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Pratyahara, la rivoluzione interiore

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La tartaruga che ritira le membra nel guscio illustra il significato di Pratyahara

“La vera rivoluzione per raggiungere la libertà è quella interiore, qualsiasi rivoluzione esterna è una mera restaurazione della solita società che a nulla serve” J. Krishnamurti

Pratyahara di per sé è Yoga, in quanto è la parte più importante nello Yoga Sadhana.
Swami Shivananda

Lo yoga è un vasto sistema di pratiche spirituali per la crescita interiore. A tal fine, il sistema yoga classico comprende otto membri, ognuno con il proprio posto e la propria funzione. Di questi, la Pratyahara è probabilmente il meno noto, eppure, se non capiamo Pratyahara, lo Yoga rimarrà per noi un insieme di prescrizioni, astinenze, posture ed esercizi respiratori, ed avremo mancato il vero scopo della vita, cioè l’esperienza diretta dell’Assoluto.
Vediamo come maharishi Patanjali definisce Pratyahara nel secondo capitolo (Libro del metodo, Sadhana Pada) degli Yogasutra:

स्वविषयासंप्रयोगे चित्तस्य स्वरूपानुकारैवेन्द्रियाणां प्रत्याहारः ॥५४॥

svaviṣaya-asaṁprayoge cittasya svarūpānukāra-iv-endriyāṇāṁ pratyāhāraḥ

sva = i loro propri
vishaya = oggetti, regioni, sfere, regni, campi
asamprayoge = non avendo contatto con, non combinati, cessazione di coinvolgimento
chittasya = del campo mentale
svarupe = propria forma, propria natura (sva = propria; rupe = forma, natura)
anukarah = imitare, somigliare, seguire, coinvolgersi
iva = come, come se, come se fosse
indriyanam = organi mentali di azione e percezione (indriya)
pratyaharah = ritiro delle indriya (i sensi di azione e percezione), il volgersi di esse all’interno

Quando gli organi mentali di azione e percezione (indriya) cessano di essere coinvolti con i loro corrispondenti oggetti, e si dirigono all’interno del campo mentale da cui scaturiscono, questo è definito pratyahara.
Yoga Sutra 2.54


ततः परमावश्यता इन्द्रियाणाम् ॥५५॥

tataḥ paramā-vaśyatā indriyāṇām

tatah = allora, per questo, quindi, da ciò
parama = altissima, suprema, ultima, perfetta
vashyata = padronanza, controllo abilità
indriyanam = degli organi mentali di senso e azione (indriya)

Da quel volgersi all’interno delle indriya consegue una suprema abilità nel padroneggiarle.
Yoga Sutra 2.55


Come quinto degli otto arti, Pratyahara occupa un posto centrale. Alcuni yogi lo includono tra gli aspetti esterni di yoga, altri tra gli aspetti interiori. Entrambe le classifiche sono corrette, perchè Pratyahara è lo snodo tra gli aspetti esterni e quelli interni dello yoga, e ci mostra come passare da uno all’altro.

Non è possibile passare direttamente dalle asana alla meditazione. Ciò comporta un salto dal corpo alla mente, dimenticando ciò che si trova in mezzo. Per effettuare correttamente questa transizione bisogna sviluppare un adeguato controllo su ciò che collega il corpo alla mente: il respiro e i sensi. Qui entrano in campo Pranayama e Pratyahara, i due prerequisiti per una efficace meditazione. Con pranayama controlliamo le energie vitali, con Pratyahara otteniamo la padronanza dei sensi.

Che cosa è Pratyahara ?

Il termine Pratyahara (प्रत्याहार) è composto da due parole sanskrite, prati e ahara. Ahara significa “cibo” o “tutto ciò che introduciamo nel nostro sistema dall’esterno”. Prati è una preposizione avente significato di “contro” o “via da”. Pratyahara significa letteralmente “controllo di ahara” o “ottenere padronanza sulle influenze esterne”. La parola Pratyahara può essere associata all’immagine di una tartaruga che ritira le sue membra nel guscio – il guscio o carapace della tartaruga è la mente, le membra sono i sensi. Il termine è di solito tradotto come “il ritiro dei sensi verso la loro origine”, ma esso implica molto di più. A questo proposito c’è un significativo verso della Bhagavad-Gita:

यदा संहरते चायं कूमोऽङ्गानीव सवमिः ।
आितद्रयाणीितद्रयाथेभ्यस्तस्य प्रज्ञा प्रितििता ॥२- ५८॥

yadā saṁharate cā ’yaṁ kūrmo ’ṅgānī ’va sarvaśaḥ indriyāṇī ’ndriyārthebhyas tasya prajñā pratiṣṭhitā.

yadā = quando
saṁharate = ritira all’interno
ca = anche
ayam = questo [persona = sannyasin]
kūrmaḥ = una tartaruga
aṅgānī = [ritira] le sue membra
iva = come
sarvaśaḥ = completamente [dall’esterno]
indriyāṇ = organi di senso
indriya-arthebhyaḥ = dal contatto con gli oggetti dei sensi
tasya = la sua
prajñā = saggezza
pratiṣṭhitā = rimane ferma

Colui che ritrae i suoi sensi dai loro oggetti esterni, come fa una tartaruga che ritrae le sue membra nel guscio, è ben stabilito nella saggezza.
Bhagavadgītā 2.58


Nel pensiero yogico ci sono tre livelli di ahara, o cibo. Il primo livello è quello del cibo che introduce le sostanze necessarie a sostenere il corpo fisico. Il secondo livello è quello delle impressioni sensoriali, che introducono le sostanze sottili necessarie a nutrire la mente – le sensazioni del suono, tatto, vista, gusto e olfatto. Il terzo livello di ahara è costituito dalle relazioni sociali, le persone che ci stanno a cuore e che nutrono l’anima tramite i guna sattva, rajas e tamas.

Pratyahara è duplice. Essa implica ritiro da cibo errato, impressioni errate e associazioni errate, e contemporaneamente apre a cibo corretto, impressioni corrette e associazioni corrette. Possiamo controllare efficacemente le nostre impressioni mentali se nello stesso tempo teniamo una dieta corretta e corrette relazioni.

Ritirando la nostra consapevolezza dalle impressioni negative, Pratyahara rafforza la capacità della mente della mente di immunizzarsi. Proprio come un corpo sano può resiste alle tossine e agli agenti patogeni, una mente sana può allontanare le influenze negative sensoriali intorno ad essa. Se siete facilmente disturbati dal rumore e dalle turbolenze dell’ambiente circostanti, praticare Pratyahara: sarete così in grado di meditare.

Ci sono quattro forme di Pratyahara:

  1. Controllo dei sensi o Indriya Pratyahara

    Indriya Pratyahara è la prima forma di Pratyahara. A molti di noi non piace sentir parlare di interruzione degli input sensoriali provenienti dall’esterno, dato che siamo abituati ad una cultura orientata ai mass media. La maggior parte di noi soffre di sovraccarico sensoriale, frutto di un costante bombardamento da televisione, radio, computer, giornali, riviste, libri. La nostra società commerciale funziona stimolando il nostro interesse attraverso i sensi. Siamo costantemente esposti a colori vivaci, a suoni di intensità elevata ed a sensazioni drammatiche, che hanno l’unico scopo di indurci ad acquistare un prodotto, che sia un detersivo, un elettrodomestico, una relazione sociale o una vita animale o umana.

    Il problema è che i sensi, come bambini indisciplinati, hanno la loro propria volontà, che è in gran parte istintuale. Essi non fanno altro che chiedere qualcosa alla mente. Se non li discipliniamo, essi ci domineranno con le loro infinite richieste. Siamo così abituati alle attività sensoriali che non sappiamo come mantenere la nostra mente tranquilla, siamo diventati ostaggi del mondo dei sensi e delle sue lusinghe. Inseguiamo ciò che è attraente per i sensi e dimentichiamo gli obiettivi più alti della vita. Per questo motivo, Pratyahara è probabilmente l’insegnamento più importante dello yoga per la gente di oggi.

    Indriya Pratyahara ci dà gli strumenti per rafforzare la volontà e ridurre la dipendenza della mente dal corpo. Tale controllo non è soppressione (che provoca eventuale rivolta), ma coordinamento e motivazione.

    Corretta assunzione di impressioni sensorie

    Pratyahara si concentra sulla corretta assunzione di impressioni. Possiamo stare attenti al cibo che mangiamo, alle compagnie che intratteniamo, ma è più difficile esercitare la stessa discriminazione sulle le impressioni sensorie che immettiamo nel nostro essere. Accettiamo, specie tramite i mass media, impressioni che non lasceremmo mai entrare nella nostra vita privata. Lasciamo entrare nelle nostre case, attraverso televisione e film, persone che non frequenteremmo mai nella vita reale ! Che tipo di impressioni sensorie assumiamo ogni giorno ? Crediamo davvero che esse non abbiano alcun effetto su di noi ? Le sensazioni intense intorpidiscono la mente, e una mente intorpidita ci fa agire in modo insensibile, incurante o addirittura violento.

    Secondo l’Ayurveda, le impressioni sensoriali sono l’alimento principale per la mente. Lo sfondo del nostro campo mentale consiste di un insieme di impressioni sensoriali predominanti, le quali scavano solchi nella nostra mente, così come un fiume impetuoso scaverà un canyon nella roccia. Quando la pioggia tornerà, l’acqua scorrerà inevitabilmente per quegli stessi solchi, rendendoli più profondi, e così la forza vitale, fluendo dentro di noi, verrà inesorabilmente incanalata nei sentieri più battuti, rinforzando tendenze inconsce non disciplinate. Lo vediamo quando la nostra mente torna alle impressioni dell’ultima canzone che abbiamo sentito o l’ultimo film che abbiamo visto. Proprio come il cibo spazzatura riempie il corpo di tossine, impressioni spazzatura intossicano la mente. Così come il cibo spazzatura richiede sale, zucchero e spezie per renderlo appetibile, le impressioni spazzatura richiedono sensazioni drammaticamente potenti – sesso, rabbia, violenza – per convincerci della realtà di ciò che è solo colori proiettati su uno schermo, lo schermo mentale.
    Non possiamo ignorare il ruolo che le impressioni sensoriali giocano nel renderci quello che siamo, per costruire la mente subconscia e rafforzare le tendenze latenti all’interno di essa. Cercare di meditare senza controllare le nostre impressioni latenti non fa che istigare il nostro subconscio contro noi stessi, e impedisce lo sviluppo della pace e della chiarezza interiore.

    Liberazione dalle distrazioni del mondo esterno

    Fortunatamente non siamo impotenti di fronte al fuoco di fila delle impressioni sensoriali. Pratyahara ci fornisce molti strumenti per gestirle in modo corretto. Forse il modo più semplice per controllare le impressioni sensoriali è semplicemente quello di tagliarle fuori. Questo darà beneficio alla mente, proprio come il digiuno dà beneficio al corpo. Sedete comodamente con gli occhi chiusi nella vostra stanza (non necessariamente in una cella monastica o in un rifugio di montagna), al riparo dai normali bombardamenti sensoriali, come in una baita. Fate un “digiuno dai media”, astenendovi da televisione, radio, ecc.; ciò sarà un buon inizio per purificare e rigenerare la mente.

    Yoni mudra è una delle più importanti tecniche di Pratyahara per la liberazione dalle distrazioni del mondo esterno. Si utilizzano le dita per bloccare le aperture dei due occhi, delle due orecchie, del naso e della bocca (e per questo è chiamata anche mudra del chiudere le sei porte).

    Un altro metodo per recedere dalle impressioni sensoriali è Shambhavi mudra, che mantiene i nostri organi di senso aperti, ritirando però l’attenzione da essi. In questo modo si impedisce alle impressioni sensoriali di distrarre la mente senza effettivamente disattivare gli organi di senso.

    Concentrarsi su impressioni uniformi

    Un altro modo per purificare la mente e controllare i sensi è quello di porre la nostra attenzione su una fonte di impressioni uniforme, come il mare o il cielo. Così come il sistema digestivo viene cortocircuitato da abitudini alimentari irregolari e alimenti di bassa qualità, la nostra capacità di digerire le impressioni sensoriali può essere indebolita da percezioni stridenti o eccessive. Così come ristabilire una corretta digestione può richiedere di adottare una dieta monovalente, come l’uso di riso e lenticchie, la “digestione” di cibo sensoriale può richiedere una dieta di impressioni naturali, ma omogenee. Questa tecnica è spesso utile dopo un periodo di digiuno sensoriale.

    Creare impressioni positive

    Un altro mezzo di controllo dei sensi è quello di creare impressioni naturali positive. Ci sono diversi modi per farlo: meditare su aspetti della natura come alberi fiori, rocce, o visitare templi o altri luoghi di pellegrinaggio oppure ancora luoghi in cui, nel corso del tempo, si sono depositate impressioni e vibrazioni positive. Impressioni positive possono anche essere create utilizzando incenso, fiori, lampade di ghee, altari, statue e altri manufatti di culto devozionale.

    Creare impressioni interiori

    Un’altra tecnica di recesso sensoriale è concentrare la mente su impressioni interiori, eliminando in tal modo l’attenzione da impressioni esterne. Possiamo creare le nostre impressioni interiori attraverso l’immaginazione o possiamo contattare i sensi sottili che entrano in gioco quando i sensi fisici sono in quiete.

    La visualizzazione è il modo più semplice di creare impressioni interiori. In realtà, la maggior parte delle pratiche di meditazione yoga iniziano con un certo tipo di visualizzazione, come ad esempio “vedere” una divinità e offrire ad essa fiori o gemme, o comporre mentalmente una splendida cornice naturale. Anche il pittore immerso in un paesaggio interiore prima di fissarlo sulla tela o il musicista che compone nella sua mente quando ancora non ha toccato il pentagramma, stanno eseguendo visualizzazioni interiori. Queste sono tutte forme di Pratyahara perché svuotano il campo mentale di impressioni esterne e creano percezioni positive interne al proprio essere come base della meditazione.

  2. Controllo del prana o Prana Pratyahara

    Il controllo dei sensi richiede lo sviluppo e il controllo del prana, perché i sensi seguono prana (l’energia vitale). Se prana non è sviluppato non avremo il potere di controllare i sensi. Se prana è dissipato o disturbato, i sensi saranno dissipati e disturbati. Pranayama è prepararsi a Pratyahara. Pranayama raccoglie il prana e Pratyahara lo interiorizza. I testi yogici descrivono i metodi per il ritiro del prana e la sua concentrazione ovunque vogliamo fissare la nostra attenzione – la parte superiore della testa, il terzo occhio, il cuore o uno degli altri chakra.
    Forse il miglior metodo di Prana Pratyahara è la visualizzazione del processo della morte, in cui la forza vitale si ritira dal corpo, disattivando tutti i sensi dai piedi alla testa. Ramana Maharshi ha raggiunto la realizzazione del Sé in questo modo quando era un ragazzo di diciassette anni. Prima di indagare sul Sé, egli visualizzava il suo corpo morto, ritirando prana nella mente e la mente nel cuore. Senza tale Pratyahara completo e intenso, il suo processo meditativo non avrebbe avuto successo.

  3. Controllo dell’azione o Karma Pratyahara

    Non possiamo controllare gli organi di percezione senza padroneggiare anche gli organi di azione, che ci permettono di intervenire sul mondo illusorio esterno e che creano ulteriore coinvolgimento degli organi percettivi, in una spirale di identificazione. La felicità consiste non nell’ottenere ciò che la nostra personalità illusoria desidera, ma nell’ottenere quello stato dell’essere che non dipende da alcuna entità esterna. Proprio come un corretto modo di percepire disciplina gli organi di senso, azioni corrette e giusta condotta servono a disciplinare gli organi d’azione. Questo è karma yoga – azione come servizio disinteressato rinunciando ai frutti dell’azione e rendendo le nostre azioni quotidiane un rituale sacro. Karma Pratyahara è compiere l’azione in cui ci troviamo coinvolti rinunciando a qualsiasi beneficio o premio, ovvero offrendo alla divinità o all’umanità qualsiasi beneficio possa derivare dall’azione compiuta. A questo proposito la Bhagavad-Gita recita:

    कममण्येवािधकारस्ते मा फलेषु कदाचन ।
    मा कममफलहेतुभूममाम ते सङ्गोऽस्त्वकममिण ॥२- ४७॥

    karmaṇy evā ’dhikāras te mā phaleṣu kadācana mā karmaphalahetur bhūr mā te saṅgo ‘stv akarmaṇi

    Tu hai il diritto di compiere i doveri che ti aspettano, ma non di godere i frutti dei tuoi atti; non devi mai credere di essere la causa delle conseguenze dell’azione e non cercare in nessun momento di sfuggire al tuo dovere con l’inazione.
    Bhagavadgītā 2.47


    Questo è Karma Pratyahara. Praticare Asana è anch’esso una forma di Karma Pratyahara, dal momento che nell’asana si esercita sugli organi dell’azione il controllo necessario per assumere la postura, specie se essa deve essere mantenuta confortevolmente per estesi periodi di tempo.

  4. Ritiro della mente o Mano Pratyahara

    La mente è il sesto organo di senso, responsabile del coordinamento di tutti gli altri sensi. Mano Pratyahara implica il distrarre l’attenzione da qualsiasi cosa o pensiero inautentico. È la forma più alta e più difficile, se non si è prima acquisito il controllo degli organi di senso, dell’energia vitale, dell’azione. Vyasa, nel commento agli Yoga Sutra, nota che la mente è come l’ape regina e i sensi sono le api operaie. Dove va la regina, là andranno le operaie, pertanto se la mente si ritrae dall’esperienza empirica per contemplare il puro riflesso del principio cosciente, i sensi cessano dalla loro funzione di tramite di comunicazione con l’esterno.

Pratyahara e le altre membra dello Yoga

Pratyahara è collegata a tutti gli stadi dello yoga. Tutte le altre arti – da Asana a Samadhi – contengono aspetti di Pratyahara. Ad esempio, nelle asana sono controllati sia gli organi di percezione che quelli di azione. Pranayama contiene Pratyahara in quanto ritraiamo la nostra attenzione verso l’interno focalizzzandoci sul respiro. Yama e Niyama contengono vari principi e pratiche, come la non-violenza e la letizia, che ci aiutano a controllare i sensi. In altre parole, Pratyahara fornisce le basi per le pratiche superiori di yoga ed è la base per la meditazione. Essa segue pranayama (o il controllo del prana) e, collegando prana alla mente, lo porta fuori dalla sfera del corpo. Pratyahara è anche collegata con dharana. In Pratyahara ritiriamo la nostra attenzione dalle distrazioni ordinarie. In dharana dirigiamo consapevolmente l’attenzione su un particolare oggetto, come un mantra. Pratyahara è l’aspetto negativo e dharana l’aspetto positivo della stessa funzione di base, l’attenzione.

Se anche dopo anni di pratica non abbiamo raggiunto quello che ci aspettavamo, vuol dire che non abbiamo compreso a fondo lo stadio di Pratyahara. Cercare di meditare senza praticare un certo grado di Pratyahara è come cercare di raccogliere l’acqua in un recipiente che perde. Non importa quanta acqua introduciamo, essa andrà via. I sensi sono come buchi nel vaso della mente. A meno che non siano sigillati, la mente non potrà contenere il nettare della verità.
Pratyahara offre molti metodi per preparare la mente alla meditazione. Ci aiuta anche a evitare disturbi ambientali che sono la fonte del dolore psicologico. Pratyahara è uno strumento meraviglioso per prendere il controllo delle nostre vite e aprirci al nostro essere interiore. Non c’è da meravigliarsi che grandi yogi l’abbiano definita “la più importante parte del yoga”.

Pratyahara e Ayurveda

La pratica di Pratyahara, in quanto corretta gestione della mente e dei sensi, è essenziale per tutti i tipi costituzionali. È il fattore più importante per la nutrizione mentale. Tuttavia, è più necessaria per le costituzioni Vata che tendono ad attività sensoriali e mentali squilibrate o eccessive. Tutti i tipi Vata dovrebbero praticare una qualche forma di Pratyahara giornaliero. Il loro vata inquieto distrae i sensi, disturba gli organi d’azione e il prana, rende la mente inquieta. Pratyahara inverte il vata dannoso e lo trasforma in una forza pranica positiva.
I tipi Kapha, d’altra parte, spesso soffrono di troppo poca attività, anche a livello sensoriale. Essi possono scivolare in schemi tamasici di pigrizia, come guardare la televisione o starsene seduti in casa. Hanno bisogno di più stimoli mentali e beneficiano di attività sensoriali spiritualmente elevate, come la visualizzazione.
I tipi Pitta hanno generalmente un maggiore controllo dei sensi rispetto agli altri e sono inclini ad attività di tipo fisico, in cui si disciplinano il corpo e i sensi. Hanno bisogno di praticare Pratyahara come mezzo di attenuazione della volontà personale e per lasciare che il divino operi attraverso di loro.

Pratyahara e la malattia

Ayurveda riconosce che l’uso improprio dei sensi è una delle principali cause di malattia. Tutte le malattie mentali sono connesso con l’assunzione di impressioni sensoriali non salutari. Pratyahara è quindi un primo passo importante nel trattamento di tutti i disturbi mentali. Allo stesso modo è molto utile nel trattamento di disturbi del sistema nervoso, in particolare quelli che si manifestano con iperattività. Siamo spesso troppo impegnati ad esprimere le nostre emozioni, cosa che dissipa una tremenda quantità di energia. Pratyahara ci insegna a contenere la nostra energia e a non dissiparla inutilmente. L’energia così risparmiata può essere rediretta per scopi creativi, spirituali o di guarigione.
La malattia fisica deriva principalmente dall’assumere alimenti malsani. Pratyahara ci offre il controllo dei sensi che ci permette di astenerci dal desiderrare cibo sbagliato. Quando i sensi sono controllati, si può impedire il sorgere di desideri errati o artificiali. Per questo motivo l’Ayurveda pone enfasi sul corretto uso dei sensi come uno dei fattori più importanti per un giusto modo di vivere e la prevenzione delle malattie.

Fonti


Note


1 – Gli otto membri dello Yoga:

  1. yama (le cinque “astinenze”)
  2. niyama (le cinque “osservanze”)
  3. āsana (posture)
  4. pranāyāmā (controllo della respirazione)
  5. pratyāhāra (ritrazione dei sensi)
  6. dharāna (concentrazione)
  7. dhyāna (meditazione)
  8. samādhi (estasi)


3 – La Bhagavadgītā
Bhagavadgītā (sanscrito, sf.pl.; devanāgarī: भगवद्गीता, , “Canto del Divino” o “Canto dell’Adorabile” o, meno comunemente, Śrīmadbhagavadgītā; devanāgarī: श्रीमद्भगवद्गीता, il “Meraviglioso canto del Divino”) è un poema di contenuto religioso di circa 700 versi (śloka) diviso in 18 canti (adhyāya), contenuto nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata.
La Bhagavadgītā ha valore di testo sacro, ed è divenuto nella storia tra i testi più popolari e amati tra i fedeli dell’Induismo.
L’unicità di questo testo, rispetto ad altri, consiste anche nel fatto che qui non viene data un’astratta indicazione del Bhagavat, ma questa figura divina è un personaggio protagonista che parla in prima persona, e fornisce la possibilità di una sua darśana (dottrina) completa. (Fonte: Wikipedia)
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