i Mantra / Richa come impulsi della propria coscienza. A questo riguardo c’è un altro aspetto della nostra esistenza fenomenica: un essere umano respira 21600 volte al giorno, un sottomultiplo di 432000.
Brahma, Shiva e Vishnu insieme sono conosciuti come Trinità degli Dei. Nella letteratura vedica disponibile esiste un parallelismo tra le quattro teste di Brahma, le quattro dimensioni dello spazio-4 e l’ipercubo-4, tra le cinque teste di Shiva, le cinque dimensioni dello spazio-5 e l’ipercubo-5, e tra le sei teste di Vishnu, le sei dimensioni dello spazio-6 e l’ipercubo-6.

Dimensioni e spazi

La struttura tridimensionale dello spazio che percepiamo nello stato di veglia è raffigurata dai tre assi cartesiani tra di loro ortogonali, come in figura 3.

coordinate cartesiane
Figura 3. Assi cartesiani

Il messaggio è che stiamo prendendo la linea come dimensione dello spazio tridimensionale, e che tali tre linee costituiscono insieme un sistema di riferimento tridimensionale. Questo, infatti, è un caso particolare della regola generale che in uno spazio di dimensioni n=3 il ruolo di dimensione tocca a una linea di dimensione n-2=1. In matematica moderna, sebbene siano state ipotizzate ed esistano costruzioni matematiche e mentali degli spazi dimensionali superiori, la loro dimensione rimane sempre una linea cioè uno spazio unidimensionale. Questo concetto è da abbandonare, in quanto renderebbe la dimensione indistinguibile dallo spazio. Al contrario, nelle scritture vediche vige la regola che esiste una differenza di due unità tra uno spazio e le sue unità dimensionali, come è ben testimoniato nel Ramayana e nel Mahabharata. Le narrazioni sono che quando il braccio di Rama inseguiva Kaka Bhusundi rimaneva una differenza di soli due Angula fino al Brahmaloka. Allo stesso modo quando Yashoda cercava di legare il suo bambino Krishna, qualsiasi corda usasse era sempre più corta di due Angula.
Il grande messaggio è che il metro di misurazione deve essere di due unità dimensionali inferiore allo spazio che si vuole misurare. Di conseguenza il Manasara, la scrittura dello Sathapatya Upaveda dell’Atharvaveda, accetta Vishnu dalle sei teste come signore dell’asta di misurazione e Brahma dalle quattro teste come signore della misura. Nel linguaggio geometrico significa che lo spazio-4 svolge il ruolo di dimensione dello spazio-6.
Nella rappresentazione iconica delle divinità, il numero di teste della divinità simboleggia il numeo di dimensioni di uno spazio e gli occhi delle teste simboleggiano l’ordine dimensionale di quello spazio.

Formato delle rappresentazioni iconiche

Possiamo catalogare il parallelismo tra le rappresentazioni iconiche della Trinità degli Dei e l’impostazione degli ipercubi 4, 5 e 6 come formato geometrico.

Tabella 1. Parallelismo tra icone e configurazioni geometriche
N. Caratteristiche dell’icona Configurazione geometrica
1 Numero di teste Numero di dimensioni
2 Capo Dimensione dello spazio
3 Numero di occhi per testa Struttura delle dimensioni
4 Loto (di 8 petali) Ipercubo-4
5 Loto Spazio-4
6 Seggio del Loto Ipercubo-4 come dominio
7 Piedi del loto Ipercubo-4 come confine
8 Occhi del loto Ipercubo-4 come dimensione

Illuminazione upanishadica

Upanishad e Purana, in particolare Brahmapurana, Shivapurana e Vishnupurana ci illuminano sulla Trinità degli Dei:
Brahma: Brahma è una divinità rappresentata con quattro teste e due occhi in ogni testa. Siede su un loto di otto petali. Medita nel cuore sul suo Signore (Shiva) e ascende nello Shivaloka dove moltiplica se stesso in dieci Brahma con quattro teste ciascuno.
Il messaggio geometrico può essere decodificato in termini del seguente parallelismo completo tra l’idolo di Brahma e la configurazione geometrica dell’Ipercubo-4.

Tabella 2. Parallelismo tra icona di Brahma e configurazione dell’Ipercubo-4
N. Caratteristiche dell’icona Configurazione geometrica
1 Quattro teste Quattro dimensioni
2 Due occhi Spazio bidimensionale come dimensione dello Spazio-4
3 Otto petali Otto componenti solidi di contorno (A4:8A3)
4 Cuore Origine / Centro
5 Signore di Brahma Spazio-5 come origine dello spazio-4
6 Dieci Brahma 10 Ipercubi-4 come confine dell’Ipercubo-5 (A5:10A4)

Dharmesh Shukla ha elaborato i dettagli nella sua tesi di dottorato dal titolo “Alcune proprietà dello Spazio Reale di ordine 4 alla luce della conoscenza vedica”, HN Bahuguna University, Uttar Pradesh 1994.

Shiva: Shiva ha cinque teste con tre occhi in ogni testa e dieci braccia. Lo Shivapurana ci illumina che Hanuman è l’incarnazione di Shiva. Il Ramayana ci racconta che Rama, l’incarnazione di Vishnu, risiede nel cuore di Hanuman.
Ciò può essere decodificato come parallelismo completo tra l’idolo di Shiva e la configurazione geometrica dell’Ipercubo-5.

Tabella 3. Parallelismo tra icona di Shiva e configurazione dell’Ipercubo-5
N. Caratteristiche dell’icona Configurazione geometrica
1 Cinque teste Cinque dimensioni
2 Tre occhi Spazio-3 come dimensione dello Spazio-5
3 Dieci braccia Dieci componenti di confine (A5:10A4)
4 Cuore Origine / Centro
5 Signore di Shiva Spazio-6 come origine dello Spazio-5
6 Dwadasha Aditya 12 Ipercubi-5 (12 Soli) come confine dell’Ipercubo-6 (A6:12A5)

La Tesi di Sh. Bidyadhar Panda intitolata “Alcune proprietà dello Spazio Reale di ordine 5 alla luce della conoscenza vedica” elabora i dettagli della configurazione geometrica dell’Ipercubo-5 e dello Spazio-5 e definisce lo Shiva Purana come testo rappresentativo dello Spazio Reale di ordine 5.

Strati fenomenici o manifestativi

Alla luce di quanto sopra, è possibile esaminare, con una visione libera da costruzioni mentali pre-costituite, la configurazione geometrica di un cubo. Così si può immaginare che il “grumo” di spazio tridimensionale che si manifesta come “volume” del cubo è un dominio avvolto all’interno di “fogli” bidimensionali che fanno da confine o telaio. Inoltre, sappiamo che questa configurazione ammette una dimensione lineare (cioè spazio-1) nel ruolo di dimensione. Ora, se ci concentriamo sul centro del cubo, noteremmo che esso implica l’esistenza di 8 sub-cubi che lo circondano, avvolgendolo. Il centro del cubo può essere pensato come l’origine dei tre assi cartesiani. Come tale, la formulazione A4:8A3 dell’Ipercubo-4, che permette a Brahma di manifestarsi come idolo, aiuta a comprendere che al centro del cubo, così come all’origine dei tre assi cartesiani ortogonali è sigillato uno Spazio Reale di ordine 4.
L’origine / centro, il dominio / volume, il confine o telaio / superficie e la dimensione lineare del cubo sono quattro entità distinte la cui sintesi rende manifesta la configurazione geometrica di un cubo. Ciò significa che il nostro mondo fisico, che percepiamo nel normale stato di veglia come un continuum geometrico tessuto in uno spazio tridimensionale, è solo uno degli strati fenomenici o manifestativi che compongono la Realtà; il nostro mondo fisico, che è l’unico che percepiamo nel nostro ordinario stato di coscienza, è uno strato fenomenico che ha uno spazio-1 (una linea) nel ruolo di dimensione, uno spazio-2 (una superficie) nel ruolo di confine o telaio, uno spazio-3 (un volume) che rappresenta il dominio e uno spazio-4 come origine (vedi Figura 4).

Strato manifestativo o fenomenico relativo allo spazio tridimensionale
Figura 4. Strato manifestativo o fenomenico relativo allo spazio tridimensionale

Allo stesso modo il livello di esistenza di Brahma, cioè lo Spazio reale di ordine 4, è il successivo strato fenomenico, in cui la dimensione è uno spazio-2 ossia una superficie, uno spazio tridimensionale interpreta il ruolo di telaio, il dominio è rappresentato da uno spazio quadridimensionale e lo spazio-5 gioca il ruolo di origine. Generalizzando, uno strato manifestativo di ordine n ammette uno spazio di ordine n-2 nel ruolo di dimensione e uno spazio di ordine n+1 nel ruolo di origine.
Strati fenomenici degli Spazi Reali di ordine 3, 4 e 5
Figura 5. Strati fenomenici degli Spazi Reali di ordine 3, 4 e 5

Brahma, il Creatore, crea la realtà come strato fenomenico di 4 spazi consecutivi sintetizzati insieme. Questa creazione ammette una origine in uno stato sigillato, inattivo. La trascendenza da un livello manifestativo ad un altro richiede lo sblocco dell’origine, possibile solo in un formato spaziale di ordine 5. Perciò Shiva, il Trasformatore Supremo, è il Signore della trascendenza. Di conseguenza, in Shivaloka esiste una configurazione sintetica e vibrante di 5 entità in cui è possibile la trascendenza da uno strato fenomenico ad un altro superiore.

Realtà sintetica vibrante

Il modello vedico della realtà sintetica vibrante del formato spaziale di ordine 5 è una configurazione multi-dimensionale di spazio e tempo. Essa tiene conto della trascendenza attraverso gli strati fenomenici come flusso del tempo. La transizione da dimensioni spaziali lineari a dimensioni spaziali solide è elaborato come un flusso di tempo della realtà 4-spaziale che ci porta alla realtà 5-spaziale. In termini concreti, avendo il mondo manifesto un ordine dimensionale spaziale, si raggiunge la transizione in termini di tempo non più lineare ma solido, tridimensionale. Il flusso del tempo cristallizza come monade triadica, cioè monade strutturata costituita da tre parti. Questo formato triadico di tempo, applicato agli organi manifesti degli strati fenomenici, produce 2n+1 versioni dei corpi manifesti. Nel linguaggio geometrico, significa semplicemente che il segmento, il quadrato, il cubo e l’ipercubo, come corpi regolari rappresentativi dei rispettivi spazi, e come domini dei rispettivi strati fenomenici, ammettono 2n+1 versioni o, in altri parole, 2n+1 geometrie.
Come esempio, per n=1, avremo 3 geometrie di spazio lineare o, in altre parole, avremo 3 versioni di segmento, cioè intervallo chiuso, intervallo semiaperto e intervallo aperto. Queste versioni di intervallo hanno dominio comune (lunghezza) e differiscono solo in termini di componenti di contorno (punti). Un intervallo chiuso ammette 2 punti di confine, un intervallo semiaperto ammette un solo punto di confine e l’intervallo aperto è privo di entrambi i punti di confine.
Per n = 2, si avranno 5 geometrie di spazio-2 o bidimensionale, cioè 5 versioni del quadrato con 4, 3, 2, 1 e 0 linee di contorno e per n=3, esisteranno 7 geometrie / versioni di cubo aventi 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0 superfici di contorno, e così via (vedi Figura 6).

Le sette geometrie o versioni del cubo
Figura 6. Le sette geometrie o versioni del cubo. In nero le superfici di contorno mancanti

In uno spazio a tre dimensioni (n=3) abbiamo la linea (n-2=1) come dimensione, e un flusso di tempo di ordine spaziale (n-1=2). Lo spazio a due dimensioni (n=2) ammette (2n+1)=5 geometrie. Le 3 dimensioni più le 5 versioni ci darebbero 3+5=8=2×4, vale a dire 4 dimensioni spaziali che costituiscono l’ordine dimensionale dello Spazio-4. Questo è il modo in cui il flusso bidimensionale del tempo opera la transizione dall’ordine dimensionale lineare dello Spazio-3 all’ordine dimensionale spaziale dello Spazio-4.
Analogamente, in uno spazio a quattro dimensioni (n=4), abbiamo non più una linea ma una superficie come dimensione (n-2=2) e un flusso del tempo di ordine solido o tridimensionale (n-1=3). Lo spazio a tre dimensioni (n=3) ammette (2n+1)=7 versioni o geometrie. L’ordine dimensionale di 3-spazio ammette 7 versioni. L’ordine dimensionale dello Spazio-4 è di 4 dimensioni spaziali (4×2). Questo ordine 4×2 più le 7 versioni del cubo ci daranno (4×2)+7=15=3×5, vale a dire 5 dimensioni solide che vanno a costituire l’ordine dimensionale dello Spazio-5. Così il flusso tridimensionale del tempo opera la transizione dall’ordine dimensionale spaziale dello Spazio-4 all’ordine dimensionale solido dello Spazio-5.
Quindi per la corretta comprensione del concetto vedico di realtà sintetica vibrante, dobbiamo percorrere la via vedica alla conoscenza. Il continuum geometrico multidimensionale è l’arena in cui il mondo fisico agisce. Il formato organizzativo della Srimad Bhagavad Gita, l’eterno Canto del Signore Krishna, fa uso dello Spazio Reale di ordine 6 (vedi Figura 7).
Formato organizzativo della Bhagavad Gita
Figura 7. Formato organizzativo della Bhagavad Gita

L’organizzazione del Manasara corre parallela a quella della Srimad Bhagavad Gita e a quella della sestuplice ruota del sistema umano. Il formato organizzativo del nucleo della Bhagavad Gita genera una zona in cui Jyoti (Pura Luce) fluisce dal nucleo del Sole in forma di 7 correnti. Questo flusso è canalizzato sulla quadruplice formulazione della sillaba Om come flusso trascendente Divya Ganga. Questa è una disciplina completa in sé.

ॐ तत्सदिति निर्देशो ब्रह्मणस्त्रिविध: स्मृत: |
ब्राह्मणास्तेन वेदाश्च यज्ञाश्च विहिता: पुरा ॥२३॥

oḿ tat sad iti nirdeśo brahmaṇas tri-vidhaḥ smṛtaḥ
brāhmaṇās tena vedāś ca yajñāś ca vihitāḥ purā

Om, Tat, Sat: questa è la tradizionale triplice designazione del Brahman, e in origine da Esso furono ordinati i Brahmana, i sacrifici e i Veda.

Bhagavad Gita 17, 23


Fonte: vedicganita.org