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Riflessione sui centri psichici: vishuddhi chakra – 2° parte

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altra immaginevishuddhi chakra

Vishuddhi chakra: nèttare e veleno

Nelle scritture tantriche si dice che all’interno di bindu, nel retro del capo, la luna secerne un fluido vitale, o essenza, conosciuto come nèttare.
Questo fluido trascendentale gocciola nella coscienza individuale da bindu visarga. In questo contesto bindu può essere considerato come il centro o il passaggio attraverso cui l’individualità emerge dalla coscienza cosmica in sahasrara.
Questo fluido divino è chiamato con differenti nomi. In italiano si chiama ambrosia, il nèttare degli dei. È conosciuto anche come amrit, il nèttare dell’immortalità. Nei Veda è conosciuto come Soma e nei tantra come madya (vino divino).
Molti grandi poeti sufi parlano di questo dolce vino che ha il potere di causare un’immediata ebbrezza. Lo stesso simbolismo è contenuto nei rituali cristiani in cui il vino è consacrato e bevuto come un sacramento. Di fatto, ogni sistema religioso e ogni tradizione mistica interessata al risveglio di una coscienza più elevata nell’uomo, hanno un proprio simbolismo per questo inspiegabile e indescrivibile senso di beatitudine.
Tra bindu e vishuddhi chakra c’è un altro centro psichico più piccolo conosciuto con il nome di lalana chakra o talumula, strettamente connesso a vishuddhi chakra. Quando il nèttare stilla giù da bindu viene immagazzinato in lalana.
Questo centro è simile ad una riserva ghiandolare, situata sul retro della rinofaringe, nella cavità interna sopra e al di là del palato molle dove si apre il passaggio nasale.
Quando praticate khechari mudra, dovete cercare di girare la lingua in alto e indietro in questa cavità per stimolare il flusso del nèttare.
Sebbene questo fluido sia conosciuto come ambrosia, esso in realtà ha una duplice natura attraverso cui può agire sia come veleno che come nèttare. Quando è prodotto in bindu e immagazzinato in lalana rimane indifferenziato, né nèttare, né veleno.
Finché vishuddhi chakra rimane inattivo, questo fluido scorre verso il basso liberamente, per essere consumato nel fuoco di manipura, attualizzando così il processo di deperimento, degenerazione e morte finale dei tessuti del corpo.
Tuttavia, attraverso alcune pratiche, fra cui khechari mudra, l’ambrosia viene secreta da lalana e va verso vishuddhi chakra, il centro della purificazione e della raffinazione.
Quando vishuddhi è risvegliato, il fluido divino è trattenuto e utilizzato, diventando il nèttare dell’immortalità. Il segreto della giovinezza e della rigenerazione del corpo si trova nel risveglio di vishuddhi chakra.

C’è una bellissima storia nella mitologia indiana che riguarda il nèttare e il veleno di vishuddhi. Si dice che nei tempi primordiali, i deva e i rakshasa, che simboleggiavano le forze del bene e del male, erano continuamente in lotta fra loro. Ciascuno cercava di dominare e distruggere l’altro. Alla fine Vishnu tentò di risolvere il conflitto. Propose loro di agitare l’oceano primordiale (che rappresenta il mondo e la mente), e disse loro che potevano dividerne il contenuto equamente tra di loro. Questa sembrava una giusta soluzione e si decise di attuare il piano di Vishnu. L’oceano venne smosso e molte cose vennero in superficie per la divisione e la distribuzione tra i deva e i rakshasa. In tutto, quattordici cose vennero a galla, incluso il nèttare dell’immortalità fianco a fianco con il peggior veleno. Naturalmente sia i deva che i rakshasa presero il nèttare, ma nessuno voleva aver niente a che fare col veleno. Alla fine solo i deva ottennero il nèttare perché se fosse stato dato ai cattivi rakshasa, essi sarebbero diventati immortali. Il veleno non poteva essere scartato perché ovunque fosse stato gettato, avrebbe causato danno. Sorse un grande dilemma e alla fine Vishnu portò il veleno da Shiva per chiedergli il suo parere. Shiva inghiottì il veleno in un sol sorso. Da allora in poi uno dei nomi del Signore Shiva fu Nilakantha, colui che ha la gola blu, ed è spesso dipinto in questo modo.
samudra manthan: Shiva beve il veleno Halahala

Il significato di questa storia è che anche il veleno può essere digerito senza difficoltà quando vishuddhi chakra è risvegliato. Significa che ai più alti livelli di consapevolezza, a livello di vishuddhi e oltre, anche gli aspetti dannosi e negativi dell’esistenza si integrano nello schema totale dell’essere. Essi sono resi impotenti se i concetti di bene e male vengono trascesi. A questo stadio di consapevolezza gli aspetti e le esperienze velenose della vita sono assorbiti e trasformati in uno stato di beatitudine.
In questo chakra è possibile che non solo i veleni interni, ma anche quelli esterni, possano essere neutralizzati e resi inefficaci. Questo è uno dei siddhi associati con vishuddhi chakra e molti yogi hanno avuto tali poteri. Dipende dal risveglio del centro della gola e di bindu visarga nel cervello, al quale è direttamente connesso.

Il potenziale di vishuddhi

Vishuddhi è il centro responsabile per la ricezione delle vibrazioni di pensiero della mente di altre persone. Questo effettivamente avviene attraverso un centro minore che è intimamente collegato a vishuddhi. Agisce pressappoco come una radio sintonizzata su una lunghezza d’onda, permettendo allo yogi di sintonizzarsi con i pensieri e i sentimenti delle persone, sia vicine che lontane.
Le onde del pensiero degli altri possono essere avvertite anche altrove nel corpo, in altri centri come manipura, ma il vero centro di ricezione e trasmissione delle onde di pensiero è vishuddhi. Da vishuddhi esse sono inviate ai centri del cervello associati agli altri chakra, e in questo modo entrano nella consapevolezza individuale.
Associato a vishuddhi c’è un particolare canale nervoso conosciuto come kurma nadi, la nadi tartaruga. Quando questa nadi viene risvegliata, il praticante acquisisce la capacità superiore di dominare completamente la necessità di mangiare e bere. Questa capacità è stata dimostrata da molti yogi nel passato.
Vishuddhi è effettivamente la leggendaria “fontana della giovinezza”. Si dice che quando la kundalini è in vishuddhi, si goda di eterna giovinezza. Quando è risvegliata attraverso le pratiche di hatha yoga, kundalini yoga o tantra, allora inizia uno spontaneo ringiovanimento fisico. C’è un periodo nella vita, generalmente nella seconda o terza decade, in cui il tasso di degenerazione delle cellule supera il tasso di rigenerazione.
È da questo momento che decadimento, vecchiaia, malattia e morte si manifestano nell’uomo. In certe malattie, come alcune forme di leucemia, le forze degenerative e distruttive si sviluppano anche più rapidamente. Il ringiovanimento compiuto da vishuddhi chakra sui tessuti, organi e sistemi del corpo è in contrapposizione a questo processo di invecchiamento, che è la condizione normale dell’essere umano.
I poteri ottenuti attraverso il risveglio di vishuddhi comprendono indistruttibilità, piena conoscenza delle scritture e conoscenza di passato, presente e futuro. Il senso dell’udito diventa molto acuto, ma attraverso la mente e non attraverso gli orecchi. Frequentemente si sperimenta shunyata, il vuoto, e si vincono tutte le paure e gli attaccamenti. Si diventa capaci di lavorare liberamente nel mondo, senza essere attaccati ai frutti delle proprie azioni.


Note

Lalana chakra o Talumula

Il lalana chakra è situato secondo alcuni nello spazio sopra ajna e sotto il sahasrara chakra, secondo altri è sopra Vishuddhi, alla radice del palato (talumula). Da questo centro emanano 12 yoga nadi. Le vibrazioni prodotte dalle 12 nadi sono rappresentate dalle lettere sanscrite: ha, sa, ksha, ma, la, ve, ra, ya, ha, sa, kha e phrem. Ha Om come bija. In questo centro, lo yogi si concentra sulla forma del suo guru ed ottiene ogni conoscenza. Questo centro ha il controllo delle 12 paia di nervi che procedono dal cervello verso i differenti organi di senso.
Lalana Chakra, chiamato in alcuni Tantra Kala-chakra, è un chakra nascosto, un loto rosso con dodici petali, recanti le seguenti qualità o vritti: shraddha (fede), santosha (contentezza), aparadha (senso di errore), dana (auto-comando), mana (rabbia), sneha (affetto), shoka (tristezza, dolore), kheda (sconforto), shuddhata (purezza), Arati (distacco), sambhrama (agitazione), urmmi (appetito, desiderio).

Fonti:
http://www.fuocosacro.com/pagine/astrale/corpisottili.htm
http://www.sumscorp.com/new_models_of_culture/terms/?object_id=129543