Shat-Chakra-Nirupana
La descrizione dei sei centri
Il Fiore di Loto Agya è descritto nel Shat-Chakra-Nirupana nei versetti 32, 33, 34, 35, 36, 37 e 38.
Esso ha due petali ed è bianco. Sui due petali vi sono le lettere Ha e Ksha, anch’esse bianche. La Shakti tutelare del Chakra, Hākinī, è nel pericarpo; è bianca, ha sei facce, ognuna con tre occhi, sei braccia, e sta seduta su un fior di loto bianco. Con le mani mostra Vara mudra (gesto di concedere grazie) e Abhaya mudra (gesto di scacciare la paura), e tiene un rosario Rudraksha, un teschio umano, un tamburello ed un libro.
Sopra di Lei, dentro un Trikona, c’è Itara-Linga, che è simile al lampo, e ancora sopra questo, dentro un altro Trikona, v’è l’Atma interiore (Antaratma), che risplende come una fiamma. Ai suoi quattro lati, fluttuanti nell’aria, vi sono scintille circondanti una luce che per il suo splendore rende visibile tutto tra il Mula e il Brahmarandhra. Sopra ancora, v’è Manas, e sopra Manas, nella regione della Luna, v’è Hamsah, entro il quale sta Parama Shiva con la sua Shakti.
Ājñanāmāmbujaṁ taddhimakarasadṛśam dhyānadhāmaprakāśaṁ
hakşābhyāṁ vai kalābhyāṁ parilasitavapurnetrapatraṁ suśubhraṁ
Tanmadhye hākinī sā śaśisamadhavalā vaktraşaṭkaṁ dadhānā
vidyāṁ mudrāṁ kapālaṁ ḍamarujapavaṭīṁ bibhrtī śuddhacittā.
32 – Il Fiore di Loto denominato Agya è simile alla Luna (meravigliosamente bianco). Sui suoi due petali vi sono le lettere Ha e Ksha, che sono pure bianche e ne accrescono la bellezza. Esso risplende con la gloria di Dhyana. All’interno di esso v’è la Shakti Hakini, le cui sei facce son come molte lune. Ella ha sei braccia con una delle quali regge un libro, altre due sono alzate nel gesto di scacciare la paura e di accordare favori, e nelle altre ha un teschio, un tamburello ed un rosario. La sua mente è pura (Shudda-Chitta).
Etatpadmāntarāle nivasati ca manaḥ sūkşmarūpaṁ prasiddhaṁ
yonau tatkaṇikāyāmitaraśivapadaṁ liṅgacihṇaprakāśaṁ
Vidyunmālāvilāsaṁ paramakulapadaṁ brahmasūtraprabhodaṁ
vedānāmādibījaṁ sthiratarahṛdayaścintayettatkrameṇa.
33 – Dentro questo Fiore di Loto dimora il mentale sottile (Manas), che è ben noto. Dentro la Yoni nel pericarpo v’è lo Shiva chiamato Itara, nella sua forma fallica. Ivi Egli risplende come una catena di fulgidi lampi. Vi è anche il primo Bija dei Veda, che è la dimora della più eccellente Shakti, e che col suo splendore rende visibile il Brahmasutra. Il Sadhaka, con mente ferma, deve meditare su questi secondo l’ordine (prescritto).
Dhyānātmā sādhakendro bhavati prapure śighragāmī munindraḥ
sarvajñah sarvadarśī sakalahitakarah sarvaśāstrarthavettā
Advaitācāravādī vilasati paramāpūrvasiddhipraśiddho
dīrghāyuḥ soऽpi kartā tribhuvanabhavane saṁhṛtau pālane ca.
34 – L’eccellente Sadhaka, l’Atma del quale altro non è che una meditazione su questo Fiore di Loto, ha la facoltà di entrare lestamente nel corpo di un altro sol che lo voglia, e diventa il più eccellente tra i Muni, onnisciente ed onniveggente. Egli diventa il benefattore di tutti ed è versato in tutti gli Shastra. Egli realizza l’unità col Brahman ed acquisisce poteri eccellenti e sconosciuti. Famosissimo e longevo, egli diventa il Creatore, il Distruttore ed il Conservatore dei tre mondi.
Tadantaścakreऽsminnivasati satataṁ śuddhabuddhyantarātmā
Pradīpābhajyotiḥ praṇavaviracanārūpavarnaprākaśah
Tadūrdve candrārdhastadupari vilasadbindurūpī makāra
stadūrdhve nādoऽsau baladhavalasudhādhārasaṁtanahāsī.
35 – Dentro il triangolo in questo Chakra sempre risiede la combinazione di lettere che forma il Pranava. Esso è l’Atma interiore quale puro mentale (Buddhi), e per il suo fulgore è simile ad una fiamma. Sopra di esso v’è la mezzaluna (crescente), e sopra ancora v’è il Ma-kara che splende nella sua forma di Bindu. Sopra questo c’è Nada, il cui candore eguaglia quello di Bala-rama e riverbera i raggi della Luna.
Iha sthāne līne susukhasādhane cetasi puraṁ
nirālambām badhvā paramagurusevāsuviditāṁ
Tadabhyāsād yōgī pavanasuhṛdāṁ paśyati kaṇāṅ
tatastanmadhyāntaḥ pravilasítarūpānapi sadā.
36 – Quando lo yogi chiude la casa che pende senza sostegno e che egli ha imparato a conoscere mettendosi al servizio del suo Parama-Guru; e quando il Chetas per la continua pratica viene dissolto in questo luogo che è la dimora della beatitudine ininterrotta, allora egli vede al centro e al di sopra (del triangolo) scintille di fuoco che rifulgono distintamente.
JvaladdIpākāraṁ tadanu ca navīnārkabahula-
prakāśaṁ jyotirvā gaganadharaṇīmadhyamilitaṁ
Iha sthāne sākşad bhavati bhagavāṅ pūrṇavibhavo-
svyayaḥ sākşi vaḥneḥ śaśimihirayormaṇdala iva.
37 – Poi egli vede la Luce che ha la forma d’una lampada fiammante. Brilla come il risplendente, chiaro sole del mattino, ed arde tra il Cielo e la Terra. È qui che si manifesta il Bhagavan nella pienezza della Sua potenza. Egli non conosce corruzione, è onnipresente, ed è qui come è nella regione del Fuoco, della Luna e del Sole.
Iha sthāne vişṇoratulaparamāmodamadhure
samāropya prāṇaṁ pramuditamanāḥ prāṇanidhane
Paraṁ nityaṁ devaṁ puruşamajamādyaṁ trijagatāṁ
purāṇaṁ yogīndraḥ praviśati ca vedāntaviditaṁ.
38 – Questa è l’incomparabile e deliziosa dimora di Vishnu. L’eccellente yogi, al momento della morte, pone qui gioiosamente il suo respiro vitale (Prana) ed entra (dopo la morte) in quel Supremo, Eterno, Senza-nascita, Primordiale Deva, nel Purusha, che esisteva prima dei tre mondi e che è conosciuto dal Vedanta.
Fonti
- “Il potere del serpente”, Arthur Avalon, Edizioni Mediterranee Ristampa 1987, La descrizione dei sei centri (Shatchakra nirupana), pp 246 – 367.
- Internet Archive (https://archive.org/): Sat-Chakra-Nirupanam by Swami Purnananda
- www.bhagavadgitausa.com per la traslitterazione dal sanscrito
Arthur Avalon, il cui nome originario è John Woodrofe, oltre a quest’opera, ha curato una serie di testi tantrici (Inni alla Dea Madre ed. Mediterranee 1984; Shakti e Shakta ed. Mediterranee 1984; Il mondo come potenza ed. Mediterranee 1988; ecc.) oltre ad altri lavori su temi analoghi.
Egli si è avvalso dell’aiuto e dell’insegnamento di maestri ed eruditi indù con cui venne a contatto nei trent’anni trascorsi nel luogo ricoprendo un’alta carica dell’aministrazione anglo-indiana.
Il Potere del Serpente ed. Mediterranee è stato stampato nel 1968 ed ha avuto numerose ristampe.
Note
I rudraksha (dal sanscrito Rudra, ossia Shiva, e aksha, occhi) sono i semi di una pianta chiamata Elaeocarpus ganitrus, i quali, secondo molte correnti religiose e mistiche orientali avrebbero presunte proprietà curative (medicina ayurvedica) e spirituali.
La specie è diffusa nelle vicinanze dell’Himalaya, in Nepal e in varie parti dell’Asia. Si utilizzano di solito come elementi per costruire oggetti simili a rosari (Mala), e gioielli.
Secondo un mito induista i rudraksha sono derivati dal pianto del dio Shiva (Fonte: Wikipedia Italia.