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Anuloma-viloma

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Questo pranayama è chiamato anche loma-viloma, nadi-shodhana o nadi-shuddi.
Caratteristica fondamentale di questa tecnica è la respirazione alternata attraverso la narice sinistra e la narice destra, con o senza kumbhaka (ritenzione del respiro).
Molte persone non sono consapevoli del fatto che talvolta respirano attraverso una sola narice, o che il flusso d’aria inspirata o espirata non è eguale per entrambe le narici.
Attraverso esperimenti effettuati si è osservato che la narice destra e quella sinistra non funzionano in egual misura.Capita infatti che una sia ostruita, mentre l’altra rimane libera.
Di rado entrambe le narici sono in funzione: se ciò avviene, è solo per brevi periodi, quando una delle due narici si va lentamente occludendo, mentre l’altra si libera.
Lo swara yoga, scienza del respiro, sostiene che vi è un’alternanza ritmica della narice dominante ogni due o tre ore; ritiene poi che, per determinate attività della vita quotidiana, sia preferibile una particolare dominanza di una data narice.
In realtà, non solo lo yoga riconosce questa dominanza di una narice, ma afferma che certi cambiamenti psicologici e certe tendenze comportamentali sono in correlazione con queste tre condizioni possibili:

  • prevalenza della narice destra
  • prevalenza della narice sinistra
  • eguale funzionamento delle due narici

Le ricierche moderne hanno rivelato che molti disturbi funzionali cronici (dalla semplice astenia intellettuale a disfunzioni viscerali, quali asma, ulcera gastrica, dismenorrea, ecc.) sono correlati alla prevalenza permanente di una sola narice, dovuta a deviazioni del setto nasale o ad altre cause di ostruzione.
Purtroppo la fisiologia non ha tenuto in grande considerazione questo fatto, se si escludono alcuni studi sulla ventilazione respiratoria attraverso una sola narice.
Sul piano fisiologico il nostro corpo cerca di adattarsi alle variazioni della temperatura ambientale attraverso l’alternarsi di meccanismi di vasodilatazione e di vasocostrizione.
Questo fatto è più accentuato alle estremità (punte delle dita, lobi delle orecchie).
Anche il naso rientra fra le zone del corpo dove avviene questo fenomeno.Le vie nasali, infatti, si aprono quando i capillari sanguigni delle loro mucose si restringono, e sono invece ostruite quando i capillari si dilatano.
Lo Yoga ritiene che la respirazione attraverso la narice sinistra disperda maggiormente il calore corporeo ed abbia quindi un effetto rinfrescante sul corpo.La narice sinistra è detta anche ida-nadi o chandra-nadi (chandra=luna), la nadi che rinfresca il corpo.Ida-nadi rappresenta l’aspetto costruttivo, anabolico, risparmiatore di energia, della funzione pranica (autonoma).
La narice destra è denominata pingala-nadi o surya-nadi: essa ha un effeto riscaldante o attivante sul corpo, e rappresenta l’aspetto distruttivo, catabolico e consumatore di energia.
ida, pingala, sushumna, le tre nadi principali del corpo sottile umano, la cui conoscenza è essenziale per comprendere le basi su cui si fonda la tecnica di anuloma-viloma
Il funzionamento alternato delle due narici, secondo un giusto ritmo di avvicendamento, è perciò essenziale per una buona salute.
Lo Yoga insiste sull’importanza di questo funzionamento equilibrato delle due narici, in modo da creare altresì una condizione di equilibrio mentale per la meditazione.
La Gheranda-samhita afferma che si deve praticare la respirazione a narici alternate prima del pranayama vero e proprio, in modo da liberare le varie nadi dalle loro impurità.
La Hathayogapradipika espone una dettagliata tecnica di esecuzione di questo pranayama per liberare da malattie fisiche (sharira-mala) e mentali (citta-mala), le quali altrimenti disturbano le funzioni psicofisiche ostacolando il flusso del prana attraverso le nadi.
Quando entrambe le nadi principali funzionano in egual misura e simultaneamente, allora entra in funzione anche la terza nadi detta sushumna-nadi.Si ritiene che il prana, durante il pranayama, scorra attraverso queste nadi.
Per tenere libere le due narici, lo yoga prescrive l’uso dello yoga-danda, uno strumento simile ad una stampella.

lo yoga-danda, strumento utile per l'esecuzione di anuloma-viloma
lo yoga-danda, strumento utile per l’esecuzione di anuloma-viloma
Shiva, il signore degli asceti, con yoga-danda e trishula
Shiva, il signore degli asceti, con yoga-danda e trishula

É stato dimostrato sperimentalmente che, se lo yoga-danda è collocato sotto un’ascella e ci si appoggia su di esso, sottoponendo quella parte del corpo ad una pressione adeguata, la forza del respiro aumenta nella narice opposta e diminuisce nella narice che si trova sullo stesso lato dello yoga-danda.
É possibile quindi liberare in pochi secondi una narice otturata, collocando lo yoga-danda sotto l’ascella del lato opposto ed esercitando con l’attrezzo una leggera pressione.
Se questa pressione viene mantenuta a lungo, il flusso respiratorio attraverso la narice che si trova sullo stesso lato diminuisce, e infine la narice si ottura.
Allo stesso modo, se uno giace comodamente adagiato sul lato sinistro, con l’intero peso del corpo distribuito sulla coscia sinistra, sulla regione temporale, sulla spalla e sul braccio, dopo un certo tempo la narice destra sarà perfettamente funzionante, mentre la narice sinistra tenderà a bloccarsi.
Vediamo ora brevemente il meccanismo di anuloma-viloma-pranayama
Ci si siede nella posizione di padma-asana o in un’altra postura meditativa che risulti agevole.
La spina dorsale viene tenuta diritta e l’addome viene tenuto sotto controllo (cioè lievemente contratto) per tutta la durata dell’esercizio.
A questo punto si deve formare una speciale mudra con la mano destra, ripiegando contro il palmo l’indice e il medio uniti:
mudra per anuloma viloma
L’anulare e il mignolo restano distesi per chiudere la narice sinistra, mentre la narice destra viene chiusa con il pollice.Lo schema della respirazione è il seguente:
schema respiratorio per anuloma-viloma
Si inizia inspirando lentamente e profondamente attraverso la narice sinistra.
Il flusso del respiro è mantenuto uniforme finché l’inspirazione è completa:
questa è la fase del puraka.
Si chiude quindi immediatamente la narice sinistra con l’anulare e il mignolo: ora entrambe le narici sono chiuse.
Durante la ritenzione si esegue jalandhara-bandha in modo da trattenere il respiro secondo le possibilità individuali (yathashakti): viene così eseguita la fase del kumbhaka.
Quando sopravviene il pressante bisogno di espirare, si libera la narice destra sollevando il pollice e si dà corso all’espirazione, lenta e profonda, attraverso questa narice.
É consentita anche la contrazione dei muscoli addominali, senza sforzo, in modo che l’espirazione sia completa:questa è la fase del rechaka.
Il puraka successivo si effettua attraverso la medesima narice (destra), poi, dopo il kumbhaka eseguito come descritto in precedenza, si esegue il rechaka attraverso la narice sinistra.
Questa sequenza costituisce un ciclo di nadi-shuddi-pranayama, nel quale la fase del puraka è lunga e lenta (dirgha e manda) e la fase del rechaka è ancora più lunga (pradirgha).Bisogna effettuare tre, sette, dieci o più cicli di seguito: il rapporto tra puraka, kumbhaka e rechaka può essere 1 :2 :2 oppure 1 :4 :2.
In questo pranayama il respiro è molto dolce e nessun suono deve essere prodotto dall’attrito dell’aria nelle vie nasali.
I principianti devono eseguire solo puraka e rechaka, senza kumbhaka, alternativamente attraverso la narice sinistra e la narice destra.Questo controllo allena lentamente il sistema nervoso, collegato al meccanismo del respiro.La fase del kumbhaka deve essere introdotta dapprima come una semplice pausa, per essere poi gradualmente estesa mediante un lungo allenamento progressivo.
Dal momento che la respirazione si effettua attraverso una sola narice per volta durante il puraka e il rechaka, la ventilazione polmonare diminuisce.La quantità d’aria che perviene ai polmoni si riduce, mentre il volume del sangue che affluisce ai polmoni stessi rimane invariato.Risulta quindi mutato il rapporto tra il volume d’aria e quello del sangue nei polmoni: pertanto gli scambi gassosi avvengono in modo più efficace.
La respirazione alternata attraverso le due narici provoca un’armonizzazione delle opposte funzioni corporee.
La mente raggiunge una condizione di equilibrio; la consapevolezza è rivolta ai processi del respiro, e questo aiuta a creare uno stato di tranquillità e di pace mentale.
Questo pranayama ha un effetto calmante e purificante sui nervi.
Il sistema nervoso autonomo è collegato con il respiro, ma anche con il comportamento emotivo della persona.
Di conseguenza, le tensioni si allentano e ci si sente rilassati e leggeri: è possibile sperimentare un tale stato già dopo una breve pratica del pranayama.
Viene inoltre acquisita un’adeguata capacità introspettiva, che è necessaria per le pratiche yoga più elevate o per ricevere particolari stimoli sensori dagli interocettori nella regione toracica e pelvica.
Questa tecnica, infine, migliora le funzioni digestive ed il sonno.


Tratto da :M. M. Gore – Anatomia e fisiologia delle tecniche yoga – PromolibriM. M. Gore – Anatomia e fisiologia delle tecniche yoga – Promolibri