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Lo spirito di un guerriero

suryanamaskara 0

lo spirito di un guerriero
Il mondo è davvero pieno di cose spaventose e noi siamo creature impotenti circondate da forze inesplicabili e ostinate.
L’uomo comune, per ignoranza, crede che quelle forze possano essere spiegate o cambiate;
non sa come farlo realmente, ma si aspetta che presto o tardi le azioni dell’umanità le spiegheranno o le cambieranno.
Lo stregone, d’altra parte, non pensa di spiegarle o di cambiarle;
impara invece a usare quelle forze dando una nuova direzione a sé stesso e adattandosi alla loro direzione.
E’ questo il suo trucco.
Nella stregoneria c’è molto poco quando ne hai scoperto il trucco.
Lo stregone sta solo leggermente meglio dell’uomo comune.
La stregoneria non lo aiuta a vivere una vita migliore;
in effetti dovrei dire che la stregoneria lo ostacola;
gli rende la vita scomoda e precaria.
Aprendosi alla conoscenza lo stregone diventa più vulnerabile dell’uomo comune.
Da una parte i suoi simili lo odiano e lo temono e cercheranno di mettere fine alla sua vita;
dall’altro le forze inesplicabili e ostinate che circondano tutti noi, in virtù del nostro essere vivi, sono per lo stregone una fonte di pericolo ancora maggiore.
Lo stregone, aprendosi alla conoscenza, cade preda di quelle forze e ha un solo mezzo per mantenersi in equilibrio, la sua volontà.
Solo chi si comporta come un guerriero può sopravvivere sulla via della conoscenza.
Ciò che aiuta uno stregone a vivere una vita migliore è la forza che viene dall’essere un guerriero.
Un guerriero deve essere preparato solo alla lotta.
Lo spirito di un guerriero non conosce né il lasciarsi andare né il lagnarsi, né conosce il vincere o il perdere.
Lo spirito di un guerriero conosce solo il lottare, e ogni lotta è l’ultima battaglia del guerriero sulla terra.
Quindi il risultato conta per lui molto poco.
Nella sua ultima battaglia sulla terra il guerriero lascia che il proprio spirito scorra libero e limpido.
E mentre combatte la sua battaglia, sapendo che la sua volontà è impeccabile, il guerriero ride e ride.

Da “Una realtà separata”, Carlos Castaneda