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Riflessione sui centri psichici: vishuddhi chakra – 1° parte

suryanamaskara 0

vishuddhi chakra
Vishuddhi chakra è conosciuto come il “centro della purificazione”.
In Sanskrito la parola shuddhi significa “purificare” e in questo centro ha luogo la purificazione e l’armonizzazione di tutti gli opposti. Vishuddhi è anche conosciuto come “centro del nettare e del veleno”. Qui, il nettare che stilla giù da bindu si dice sia diviso tra lo stato puro e il veleno. Il veleno viene scartato e il nettare puro nutre il corpo, assicurando salute eccellente e longevità.
Vishuddhi rappresenta uno stato di apertura mentale nel quale la vita è vista come dispensatrice di esperienze che conducono ad una maggiore comprensione. Si cessa di evitare continuamente gli aspetti spiacevoli della vita e di cercare quelli piacevoli. Invece c’è uno scorrere con la vita, lasciando che le cose avvengano come devono.
Sia il veleno che il nettare sono consumati in vishuddhi chakra, e vengono compresi come essere parte di un unico più grande insieme cosmico. Da questa accettazione della dualità e della polarità della vita sorgono appropriata comprensione e vera discriminazione.
L’aspetto più astratto di vishuddhi è la facoltà di una discriminazione più elevata, per cui si può controllare la correttezza e l’esattezza di ogni comunicazione ricevuta telepaticamente. Allo stessomodo, vishuddhi ci permette di distinguere fra la realizzazione che affiora alla nostra consapevolezza dai livelli superiori di conoscenza e i semplici mormorii del nostro inconscio e dei nostri desideri.
Vishuddhi chakra è spesso trattato come un chakra insignificante nello schema del kundalini yoga. Le persone sono più coinvolte con muladhara, anahata e agya e quindi il significato di vishuddhi è spesso trascurato. Di fatto, sarebbe auspicabile un atteggiamento opposto.

Il punto di localizzazione

localizzazione dei chakra kshetram
Vishuddhi chakra è situato nel plesso cervicale, direttamente dietro la fossetta della gola. Il suo kshetram è nella parte frontale del collo, nella fossetta della gola o nella ghiandola tiroide. I punti fisiologici corrispondenti sono i plessi nervosi della faringe e della laringe.

Simbologia tradizionale

Alcuni testi tantrici dicono che vishuddhi chakra è rappresentato da un loto di colore grigio scuro; tuttavia, sembra essere più comunemente percepito come un loto viola con sedici petali. Questi sedici petali corrispondono al numero di nadi associate a questo centro. In ciascun petalo è scritta in color cremisi una delle vocali sanskrite am, aam, im, iim, um, uum, rim, riim, lrim, lriim, em, aim, om, aum e le due aspirate am e ah.
Nell’immagine in basso esse sono illustrate partendo dalla prima in alto a destra del canale centrale.
le lettere sui petali di vishuddhi chakra
Nel pericarpo di questo loto c’è un cerchio bianco come la luna piena, che rappresenta l’elemento etere, o akasha. Questa regione eterea è la porta verso la liberazione per chi ha i sensi puri e controllati. All’interno dell’immagine della luna si trova un elefante bianco come la neve, anch’esso simbolo dell’elemento akasha. L’elefante è considerato il veicolo della coscienza di questo piano, e l’aspirante può dirigere se stesso sopra il suo dorso.
Il bija mantra è ham ( हं ), anch’esso bianco puro; esso è la vibrazione o il suono di base dell’elemento eterico.
La divinità che presiede vishuddhi è Sadashiva, bianco come la neve, con tre occhi e cinque facce, con dieci braccia, che indossa una pelle di tigre.
Sadashiva, la divinità che presiede vishuddhi chakra
La dea è Shakini, più pura dell’oceano di nettare che scorre giù dalla regione lunare. I suoi abiti sono gialli e nelle sue quattro mani tiene un arco, una freccia, un cappio e un pungolo.
Shakini, la dea di vishuddhi chakra
Vishuddhi appartiene al quinto loka, il piano di janaha. Il suo vayu è udana che dura fino alla fine della vita e sale verso l’alto; insieme ad agya chakra, vishuddhi forma le basi per vigyanamaya kosha che inizia lo sviluppo psichico.
Il tanmatra, o senso, è l’udito, il gyanendriya, o organo di conoscenza, sono le orecchie. Il karmendriya o organo di azione sono le corde vocali. In Nada Yoga, la branca del kundalini yoga che ha a che fare con la vibrazione sonora, vishuddhi e muladhara sono considerati i due centri base della vibrazione. Nel Nada Yoga l’ascesa della coscienza attraverso i chakra è integrata con la scala musicale. Ogni nota della scala corrisponde ad un livello vibratorio della coscienza di uno dei chakra. Questa scala, cantata spesso in forma di mantra, bhajan e kirtan, è un mezzo potente per il risveglio della kundalini nei differenti chakra.
Muladhara è il primo e vishuddhi il quinto livello di vibrazione della scala musicale. Essi producono i suoni di base o vocalici attorno ai quali è composta la musica dei chakra. Questi suoni vocalici, dipinti nei sedici petali dello yantra, sono i suoni primari. Essi originano da vishuddhi chakra e sono direttamente collegati al cervello.
Meditando su vishuddhi chakra, la mente diventa pura come akasha. L’individuo diviene un grande saggio, eloquente e avveduto e gode una pace mentale ininterrotta. Si può sentire amrita (l’acqua della vita eterna) come un fresco fluido che scorre nel chakra e l’aspirante diventa libero dalla malattia e dal dolore, è compassionevole, pieno di beatitudine e longevo.

Da “Kundalini Tantra”, Swami Satyananda Saraswati, edizioni Satyananda Ashram Italia 1984


Note

Loka

I sette Loka, o piani di esistenza, sono dei piani o stati in cui secondo la cultura induista si suddivide tutta la Creazione, dai piani più sottili a quelli più grossolani. L’Universo, a cominciare dalla Sostanza Eterna, Dio, fino alla materia fisica della creazione, si suddivide in sette differenti sfere, Svarga o Loka:

  1. Bhuloka – La sfera più bassa è Bhuloka, la sfera della materia fisica della creazione sempre visibile a chiunque tramite la comune percezione sensoria.
  2. Bhuvarloka – La successiva è Bhuvarloka, la sfera degli attributi elettrici. Questa sfera, nella quale è del tutto assente la materia fisica della creazione, è caratterizzata dalla presenza della materia sottile; perciò essa viene chiamata “il Vuoto Ordinario”.
  3. Svarloka – La sfera dell’aura magnetica delle forze elettriche, Svarloka, si trova attorno a quella dell’atomo che la segue nell’ordine. Questa sfera, essendo caratterizzata dall’assenza di tutto ciò che esiste nella creazione, perfino degli organi e dei loro oggetti o le materie sottili, è chiamata “il Grande Vuoto”.
  4. Maharloka – Segue Maharloka, la sfera dell’atomo, dove ha inizio la creazione delle tenebre, Maya, su cui si riflette lo Spirito. Essa è la sola via di congiunzione fra la creazione spirituale e la creazione materiale, e viene perciò chiamata “la Porta”.
  5. Janaloka – La successiva è Janaloka, la sfera in cui si riflette lo Spirito, quella dei Figli di Dio, dove ha origine l’idea di una esistenza separata del Sé. Poiché questa sfera è al di là della comprensione di chiunque si trovi nella creazione delle tenebre, Maya, è denominata “l’Incomprensibile”.
  6. Tapoloka – La segue nell’ordine Tapoloka, la sfera dello Spirito Santo, della Pazienza Eterna, che non potrà mai essere turbata da nessuna idea limitata. Poiché non può essere avvicinata neppure dai Figli di Dio, è chiamata “l’Inaccessibile”.
  7. Satyaloka – È la sfera di Dio, Satyaloka, l’unica Sostanza Reale, Sat, nell’universo. Poiché nessuna parola può descriverla, e nessuna cosa nella creazione delle tenebre o in quella della Luce può raffigurarla, è chiamata “l’Indefinibile”.

Fonte: kriyayoga.altervista.org


Vayu

Quello che viene comunemente chiamato “prana” è in realtà un termine generico che può essere tradotto con “energia” e costituisce il Pranamaya Kosha (corpo del soffio vitale o corpo energetico). Permea tutto il corpo fisico e gli infonde la vita. Il Pranomaya Kosha è come l’impianto elettrico del nostro corpo fisico (Annamaya Kosha) e dirige l’energia in diversi settori con diverse direzioni.
I “generatori” e “diffusori” di questa energia sono i Vayu, o soffi vitali. Vayu significa “aria” comprendendo però nel significato di aria anche la parte sottile di questa, invisibile. Vayu si divide nel corpo in cinque grandi aree: Prana, Apana, Udana, Samana, Vyana.

  • Prana Vayu si muove nel torace dalla gola al diaframma ed è associato all’inspirazione. La sua funzione principale è l’assorbimento dell’energia e la regolazione di tutti gli altri soffi: è la forza che entra nel corpo. È responsabile del singhiozzo e dell’eruttazione.
  • Apana Vayu si muove nella parte inferiore del corpo da sotto l’ombelico ed è associato all’espirazione. Sue funzioni principali sono l’escrezione e l’eliminazione: è la forza che si muove verso il basso e verso l’esterno. Tutte le funzioni escretorie sono associate ad Apana Vayu: eliminazione di residui gassosi, sudore, eiaculazione, parto, mestruazione, defecazione e urinazione. È anche la forza che fa aprire le palpebre.
  • Udana Vayu si muove nella gola permeando tutta la testa ed è associato all’espressione. Ha la funzione di connessione con il corpo emotivo ed è responsabile della fonazione e della deglutizione: è la forza che ci unisce al mondo esterno attraverso l’intelletto e la manifestazione dei pensieri. È l’attivatore dei sensi attraverso i loro organi (occhi, naso, bocca, orecchie e pelle) e fa sbadigliare.
  • Samana Vayu si muove tra il diaframma e l’ombelico ed è associato alla creazione di energia. Ha la funzione di assimilare i “rasa” (componenti sottili del cibo) e trasportarli nel corpo ed è quindi responsabile della digestione: è la forza creativa. Attiva il cuore e produce fame e sete.
  • Vyana Vayu pervade tutto il corpo ed è associato alla circolazione. Sincronizza gli altri Vayu: è la forza aggregante del nostro sistema. Governa il sistema circolatorio e attraverso di esso i muscoli e le articolazioni ed è responsabile della postura, del movimento e della coordinazione. Decompone il corpo fisico alla morte.

Fonte: ashtangayogafirenze.com


Yantra

Il termine Yantra deriva dalla radice sanscrita Yam che significa “supportare”, “sostenere”, “tenere su” l’energia inerente a qualche oggetto o idea. In senso lato, uno Yantra può essere una macchina, uno strumento come quelli usati nelle varie scienze (l’astronomia, l’architettura, ecc.).
Gli Yantra mistici sono fondamentalmente delle forme geometriche astratte e si considerano dei supporti per la meditazione. Più precisamente lo Yantra mistico è la rappresentazione di una certa divinità (intesa come livello di vibrazione energetica). L’essenza-forma della divinità è espressa nello Yantra, come l’essenza-suono è espressa nel Mantra; Mantra e Yantra sono strettamente correlati.
La scienza del Mantra e dello Yantra costituisce l’ossatura principale del Tantra.
Fonte: alkaemia.it