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Sahasrara chakra

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sahasrara chakra
Sahasrara non è realmente un chakra ma la sede della coscienza superiore.
Viene visualizzato come un loto splendente di mille petali contenente tutte le lettere dell’alfabeto sanskrito, con tutti i poteri associati ad ogni suono (50 di numero) per venti volte.
Nel centro del loto vi è uno splendente shivalinga, simbolo della pura coscienza.
É in sahasrara che ha luogo la mistica unione di Shiva e Shakti, la fusione della coscienza con la materia e l’energia, dell’anima individuale con l’anima suprema.
Nella filosofia yogica e tantrica, l’universo si manifesta con la separazione di queste due forze, che sono in sostanza una e la stessa.
La coscienza è la forza statica e la natura è la forza dinamica.
Dapprima, la natura si separa in tre guna o qualità: tamas (inerzia, letargia), rajas (attività, energia) e sattwa (equilibrio, stabilità, pace).
I tre guna pervadono l’intero universo.
Da essi evolvono gli otto elementi della natura.
La manifestazione procede dal sottile al grossolano, cioè dall’ego, buddhi, manas, spazio, aria, fuoco, acqua, terra.
L’elemento terra, essendo il più grossolano, è quindi l’ultimo ad evolversi.
Quando la manifestazione più bassa si è evoluta verso la più alta, il processo di creazione è completo.
Così vediamo che i cinque chakra inferiori sono collegati ad elementi profressivamente più sottili procedendo fino ad ajna che è il centro più sottile.
Il centro più alto, sahasrara, è la dimora della pura coscienza e trascendenza.
Quando kundalini si risveglia, sale attraverso i chakra verso sahasrara e si unisce alla fonte da cui è venuta.
Materia ed energia si immergono nella pura coscienza in uno stato di inebriante beatitudine, la meta dello yoga.
Avendo raggiunto ciò, lo yogi ottiene la suprema conoscenza e va oltre la nascita e la morte.


sahasrara chakra
Da “Il potere del serpente”, Arthur Avalon, Edizioni Mediterranee 1987, La descrizione dei sei centri (Shatchakra nirupana) vv 40-49:
40 – Al di sopra di tutti questi, nel vuoto spazio in cui è Shamkhini Nadi e sotto Visarga, v’è il Fior di Loto dai mille petali.
Questo Fior di Loto, lucente e più bianco della luna piena, ha la testa china.
Esso affascina.
I ciuffi dei suoi filamenti si tingono del colore del giovane Sole.
Il suo corpo risplende di lettere, a cominciare da A, ed è la beatitudine assoluta.
41 – Dentro di esso (il Sahasrara) v’è la Luna piena, senza l’orma della lepre, risplendente come in un cielo sereno.
Diffonde a profusione i suoi raggi, ed è umida e fredda come il nèttare.
Nel suo interno (del Chandra-mandala) v’è il Triangolo che costantemente rifulge come la folgore, e nel cui interno splende il Grande Vuoto che è servito in segreto da tutti i Sura.
42 – Ben nascosto, e raggiungibile solo con grande sforzo, è quel Bindu sottile (Shunya) che è la prima radice della Liberazione, e che manifesta la pura Nirvana Kala con Ama Kala.
Qui c’è il Deva che tutti conoscono come Parama Shiva.
Egli è il Brahman e l’Atma di tutti gli esseri.
In Lui sono uniti Rasa e Virasa, ed Egli è il Sole che distrugge l’oscurità dell’ignoranza e dell’illusione.
43 – Versando un continuo ed abbondante rivolo di nettàrea essenza, il Bhagavan istruisce lo Yati dalla mente pura in quella scienza mediante la quale egli realizza l’identificazione del Jivatma e del Paramatma.
Egli pervade tutte le cose come il loto Signore, che è quella corrente di multiforme beatitudine, sempre fluente e propagantesi, la quale è conosciuta col nome di Hamsah Parama (Parama-hamsah).
44 – Gli Shaiva lo chiamano la dimora di Shiva, i Vaishnava lo chiamano Parama Purusha, altri ancora lo chiamano Hari-Hara.
Coloro che sono colmi di entusiasmo per i Piedi di Loto della Devi lo chiamano eccellente dimora della Devi; ed altri gran saggi (Muni) lo chiamano luogo puro di Prakriti-Purusha.
45 – Quell’uomo tra tutti eccellentissimo che ha dominato il suo mentale ed ha conosciuto questo luogo non è più generato nella Peregrinazione, poiché non v’è più cosa nei tre mondi che lo trattenga.
Dominato il suo mentale e raggiunto il suo scopo, egli ha pieno potere di fare tutto ciò che vuole, e di impedire ciò che è contrario alla sua volontà.
Egli si avvicina sempre al Brahman.
Le sue parole, in prosa e in versi, sono sempre pure e dolci.
46 – Quivi è l’eccellente (suprema) sedicesima Kala della Luna.
Ella è pura e somiglia (nel colore) al giovane Sole.
É sottile come la centesima parte di una fibra dello stelo di un fior di loto.
É lucente, ed evanescente come dieci milioni di lampeggianti folgori, ed è volta all’in giù.
Da Lei, la cui sorgente è il Brahman, fluisce un copioso e continuo rivolo di nèttare (oppure, Ella è ricettacolo di quel rivolo di eccellente nèttare che proviene dalla beata unione di Para e Parā).
47 – All’interno (di Ama-kala) v’è Nirvana-kala, più eccellente dell’eccellente.
Ella è sottile come la millesima parte della punta di un capello ed ha la forma della luna crescente.
É la sempre-esistente Bhagavati, la Devata che pervade tutti gli esseri.
Concede la sapienza divina ed è luminosa come la luce di tutti i soli risplendenti insieme.
48 – Nel suo centro (cioè, nel centro della Nirvana-kala) splende la Suprema e Primordiale Nirvana Shakti;
Ella rifulge come dieci milioni di soli, ed è la Madre dei tre mondi.
É sottilissima, simile alla diecimilionesima parte della punta di un capello.
Contiene in Sé il rivolo di felicità sempre fluente, ed è la vita di tutti gli esseri.
Ella, clemente, arreca alla mente dei saggi la conoscenza della Verità (Tattva).
49 – In Lei è il luogo imperituro chiamato dimora di Shiva, che è libero da Maya, raggiungibile solo dagli yogi e noto col nome di Nityananda.
É ricolmo di ogni forma di beatitudine ed è la Pura Conoscenza stessa.
Alcuni lo chiamano il Brahman, altri lo chiamano lo Hamsa.
I savi lo descrivono come la dimora di Vishnu, e i giusti ne parlano come dell’ineffabile luogo della conoscenza dell’Atma, o luogo della Liberazione.