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Agya chakra

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agya chakra
Questo chakra è conosciuto come il terzo occhio, gyana chakshu (occhio della saggezza), trikuti o triveni (confluenza dei tre fiumi), bhrumadhya (centro tra le sopracciglia), chakra del guru e occhio di Shiva.
La parola agya significa comando.
Attraverso questo chakra il discepolo, negli stati profondi della meditazione, riceve comandi e guida dal suo guru.Questo è anche il punto dove si ricevono comandi dal sé divino, più elevato.
E’ rappresentato da un loto grigio pallido o bianco, che ha due petali con le lettere ham e ksham iscritte su di essi..Queste rappresentano i flussi negativo e positivo del prana (energia vitale) convergenti in questo centro.
Nel centro del loto si trova il sacro bija mantra aum.
Le divinità che presiedono agya chakra sono Paramashiva, coscienza senza forma, e la dea Hakini che controlla l’elemento di questo chakra, la mente sottile (manas).
Ajna chakra è un centro ben conosciuto che viene usato per la concentrazione in molti sistemi di meditazione.
Di solito il punto usato a questo scopo è il centro tra le sopracciglia, sebbene in realtà la sede reale di agya sia dentro il cervello.La parte fisica corrispondente è la ghiandola pineale, una minuscola ghiandola, della grandezza di un pisello, dentro il cervello, che è quasi atrofizzata nell’essere umano adulto.
Sul piano psichico questo punto delicato è il ponte tra il corpo fisico, mentale e psichico.
Attraverso il risveglio di agya chakra si sviluppano facoltà sopramentali come chiaroveggenza, chiaroudienza, telepatia ed altre potenziali facoltà latenti in ogni persona.
L’energia del pensiero ha anche una forma, essendo una materia di qualità molto sottile.
Quando la mente è elevata e resa sensitiva, è possibile mandare e percepire l’energia del pensiero attraverso ajna chakra.
É come una soglia psichica che si apre entro i più profondi ed elevati piani di consapevolezza.
Inoltre, stimolando agya chakra, si possono incrementare tutte le facoltà della mente:intelligenza, memoria, forza di volontà e concentrazione.
pranava
Da “Il potere del serpente”, Arthur Avalon, Edizioni Mediterranee 1987, La descrizione dei sei centri (Shatchakra nirupana) vv 32-36:
32 – Il Fiore di Loto denominato Ajna è simile alla Luna (meravigliosamente bianco).
Sui suoi due petali vi sono le lettere Ha e Ksha, che sono pure bianche e ne accrescono la bellezza.
Esso risplende con la gloria di Dhyana.
All’interno di esso v’è la Shakti Hakini, le cui sei facce son come molte lune.
Ella ha sei braccia con una delle quali regge un libro, altre due sono alzate nel gesto di scacciare la paura e di accordare favori, e nelle altre ha un teschio, un tamburello ed un rosario.
La sua mente è pura (Shudda-Chitta).
33 – Dentro questo Fiore di Loto dimora il mentale sottile (Manas), che è ben noto.
Dentro la Yoni nel pericarpo v’è lo Shiva chiamato Itara, nella sua forma fallica.
Ivi Egli risplende come una catena di fulgidi lampi.
Vi è anche il primo Bija dei Veda, che è la dimora della più eccellente Shakti, e che col suo splendore rende visibile il Brahmasutra
Il Sadhaka, con mente ferma, deve meditare su questi secondo l’ordine (prescritto).
34 – L’eccellente Sadhaka, l’Atma del quale altro non è che una meditazione su questo Fiore di Loto, ha la facoltà di entrare lestamente nel corpo di un altro sol che lo voglia, e diventa il più eccellente tra i Muni, onnisciente ed onniveggente.
Egli diventa il benefattore di tutti ed è versato in tutti gli Shastra.
Egli realizza l’unità col Brahman ed acquisisce poteri eccellenti e sconosciuti.
Famosissimo e longevo, egli diventa il Creatore, il Distruttore ed il Conservatore dei tre mondi.
35 – Dentro il triangolo in questo Chakra sempre risiede la combinazione di lettere che forma il Pranava.
Esso è l’Atma interiore quale puro mentale (Buddhi), e per il suo fulgore è simile ad una fiamma.
Sopra di esso v’è la mezzaluna (crescente), e sopra ancora v’è il Ma-kara che splende nella sua forma di Bindu.
Sopra questo c’è Nada, il cui candore eguaglia quello di Bala-rama e riverbera i raggi della Luna.
36 – Quando lo yogi chiude la casa che pende senza sostegno e che egli ha imparato a conoscere mettendosi al servizio del suo Parama-Guru;
e quando il Chetas per la continua pratica viene dissolto in questo luogo che è la dimora della beatitudine ininterrotta, allora egli vede al centro e al di sopra (del triangolo) scintille di fuoco che rifulgono distintamente.